31 ott 2015
Jared Diamond: «L'umanità sopravviverà, ha il 51% di probabilità»
Jared Diamond: «L'umanità sopravviverà, ha il 51% di probabilità»
di Davide
Gangale per Lettera43
Lo scienziato Diamond a L43: «Abbiamo il 51% di possibilità di salvarci». Ma solo se si «dividono le risorse». Perché senza uguaglianza «la pace è impossibile».
l
professor Jared Diamond si definisce, in perfetto italiano, «un
ottimista cauto». Nel senso che stima «al 51% le probabilità di
sopravvivenza per la nostra civiltà».
Vincitore
del premio Pulitzer con il saggio Armi, acciaio e malattie, che nel
1997 lo ha reso famoso in tutto il mondo, Diamond è stato
protagonista dell'ultimo appuntamento organizzato a Milano da Intesa
Sanpaolo in occasione di Expo 2015, per il ciclo di conferenze
Sharing The World.
«IL
FANATISMO RELIGIOSO? NON CI ESTINGUEREMO PER QUESTO». Dopo aver
precisato che il fanatismo religioso di qualunque tipo - islamico,
cattolico oppure ebraico - pur costituendo un serio problema,
tuttavia non minaccia l'esistenza dell'umanità, Diamond ha preso di
petto le due questioni che invece, a suo giudizio, rischiano di
mettere a repentaglio la vita stessa della nostra specie. Lo
sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e la crescita
delle diseguaglianze, tra Paesi e all'interno dei singoli Paesi.
«NON
È COLPA DEL TERZO MONDO». A chi sostiene che «siamo troppi» e che
la colpa della mancata sostenibilità ambientale sia in ultima
analisi da attribuire ai tassi di crescita demografica troppo alti
nel Terzo Mondo, Diamond ha ricordato una semplice verità. L'aumento
della popolazione è solo metà del problema. L'altra metà è il
«consumo di risorse medio pro capite», una variabile che illumina
le responsabilità dei Paesi capitalistici avanzati. «Vi chiedo di
ricordare soltanto un numero. Un italiano medio, oggi, consuma
risorse naturali 32 volte più di un africano medio. E nel mondo
globale la povertà non è più un problema degli altri. Se non si
riducono le diseguaglianze, malattie, flussi migratori e attacchi
terroristici sono destinati ad aumentare».
Jared
Diamond.
DOMANDA.
Come possiamo vincere la sfida della sostenibilità?
RISPOSTA.
Dipende interamente da noi. Possiamo continuare sulla strada che
prevale adesso, una strada che distrugge le risorse naturali. Oppure
possiamo adottare una strategia di ecosostenibilità. In qualche caso
lo facciamo già.
D.
Ad esempio?
R.
Prendiamo l'industria della pesca. Ci sono casi virtuosi, come la
pesca dei salmoni in Alaska, condotta in maniera sostenibile. Ma la
maggior parte delle industrie ittiche oggi non funziona così. La
pesca del tonno rosso nel Mediterraneo, se continua con i ritmi
attuali, nel giro di cinque anni arriverà ad esaurire completamente
questa risorsa alimentare.
D.
La cultura della condivisione delle risorse incontra molti ostacoli.
Quali sono invece i suoi principali vantaggi?
R.
In un certo senso, il vantaggio principale è che non abbiamo
alternative. Nel mondo moderno globalizzato la possibilità di
convivere pacificamente tra Paesi ricchi e Paesi poveri, senza
condividere le risorse, semplicemente non esiste. In passato gli
Stati poveri non erano in grado di danneggiare o influenzare quelli
ricchi. Adesso hanno tanti metodi per farlo, intenzionali e non
intenzionali. La Corea del Nord e il Pakistan hanno le bombe
atomiche. Poi ci sono l'immigrazione, il terrorismo e le malattie.
D.
Le malattie?
R.
Gli esempi storici non mancano. In assenza di adeguati sistemi
sanitari nei Paesi poveri, patologie come l'Aids, l'influenza suina e
il virus Ebola hanno raggiunto anche i Paesi ricchi.
D.
Eppure Angus Deaton, fresco vincitore del premio Nobel per
l'economia, sostiene che le diseguaglianze siano necessarie al
benessere.
R.
Per me questa è una pazzia.
D.
Ma la sua prospettiva prefigura un superamento del sistema
capitalistico?
R.
Non direi così, non vedo problemi inerenti al capitalismo in quanto
tale. Il capitalismo può andare avanti, nel bene e nel male. Il
punto è gestire le risorse in modo che si conservino per il futuro.
D'altra parte, il sistema comunista ha ottenuto risultati decisamente
peggiori nella gestione delle risorse ambientali. Le conseguenze sono
ben visibili ancora oggi, negli Stati dell'Europa orientale.
D.
Papa Francesco ha dichiarato che stiamo vivendo una Terza guerra
mondiale combattuta 'a pezzettini'. Lei è d'accordo?
R.
Sinceramente è una metafora che non mi sembra azzeccata.
D.
L'immigrazione è un fenomeno che la preoccupa?
R.
Noi americani abbiamo un punto di vista diverso da voi europei.
L'immigrazione su vasta scala in Europa è un fenomeno relativamente
nuovo. Negli Stati Uniti, invece, oggi siamo tutti immigrati. La
vasta maggioranza degli americani o è immigrata oppure discende da
immigrati. Io stesso sono nato negli Stati Uniti, ma mio padre è di
origine ebraica. I genitori di mia moglie sono cresciuti in Polonia.
Noi americani conosciamo bene le ondate migratorie. Nel primo
decennio del XX secolo, in media, ogni anno sono arrivati negli Stati
Uniti un milione di immigrati.
D.
C'è una scienza che secondo lei consente di capire l'uomo meglio
delle altre?
R.
Secondo me non c'è un fattore più importante. Genetica,
linguistica, storia, archeologia, biologia, sociologia e psicologia
sono tutte discipline importanti.
D.
Anni fa lei scrisse che l'agricoltura è stato l'errore più grave
nella storia dell'umanità. La pensa ancora così?
R.
Gli autori soffrono spesso le conseguenze dei loro titoli, che
sembravano belli all'epoca in cui sono stati scritti, ma in futuro si
rivelano poco azzeccati. Scelsi quel titolo per un articolo che
discuteva gli svantaggi dell'agricoltura. Allora, negli Anni 80,
c'era la teoria secondo cui l'agricoltura era stata adottata dalle
società di cacciatori e raccoglitori perché portava vantaggi nello
stile di vita, nella qualità della nutrizione, nel consumo di
energie, eccetera eccetera. Fatto sta però che i
cacciatori-raccoglitori erano più alti e godevano di una salute
migliore rispetto ai primi agricoltori. Di qui il titolo
dell'articolo. Ciò non toglie che mi appresto a cenare con grande
piacere qui a Milano, gustando i prodotti dell'agricoltura italiana
(ride, ndr).
D.
La cultura e la civiltà occidentale domineranno ancora il mondo?
R.
Probabilmente sì. Molti dicono che il futuro appartiene alla Cina,
io penso di no. La Cina soffre di svantaggi quasi insuperabili, primo
fra tutti la mancanza di democrazia. Finché non diventerà un Paese
democratico, la Cina non riuscirà a sorpassare il mondo occidentale.
D.
Gli antropologi, in epoca coloniale, sono stati i primi a sostenere
la teoria dell'evoluzionismo sociale. Oggi sono gli unici ad averla
abbandonata?
R.
L'evoluzione, dal punto di vista biologico, non è una teoria, è un
fatto. Il mondo biologico si è evidentemente evoluto. Per quanto
riguarda invece l'evoluzionismo, l'applicazione del concetto di
evoluzione alle società umane, la questione è più complessa. Le
società umane possono essere studiate nella prospettiva
dell'evoluzione, ma si tratta di una metafora. Azzeccata in parte,
non del tutto.
Luxottica, via al "patto generazionale": 600 assunzioni
Luxottica, via al "patto generazionale": 600 assunzioni
Luxottica
ha firmato ieri con le organizzazioni sindacali il nuovo contratto
integrativo aziendale destinato ai circa 10.000 dipendenti italiani
del gruppo. L'accordo, in vigore dal 1 dicembre di quest'anno al 1
dicembre del 2018, integra il CCNL dell'Occhialeria con misure che
riguardano non solo gli aspetti economici e di organizzazione del
lavoro, ma anche la valorizzazione del talento giovanile, la tutela
dei dipendenti prossimi alla pensione ed il miglioramento generale
delle condizioni di benessere dei lavoratori. I contenuti che
maggiormente caratterizzano il nuovo accordo sono, tra gli altri,
il 'patto generazionale' tra dipendenti, per la prima volta
introdotto in Italia nel settore privato. Questo ha il duplice
obiettivo di favorire l'ingresso in Luxottica di giovani lavoratori
ed agevolare i dipendenti che, a pochi anni dal raggiungimento dei
limiti pensionistici, intendono optare per un impegno lavorativo
ridotto.
Nell'arco dei prossimi tre anni e per una prima fase di sperimentazione, cento dipendenti a tre anni dalla pensione potranno chiedere il part time al 50% senza alcuna incidenza sul proprio trattamento pensionistico, offrendo ad un pari numero di giovani – selezionati esclusivamente secondo criteri di merito - l'opportunita' di un'assunzione a tempo indeterminato. Il nuovo contratto sancisce l'impegno di Luxottica all'assunzione a tempo indeterminato di 600 lavoratori, la maggior parte dei quali individuati tra i giovani che operano in una delle sedi italiane del Gruppo con contratti a termine. Le 600 nuove assunzioni a tempo indeterminato seguono le oltre 2.000 gia' effettuate negli ultimi otto anni.
Nell'arco dei prossimi tre anni e per una prima fase di sperimentazione, cento dipendenti a tre anni dalla pensione potranno chiedere il part time al 50% senza alcuna incidenza sul proprio trattamento pensionistico, offrendo ad un pari numero di giovani – selezionati esclusivamente secondo criteri di merito - l'opportunita' di un'assunzione a tempo indeterminato. Il nuovo contratto sancisce l'impegno di Luxottica all'assunzione a tempo indeterminato di 600 lavoratori, la maggior parte dei quali individuati tra i giovani che operano in una delle sedi italiane del Gruppo con contratti a termine. Le 600 nuove assunzioni a tempo indeterminato seguono le oltre 2.000 gia' effettuate negli ultimi otto anni.
Da
MicrosoftNotizie.Com
L’asteroide di Halloween: il Grande Cocomero che ci passa vicino
L’asteroide di Halloween: il Grande Cocomero che ci passa vicino
È
probabilmente il nucleo spento di una cometa l’oggetto che sabato
31 ottobre alle 18,05 (ora italiana), all'inizio della notte di
Halloween, transita a 480 mila chilometri dalla Terra. Gli astronomi
si sono preparati a seguire l’evento perché è la prima volta che
si riesce a studiare in dettaglio così da vicino un oggetto simile
con il grande radiotelescopio di 34 metri di diametro di Goldstone,
in California. L’imponente parabola è solitamente impiegata dalla
Nasa per seguire i viaggi interplanetari delle sonde
robotizzate.L’oggetto in arrivo, che passa transita poco oltre la
Luna (per l’esattezza 1,3 volte la distanza del nostro satellite) è
l’asteroide «2015 TB145» scoperto solo il 10 ottobre scorso dal
telescopio Pan-Starrs-1 dell’Università delle Hawaii sulla vetta
di Haleakala-Maui. Il risultato è frutto del programma in atto per
sorvegliare gli oggetti battezzati NEO (Near-Earth Objects) che si
avvicinano pericolosamente alla Terra. Impresa non facile perché
spesso essendo per niente luminosi si scoprono quando la loro orbita
li porta già nel nostro circondario cosmico.Il «TB145» (che ha già
un suo account twitter) ha un diametro di 400 metri e bisognerà
aspettare l’agosto 2027 perché un corpo cosmico di queste
dimensioni transiti nei pressi della Luna (salvo nuove prossime
scoperte, naturalmente).
Viaggerà
veloce, macinando 35 chilometri al secondo e questa caratteristica
unita a quella della sua orbita molto oblunga e ben inclinata
rispetto al piano dell’eclittica ha fatto nascere il dubbio che
possa essere una cometa. Tale aspetto ha mobilitato gli astronomi più
di quanto non facciano usualmente gli abbastanza frequenti passaggi
ravvicinati degli asteroidi. Il mistero si dovrebbe sciogliere con
certezza proprio ad Halloween. Nessun pericolo o preoccupazione,
comunque, ma è una festa pure per la scienza grazie, appunto, al
dettaglio che l’antenna di Goldstone consente, riuscendo a
distinguere particolari di due metri. Ciò permetterà di «vedere»
le caratteristiche della superficie, la forma dell’oggetto,
precisandone dimensioni e proprietà fisiche. Insomma, una buona
opportunità che gli scienziati non intendono perdere. Nella notte di
Halloween quindi ci si divertirà sulla Terra, ma anche guardando il
cielo e basterà un telescopio amatoriale per veder volare rapido nel
buio «2015 TB145».
Roma, tangenti al centro estetico: vigile e ispettore Asl condannati
Roma, tangenti al centro estetico: vigile e ispettore Asl condannati
di
Adelaide Pierucci
Mini
tangenti per evitare la chiusura. Non era stato un periodo fortunato
quello tra il 2008 e il 2011 per un centro benessere del centro, il
Myrea di via Salandra, nel quartiere Sallustiano. Nonostante il
cambio di gestione pare fosse bersagliato da richieste di bustarelle.
All'inizio a bussare si sarebbe presentato un ispettore della Asl, e
poi, dopo la vendita, un vigile urbano del I gruppo. Tariffe diverse,
350 il primo e 100 euro il secondo, stessa minaccia: «Altrimenti si
sequestra per le irregolarità». Inesistenti, a quanto pare. Ieri,
per il vigile e per l'ispettore, è arrivata la condanna: tre anni
ciascuno di reclusione per concussione.
Il quadro che aveva ricostruito in aula il sostituto procuratore Erminio Amelio, dopo aver spedito a giudizio sia il vigile urbano Giuseppe Grifalchi che l'ispettore Asl Antonio Colavecchi, ha retto davanti alla corte dell'ottava sezione collegiale del tribunale.
«E' stato il mio primo business» aveva raccontato in aula l'imprenditore portoghese che aveva comprato l'attività nel 2008 «Pensavo fosse tutto regolare, visto che avevo cambiato solo la vetrina. E invece ricevevamo pressioni». Le indagini erano iniziate con una denuncia del febbraio 2011 presentata in procura dalle titolari subentranti. In una udienza precedente erano state loro a raccontare l'odissea: «Nel giugno del 2010 abbiamo rilevato l'attività: una settimana dopo l'apertura si è presentato un vigile in borghese, il Grifalchi, dicendo che il centro non era in regola». Il vigile avrebbe lasciato il suo numero di telefono e, pochi giorni dopo, avrebbe concordato un incontro per la «consegna di un'agenda contenente una banconota da 100 euro».
Il quadro che aveva ricostruito in aula il sostituto procuratore Erminio Amelio, dopo aver spedito a giudizio sia il vigile urbano Giuseppe Grifalchi che l'ispettore Asl Antonio Colavecchi, ha retto davanti alla corte dell'ottava sezione collegiale del tribunale.
«E' stato il mio primo business» aveva raccontato in aula l'imprenditore portoghese che aveva comprato l'attività nel 2008 «Pensavo fosse tutto regolare, visto che avevo cambiato solo la vetrina. E invece ricevevamo pressioni». Le indagini erano iniziate con una denuncia del febbraio 2011 presentata in procura dalle titolari subentranti. In una udienza precedente erano state loro a raccontare l'odissea: «Nel giugno del 2010 abbiamo rilevato l'attività: una settimana dopo l'apertura si è presentato un vigile in borghese, il Grifalchi, dicendo che il centro non era in regola». Il vigile avrebbe lasciato il suo numero di telefono e, pochi giorni dopo, avrebbe concordato un incontro per la «consegna di un'agenda contenente una banconota da 100 euro».
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Napolitano: "Io e il Pci di Berlinguer, il sogno riformista parli a tutta la società"
Napolitano: "Io e il Pci di Berlinguer,
il sogno riformista parli a tutta la società"
Il
presidente emerito sul leader comunista,
le sfide a sinistra e il
'partito della nazione'
di
SIMONETTA FIORI per Repubblica.it
ROMA - Che cosa è davvero il riformismo, una cultura di minoranza o l'unica anima possibile per una sinistra di governo? E in Italia, quasi venticinque anni dopo la fine del Pci, ha vinto o perduto?
"Non ci si può caratterizzare come partito mantenendo solo una traccia sbiadita del Dna dei propri progenitori". A Giorgio Napolitano sta a cuore il rapporto tra politica e cultura, tra agire politico e conoscenza storica. I suoi recenti interventi pubblici molto insistono su questo nesso che è andato sgretolandosi negli ultimi decenni, soprattutto a sinistra dove tradizionalmente è stato molto forte. Un binomio - politica e cultura - che Napolitano come molti della sua generazione incarna esemplarmente e a cui vuole ora dedicarsi da " testimone" e " storico di complemento", come spiritosamente s'è definito ricevendo la laurea in Storia all'Università di Tor Vergata. La riflessione sul rapporto tra politica e cultura chiama in causa le trasformazioni della sinistra, ma con un'avvertenza. "Non faccio più politica di partito ancor prima di essere eletto al Quirinale. E da presidente della Repubblica non sono mai intervenuto nel travaglio o nell'evoluzione di una formazione politica in particolare. Oggi il mio è un contributo di riflessione storico-culturale".
Riflessione politico-culturale che lei, presidente Napolitano, lamenta come molto povera, anche a sinistra.
"Indubbiamente questo impoverimento c'è stato, anche perché sono scomparsi i canali attraverso cui si formava una cultura politica nei partiti: riviste, scuole, seminari e convegni pubblici. E una politica indebolita culturalmente, priva di autocoscienza storica e nutrimento ideale, perde anche forza di persuasione e capacità di guida".
Lei insiste sulla necessità di ripensare anche criticamente le proprie radici. Proprio in questi giorni sull'Unità Biagio De Giovanni, intellettuale a lei molto vicino, ha dato inizio a una discussione su " Berlinguer conservatore" sostenendo che il segretario del Pci non rinunciò mai a una visione leninista, imperniata sull'Ottobre Rosso.
"Lo scritto di De Giovanni mi è parso molto serio anche nella sua complessità.Berlinguer andò molto avanti nel differenziarsi da posizioni ideologiche e politiche proprie del comunismo sovietico, ma certo non ha mai cessato di ribadire il carattere rivoluzionario del partito, pur nella linea indicata da Togliatti: un processo graduale di trasformazione attraverso vie democratiche. Questo significava avere come obiettivo storico il superamento del sistema capitalistico" (...)
Lei sembra condividere l'analisi di De Giovanni sull'evoluzione della sinistra: dopo la fine dell'Urss, nelle formazioni successive al Pci - ossia Pds, Ds e Pd - non c'è mai stato un nuovo inizio, una rifondazione vera. Questo nuovo inizio, secondo lo studioso, è stato sostituito da un'altra cosa: dall'incontro di due culture sconfitte - la comunista e la cattolica - ad opera di quegli stessi uomini che avevano condiviso la sconfitta politica.
"Non si può però dimenticare il tentativo di far nascere un partito realmente nuovo: questa fu, nel dicembre del 1990 al Teatro Capranica di Roma, l'iniziativa della componente riformista del Pci, con apporti anche di altre personalità, in particolare socialiste. Però le forze di questa componente erano limitate e non riuscirono a influenzare in modo determinante i caratteri del nuovo partito che nasceva dal vecchio tronco del Pci" (...)
Oggi il Pd è entrato nel Pse, nella famiglia del socialismo europeo. Ma il suo nuovo nome dovrebbe cambiare in Partito della Nazione, formula che ha sollevato molte perplessità.
"Non voglio imbarcarmi in una discettazione sul partito della nazione. Voglio però citare una posizione che giudico interessante: è quella espressa da Peter Mandelson sulle cause della sconfitta del partito laburista guidato da Ed Miliband. Secondo Mandelson, stretto collaboratore di Tony Blair e tra gli ispiratori del New Labour, l'errore di Miliband è stato quello di caratterizzare il partito in ristretti termini di classe, di aver presentato il suo partito come " una metà della nazione in guerra contro l'altra". E invece per guadagnare consensi e dunque vincere le elezioni e governare - che dovrebbe essere il compito naturale di ogni partito politico in un paese democratico - è essenziale parlare alla nazione. Ma parlare alla nazione tutta, da un punto
L'ARTICOLO INTEGRALE SU REPUBBLICA IN EDICOLA O SU REPUBBLICA+
Via Marino, il prefetto di Milano Tronca commissario a Roma. Parte il totocandidato
Via Marino, il prefetto di Milano Tronca commissario a Roma. Parte il totocandidato
Gabrielli
ha firmato la nomina dopo la decadenza del consiglio comunale.
Dall'Expo al Giubileo, una scelta che rappresenta un chiaro segnale
dopo le parole di Cantone. Intanto nel centrosinista, per le
elezioni, si fa strada l'ipotesi Sabella
di
MICHELA SCACCHIOLI
ROMA
- Un riconoscimento per il lavoro svolto per Expo e un auspicio
affinché quella esperienza positiva venga replicata in occasione del
Giubileo. E' Francesco Paolo Tronca, prefetto di Milano, il
commissario straordinario individuato per guidare Roma dopo la
decadenza del consiglio comunale della Capitale e la fine del mandato
del sindaco Ignazio Marino. Il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha
appena firmato la sua nomina. "Orgoglioso e felice della fiducia
accordatami", ha detto subito dopo Tronca, il quale è nato a
Palermo 63 anni fa. "Affrontero' il nuovo incarico con il
medesimo impegno con cui ho affrontato, in questi 2 anni, il semestre
europeo, il vertice Asem e la preparazione e la gestione di Expo".
Colaprico:
''Tronca, in due anni ha cambiato volto alla Prefettura''
Soltanto qualche ora fa, al termine della conferenza stampa di commiato convocata dallo stesso Marino in Campidoglio, era stato il numero uno del Pd romano, Matteo Orfini, a promettere: "Siamo già al lavoro col governo per la scelta del commissario, la quale avviene contestualmente con le dimissioni del sindaco, per questo ci vorranno poche ore. L'esecutivo è all'opera per dare risposte immediate ai cittadini". Una risposta che è arrivata subito.
Una
scelta che vuole rappresentare un chiaro segnale in vista del
Giubileo, perché l'evento possa avere la stessa riuscita dell'Expo
che si sta chiudendo a Milano. Peraltro, è proprio il premier Matteo
Renzi a guardare al Giubileo come chance per provare a ribaltare
l'immagine negativa degli ultimi mesi. "Faremo di tutto per fare
del Giubileo con Roma ciò che è stato l'Expo per Milano", ha
detto il capo del governo e segretario di quel Pd contro cui stasera
Marino ha lanciato accuse pesanti. "Questa pagina si è chiusa,
ora basta polemiche, tutti al lavoro". Renzi va ripetendo che
ora si tratta innanzitutto di fare il possibile per recuperare quel
"rapporto con la città" che l'ormai ex sindaco ha
compromesso e per questo motivo procederà immediatamente con la
nomina del commissario e, subito dopo, con la scelta di quel dream
team che dovrà rappresentare la faccia del governo nella capitale.
Proprio del dream team dovrebbe far parte l'assessore uscente alla
Legalità, Alfonso Sabella, insieme al presidente del Coni Giovanni
Malagò e all'ex Expo Marco Rettighieri. Ma il nome di Sabella è
attualmente in pole anche per il toto-sindaco. Senz'altro è il nome
preferito da Orfini. Da Palazzo Chigi invece escludono la candidatura
di attuali membri del governo Renzi, da Marianna Madia a Paolo
Gentiloni a Beatrice Lorenzin. Mentre Alfio Marchini sembra sempre
più consegnato al campo del centrodestra
Il commissario, dunque, è scelto. E nella sua individuazione, oltre che nella provenienza del suo ultimo incarico, tornano alla mente le parole pronunciate da Raffaele Cantone, presidente dell'Anticorruzione: Milano - ha detto soltanto qualche giorno fa il numero uno dell'Autorità non senza scatenare reazioni - si è riappropriata "del ruolo di capitale morale del Paese, mentre Roma sta dimostrando di non avere quegli anticorpi di cui ha bisogno e che tutti auspichiamo possa avere in vista del Giubileo che aprirà i battenti il prossimo 8 dicembre". Non un attacco, aveva poi chiarito Cantone dopo le polemiche che si erano susseguite, ma "un pungolo" per spingere a lavorare su questa logica.
Il commissario, dunque, è scelto. E nella sua individuazione, oltre che nella provenienza del suo ultimo incarico, tornano alla mente le parole pronunciate da Raffaele Cantone, presidente dell'Anticorruzione: Milano - ha detto soltanto qualche giorno fa il numero uno dell'Autorità non senza scatenare reazioni - si è riappropriata "del ruolo di capitale morale del Paese, mentre Roma sta dimostrando di non avere quegli anticorpi di cui ha bisogno e che tutti auspichiamo possa avere in vista del Giubileo che aprirà i battenti il prossimo 8 dicembre". Non un attacco, aveva poi chiarito Cantone dopo le polemiche che si erano susseguite, ma "un pungolo" per spingere a lavorare su questa logica.
Dal
governo, è il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a ribadire a
caldo: "E' stato scelto il prefetto di Milano come commissario
di Roma "perché il Giubileo deve funzionare come l'Expo".
Tronca
è esperto di sicurezza pubblica, di mediazione sociale, di
problematiche dell'immigrazione e della gestione di emergenze. Come
riporta il sito del Viminale, si è laureato a Pisa nel 1975 in
Giurisprudenza e poi, nello stesso ateneo, anche in Storia. Ha
superato il concorso di commissario di Polizia, prendendo servizio a
Varese nel 1977. Il primo marzo 1979, dopo aver vinto il concorso di
consigliere di prefettura, ha iniziato la carriera
nell'amministrazione civile dell'Interno alla prefettura di Milano,
ricoprendo l'incarico di capo della segreteria del prefetto e,
quindi, gli incarichi di vicecapo di gabinetto e poi di capo di
gabinetto, rispettivamente per 8 e 7 anni, fino al primo luglio del
2000, data della nomina a viceprefetto vicario di Milano.
Il
23 maggio 2003 è stato nominato prefetto di Lucca. Nel 2006 è
diventatoprefetto di Brescia. Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al
merito della Repubblica italiana, è cultore di Storia del diritto
italiano all'università statale di Milano ed autore di diverse
pubblicazioni. Dal 28 novembre 2008 è stato capo del dipartimento
dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile,
per essere poi nominato nell'estate del 2013 prefetto di Milano.
da Repubblica.IT
da Repubblica.IT
30 ott 2015
La sfida disperata dell'indagato Marino
La sfida disperata dell'indagato Marino
Oggi
potrebbe essere la giornata decisiva per la crisi in Campidoglio
mentre per la vicenda degli scontrini l'ipotesi di reato è il
peculato. Le dimissioni dei consiglieri Pd, si cercano altri sei nomi
per far decadere la giunta. Crisi, rallenta la disoccupazione, anche
quella giovanile. Migranti, nuova strage di bambini nelle acque
greche.
Il commento del vicedirettore Dario Cresto-Dina, in apertura della riunione di redazione del mattino. Gli interventi dei responsabili dei settori. Le nostre telecamere dentro Repubblica
di Gianluca Luzi, a cura di Giorgio Caruso
montaggio Paolo Saracino
Il commento del vicedirettore Dario Cresto-Dina, in apertura della riunione di redazione del mattino. Gli interventi dei responsabili dei settori. Le nostre telecamere dentro Repubblica
di Gianluca Luzi, a cura di Giorgio Caruso
montaggio Paolo Saracino
Tesoro: con Poste raggiunto obiettivo di privatizzazioni a 6,5 miliardi
Tesoro: con Poste raggiunto obiettivo di privatizzazioni a 6,5 miliardi
Il
ministro Padoan: "L'anno prossimo proseguiremo con Enav e Fs".
Intanto "la crescita sta andando oltre le previsioni, la
spending review continua e ora entra le dettaglio"
MILANO
- "Con la privatizzazione
di Poste Italiane il
governo ha raggiunto l'obiettivo di incassi dalle cessioni di
partecipazioni (o operazioni assimilate), indicato nel Documento di
Economia e Finanza (e ribadito nella Nota di Aggiornamento al Def)
nello 0,4% del Pil, pari a circa 6,5 miliardi. Come è noto, i
proventi dalle privatizzazioni sono destinati per legge ad
abbattimento del debito pubblico". Il Tesoro annuncia così, sul
suo sito, il raggiungimento di quanto si prefissava in termini di
cessioni. Il tutto mentre il titolare delle Finanze, Pier Carlo
Padoan, dall'assemblea dell'Anci garantisce: "Le privatizzazioni
continueranno l'anno prossimo con Enav e Fs". Per il ministro,
"la crescita sta andando oltre le previsioni, gli investimenti
sono finalmente positivi, un tasso di crescita dell'occupazione buona
grazie alle misure prese. Più in generale la ripresa dell'economia è
fortemente basata sulla domanda interna".
Tornando alle privatizzazioni, il Mef dettaglia che le operazioni che hanno conseguito il risultato sono state quattro. Con l'immissione sul mercato di azioni di Poste Italiane pari al 34,7% del capitale è stato realizzato un introito pari a circa 3,1 miliardi. In caso di integrale esercizio dell'opzione Greenshoe riservata agli investitori istituzionali (hanno tempo 30 giorni a partire dalla quotazione del 27 ottobre) il capitale immesso sul mercato sale al 38,2% con conseguente aumento dei proventi a circa 3,4 miliardi. A febbraio 2015 è stato ceduto a banche nazionali e internazionali un pacchetto di azioni pari al 5,74% del capitale di Enel con un introito pari a 2,2 miliardi. Tra le operazioni concluse, assimilabili alle privatizzazioni e il cui gettito viene quindi utilizzato per la riduzione del debito pubblico, vi è il rimborso da parte dei cosiddetti Monti bond da parte del Monte dei Paschi di Siena. I proventi dell'operazioni sono stati pari a circa 1,1 miliardi. Ulteriori 200 milioni sono giunti al Tesoro dal dividendo straordinario riconosciuto dall'Enav per esubero di capitale. Di fatto si è ridotto il valore della partecipazione in Enav a seguito della distribuzione del dividendo straordinario.
Di nuovo Padoan, ha difeso l'operato sui tagli: "Contrariamente a quello che si dice e si legge, la spending review continua, entra nei dettagli e utilizza gli spazi che ancora ci sono". Sui conti pubblici: "Il deficit scende e continuerà a scendere, anche se a volte sento strani commenti sul fatto che il deficit salirebbe. Facciamo una finanza pubblica rigorosa in un Paese dall'alto debito, che l'anno prossimo comincerà a calare", ha aggiunto. In riferimento ai dati sull'occupazione,
Tornando alle privatizzazioni, il Mef dettaglia che le operazioni che hanno conseguito il risultato sono state quattro. Con l'immissione sul mercato di azioni di Poste Italiane pari al 34,7% del capitale è stato realizzato un introito pari a circa 3,1 miliardi. In caso di integrale esercizio dell'opzione Greenshoe riservata agli investitori istituzionali (hanno tempo 30 giorni a partire dalla quotazione del 27 ottobre) il capitale immesso sul mercato sale al 38,2% con conseguente aumento dei proventi a circa 3,4 miliardi. A febbraio 2015 è stato ceduto a banche nazionali e internazionali un pacchetto di azioni pari al 5,74% del capitale di Enel con un introito pari a 2,2 miliardi. Tra le operazioni concluse, assimilabili alle privatizzazioni e il cui gettito viene quindi utilizzato per la riduzione del debito pubblico, vi è il rimborso da parte dei cosiddetti Monti bond da parte del Monte dei Paschi di Siena. I proventi dell'operazioni sono stati pari a circa 1,1 miliardi. Ulteriori 200 milioni sono giunti al Tesoro dal dividendo straordinario riconosciuto dall'Enav per esubero di capitale. Di fatto si è ridotto il valore della partecipazione in Enav a seguito della distribuzione del dividendo straordinario.
Di nuovo Padoan, ha difeso l'operato sui tagli: "Contrariamente a quello che si dice e si legge, la spending review continua, entra nei dettagli e utilizza gli spazi che ancora ci sono". Sui conti pubblici: "Il deficit scende e continuerà a scendere, anche se a volte sento strani commenti sul fatto che il deficit salirebbe. Facciamo una finanza pubblica rigorosa in un Paese dall'alto debito, che l'anno prossimo comincerà a calare", ha aggiunto. In riferimento ai dati sull'occupazione,
e
all'effetto delle mosse del governo, ha detto: "Il bonus
assunzioni verrà prorogato anche quest'anno, ma non potrà durare in
eterno".
Da
RepubblicaEconomia.it
Milano: è morto il partigiano Tino Casali, tra i fondatori e presidente onorario dell'Anpi
Milano: è morto il partigiano Tino Casali, tra i fondatori e presidente onorario dell'Anpi
Figura
centrale dell'antifascismo italiano. Il cordoglio dell'associazione:
"Perdiamo l'ennesimo e prezioso testimone di una decisiva
stagione di libertà e fecondo amor di patria". Pisapia: "Figura
esemplare"
Un
combattente, partigiano, figura centrale dell'antifascismo italiano,
diventato uno dei fondatori dell'Associazione nazionale italiana
partigiani. E' morto Agostino 'Tino' Casali, presidente onorario
dell'Anpi, aveva 95 anni. E' stato comandante partigiano e poi nel
dopoguerra tra i principali protagonisti dell'associazione, oltre che
consigliere e assessore comunale. "Con immenso dolore", la
notizia della sua scomparsa è stata data da Roberto Cenati,
presidente dell'Anpi provinciale di Milano di cui Casali era
presidente onorario. Cenati ha espresso il suo profondo dolore alla
moglie Isa, ai famigliari e ai compagni, mentre il sindaco Giuliano
Pisapia ha ricordato "una figura esemplare". Nel 2002 ha
ricevuo la Benemerenza Civica.
"Da
ragazzo scelse di combattere dalla parte della libertà e nel
dopoguerra ha proseguito il suo impegno per la democrazia e per la
giustizia sociale - sono le parole del sindaco - conoscerlo e
frequentarlo per me è stato un onore. Tino era il suo nome di
battaglia da partigiano ed era anche il nome con cui tutti lo
chiamavamo perché alla memoria della Resistenza aveva dedicato gran
parte della sua vita. Voglio anche sottolineare l'amore di Tino per
la nostra città - ha detto ancora Pisapia ricordando il suo impegno
in consiglio comunale come consigliere e assessore - si è sempre
prodigato per rendere Milano all'altezza delle aspettative di quella
generazione a cui dobbiamo la libertà fondata sulla Costituzione
repubblicana". Domani dalle 14.30 sarà allestita la camera
ardente nella Casa della Memoria in via Federico Confalonieri 14.
Seguiranno, le orazioni commemorative.
"Nato
a Milano il 25 aprile 1920 - si legge nel testo di cordoglio della
Presidenza e della segreteria nazionale dell'Anpi - dopo l'8
settembre 1943, col nome August Colombanì, si batte con il maquis,
il movimento di Resistenza e liberazione nazionale francese, nel
Vaar-Collebrieres. Rientrato in Italia all'inizio del 1944,"Tino"
(che sarà il suo nome di battaglia per tutta la Guerra di
Liberazione), partecipa all'organizzazione dei Gap nel capoluogo
lombardo. Nella primavera del 1944 si sposta nell'Oltrepò pavese.
Prima comandante del Battaglione 'Cosenz', poi commissario della
Brigata 'Casotti', 'Tino' alla vigilia dell'insurrezione è il
commissario della Divisione d'assalto 'Antonio Gramsci'. Questa
formazione di montagna sarà una delle protagoniste della Liberazione
di Milano. Tino Casali è tra i fondatori, con Arrigo Boldrini e
altri, dell'Anpi. Ne presiederà prima il Comitato Provinciale, per
oltre mezzo secolo, e poi il Comitato nazionale dal 2006 al 2009.
"Figura
di spicco della Milano democratica - si legge ancora- ha
rappresentato un saldo timone degli ideali e dei principi della
Resistenza promuovendoli e presidiandoli in ogni sede, con
la
generosità, la forza di volontà e l'intelligenza politica che lo
hanno sempre contraddistinto. Perdiamo con Tino, l'ennesimo e
prezioso testimone di una decisiva stagione di libertà e fecondo
amor di patria. Terremo alto il suo esempio e la sua lezione di vita
e futuro: coerenza, responsabilità, passione civile. L'Anpi
nazionale è vicina alla moglie Isa e agli amici e ai compagni che
per tanti anni hanno condiviso con lui idee e battaglie".
Da
Repubblica.it
29 ott 2015
Crisi Russia-Ucraina? Quanto ci rimettono le aziende italiane
Crisi Russia-Ucraina? Quanto ci rimettono le aziende italiane
Bruciati
872 milioni di euro in un anno tra import ed export. L’Italia non
può fare molto per riportare la pace, ma sta lavorando sul piano
diplomatico con Mosca e Kyev
La
crisi commerciale tra l’Occidente e la Russia, variabile dipendente
della contesa politica in corso, scoppiata a causa della questione
ucraina, va avanti. Almeno fino al prossimo gennaio, quando l’Unione
europea dovrà decidere se rinnovare le sanzioni nei confronti di
Mosca. Che dal canto suo mantiene in vigore l’embargo
sull’agroalimentare comunitario.
russiaUna
tale contesa ha generato un clima glaciale sul fronte
dell’interscambio e degli investimenti euro-russi, capace di
contaminare anche i settori non direttamente colpiti dalle
restrizioni in atto. Il contraccolpo per le aziende italiane è
violento. In agosto le esportazioni verso la Federazione russa hanno
visto una contrazione del 19% rispetto allo stesso mese del 2014. La
flessione è invece del -16% per quanto riguarda le importazioni.
Quanto al volume complessivo dell’interscambio, sono stati bruciati
872 milioni di euro. Lo si evince dagli ultimi dati dell’Istat sul
commercio con l’estero. Allargando il raggio, viene fuori che nel
secondo trimestre 2015 l’export ha perso 28,5 punti percentuali e
l’import 14,3.
Senza
girarci troppo intorno: è un disastro. Le imprese stanno perdendo
punti d’appoggio importanti in un mercato che ha sempre attratto,
restituendo ottimi risultati a chi ha scelto di puntarci. Il fatto
che anche la Germania ci stia rimettendo – l’export verso la
Russia è crollato del -29,7% nel periodo gennaio-luglio, riporta il
Wall Street Journal – non può consolare.
Come
uscire dal vicolo cieco? Molto, quasi tutto, dipende dallo scenario a
Kiev. Del resto è l’origine di questo momento complicato. Una
fonte, ben addentro alle cose ucraine, ci illustra gli ultimi
sviluppi. «Senz’altro è da salutare positivamente il fatto che
nell’ultimo mese e mezzo gli scontri sono praticamente cessati. Si
ritirano le armi pesanti dalla linea del fronte e nel paese cresce la
voglia di stabilità», dopo ormai due anni di tensioni, iniziate con
le proteste di Kiev, proseguite con la fuga del presidente Viktor
Yanukovich e con la secessione della Crimea, sfociate in una guerra
vera e propria che ha causato morti e portato centinaia di migliaia
di persone a lasciare le proprie abitazioni.
Eppure
questo desiderio legittimo di tranquillità non prelude a una
pacificazione imminente. La Russia ha molte leve capaci di rendere a
Kiev la vita difficile, può azionarla in ogni momento. E poi c’è
la situazione politico-economica interna dell’Ucraina, tutt’altro
che fluida. Il governo è tenuto ad attuare le riforme per il
rilancio dell’economia (c’è recessione pesante e il Fondo
monetario internazionale sta prestando molti soldi) e dare efficacia
alle misure previste dagli accordi di Minsk sulla normalizzazione
nelle aree ribelli Donbass, quelle controllate dai filorussi. Non è
una missione facile, viste le resistenze dei gruppi radicali e delle
oligarchie.
ucraina La prossima domenica in Ucraina ci sono le elezioni amministrative. Aiuteranno a capire se il presidente Petro Poroshenko e il governo guidato da Arseni Yatseniuk dispongono del consenso necessario a portare avanti questo processo. Il cui esito non potrà mai riportare indietro le lancette del tempo. «L’Ucraina non sarà mai più la stessa. Ha perso un pezzo del suo territorio e quell’equilibrio tra est e ovest, Russia e Occidente, sempre precario ma tutto sommato costante, non è replicabile nel breve periodo, forse neanche nel medio». Ma in un modo o nell’altro Kiev dovrà per forza di cose trovare dei compromessi con Mosca. E questo vale pure per l’Europa.
Veniamo
così all’Italia. Che ruolo può giocare per fluidificare la
situazione in Ucraina? Verrebbe da dire che Roma non ha molta voce in
capitolo, se non altro perché è esclusa dal cosiddetto “formato
Normandia”, il quartetto (Germania, Francia, Russia, Ucraina) che
per mezzo di colloqui e incontri diretti di alto livello sta cercando
di sistemare i pezzi del domino. Ciononostante, una dote da spendere
c’è. Da un lato si può giocare sul rapporto rodato con la Russia,
che risente senz’altro delle sanzioni, ma riesce al contempo a
“resistere” a esse. Dall’altro c’è da segnalare una forte
attenzione del governo Renzi verso l’Ucraina. Martedì prossimo il
ministro degli Esteri Paolo Gentiloni dovrebbe essere a Kiev. È la
sua seconda visita nell’ex repubblica sovietica. E un’altra era
stata effettuata da Federica Mogherini prima che assumesse l’attuale
incarico di titolare della diplomazia europea. Lo stesso Matteo Renzi
è stato a Kiev. Nel marzo scorso, subito prima di recarsi a Mosca e
qualche mese dopo aver presieduto un faccia a faccia tra Poroshenko e
Putin a Milano, lo scorso ottobre. Erano anni che a Kiev non si
vedevano politici italiani di prima categoria. Si lavora anche a una
visita di Poroshenko in Italia, veniamo a sapere. Dovrebbe tenersi a
novembre.
Da
http://www.unita.tv/focus/
Expo, che fine faranno i padiglioni dopo il 31 ottobre: rimontati, distrutti o all’asta
Expo,
che fine faranno i padiglioni dopo
il 31 ottobre: rimontati,
distrutti o all’asta
I
casi
Angola, Principato di Monaco, Svizzera, Austria e molti altri: c’è
chi decide di riportare
il padiglione in patria e chi ha immaginato una seconda destinazione solidale
il padiglione in patria e chi ha immaginato una seconda destinazione solidale
Il
futuro dei padiglioni di Expo, a pochi giorni dalla chiusura dei
tornelli, si fa sempre più delineato. Ai commissari dei Paesi è
stato chiesto di indicare una destinazione futura per le proprie
strutture, immaginandone una «seconda vita». Perché una cosa è
certa: dal primo novembre inizierà — partendo dagli arredi — la
fase di smontaggio per liberare, entro il 3o giugno 2016, l’area di
Rho-Pero.
A
rimanere sul sito saranno solamente poche strutture: Palazzo Italia,
Cascina Triulza — l’unica struttura preesistente ma ristrutturata
ex novo, destinata al volontariato e al Terzo settore — il
Padiglione Zero , l’Albero della Vita e, probabilmente, l’Open
Air Theatre per il quale però servirà una copertura.
Da
IL Corriere Della Sera.IT
Milano, Cantone e gli anticorpi di Roma
Milano, Cantone e gli anticorpi di Roma
Il
magistrato anticorruzione medita se uscire dall'Anm mentre continua
il braccio di ferro tra Marino e il Pd. Tangenti, arrestato il
presidente della rete ferroviaria. Calcio, per guarire dalla crisi la
Juve in ritiro.
Il commento del direttore Ezio Mauro, in apertura della riunione di redazione del mattino. Gli interventi dei responsabili dei settori. Le nostre telecamere dentro Repubblica
di Gianluca Luzi, a cura di Giorgio Caruso
montaggio Paolo Saracino
Il commento del direttore Ezio Mauro, in apertura della riunione di redazione del mattino. Gli interventi dei responsabili dei settori. Le nostre telecamere dentro Repubblica
di Gianluca Luzi, a cura di Giorgio Caruso
montaggio Paolo Saracino
Cari titolisti del Fatto, su Padoan non c’era notizia
Cari titolisti del Fatto, su Padoan non c’era notizia
Non c’è nessuna smentita del Mef a Padoan come suggerisce il titolone d’apertura
Il
titolo di apertura del Fatto di oggi ci ha sinceramente allarmato:
“Contanti a 3mila euro: Padoan smentito pure dal suo
ministero”. Finché si scherza si scherza, ragazzi, ma Padoan è una
specie di colonna portante, lo sappiamo tutti: se crolla lui, sono
guai veri. L’occhiello è anche più esplicito: “Furbate. Il
ministro nega legami con l’evasione, ma il suo dicastero
li conferma”.
Di
tutto avremmo bisogno, meno che di un conflitto esplicito fra il Mef
e il suo titolare: questo sì che è un problema, proprio ora
che la fiducia di consumatori e imprese è finalmente tornata ai
livelli pre-crisi e i tassi dei nostri titoli di Stato sono scesi
sotto lo zero (a proposito: di questa irrilevante notiziola
sulla prima pagina del Fatto curiosamente non c’è traccia).
Sempre
più preoccupati, corriamo a leggere l’articolo in cerca di nuovi
particolari. Ed ecco lo scoop: Padoan ha dichiarato che “non
esiste una correlazione tra limite all’utilizzo del contante
ed estensione dell’economia sommersa”, ma sul sito del ministero
c’è un rapporto del 2011 che consiglia, nella parte finale,
di “accrescere l’uso della moneta elettronica”. Tutto qui?
Dov’è il contrasto, lo scontro, la guerra fra Padoan e il suo
ministero?
Il
Fatto non si dà per vinto e produce anche uno studio dell’Abi
“fatto proprio” dal Tesoro. Le banche, com’è naturale,
sono favorevoli ai bonifici e alle carte di credito perché
ci guadagnano. Ma neppure loro hanno certezze sul punto in
discussione: il risultato dello studio, leggiamo nell’articolo,
“non basta per stabilire un legame causa-effetto” fra diminuzione
del contante e diminuzione dell’evasione, “ma consiglia molta
prudenza del negarlo”.
Dunque,
ricapitolando: non c’è nessun documento ufficiale del Mef che
smentisca Padoan, nessuna dichiarazione, nessuna indiscrezione;
c’è però uno studio delle banche di quattro anni fa che
“consiglia prudenza”. Giusto, giustissimo: un po’ di prudenza è
consigliabile a tutti.
Anche
ai volenterosi titolisti del Fatto.
Da
http://www.unita.tv/opinioni/
28 ott 2015
Casaleggio boccia i “quattro consoli di Roma” e apre alla società civile
Casaleggio boccia i “quattro consoli di Roma” e apre alla società civile
Il
“guru” Gianroberto Casaleggio ieri è venuto a Roma. Una
visita a sorpresa che aveva l’obiettivo di dare una sterzata alla
partita per prendersi il Campidoglio. E’ chiaro che il
quadrumvirato composto dai consiglieri M5S di Roma, “quattro
consoli per Roma” li aveva incoronati Grillo a Imola, non
vengono considerati abbastanza forti per
la volata che i Cinquestelle vogliono fare.
La
performance dei quattro “romani” alla trasmissione di Lucia
Annunziata sembra averlo lasciato molto, molto freddo, per usare un
eufemismo.
Per
questo, nel chiuso delle stanze, senza streaming, ieri l’incontro
del cofondatore del movimento coi componenti del
direttorio (Luigi Di Maio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista,
Carla Ruocco e Carlo Sibilia) e con le parlamentari capitoline
Paola Taverna e Roberta Lombardi, le “donne forti” del M5S.
Insomma, pur di non farsi scappare la possibilità di prendersi la
Capitale, prende piede il cambio di rotta: l’apertura alla società
civile. Non a caso, in molti hanno notato sul sacro blog un video
dell’archeologo Salvatore Settis.
Ora
tra i quattro consiglieri grillini di Roma (soprattutto Virginia
Raggi data per favorita e il capogruppo Marcello De Vito) c’è un
po’ di costrernazione. Eccolo, quindi, il coniglio bianco tirato
fuori dal cilindro, visto che i nomi forti Alessandro Di Battista,
Paola Taverna e Roberta Lombardi non possono essere candidati e
abbandonare il loro mandato a metà. Una cambio di rotta di questo
genere, infatti, non potrebbe essere tollerato dagli attivisti.
Risulta più digeribile, invece, la scelta di un candidato (magari
proveniente dalla società civile, forse un volto noto) con una
votazione online perché “è giusto coinvolgere i cittadini
romani il più possibile”. Una ripetizione in piccolo del copione
del famoso Rodotà-ta-ta.
Le
regole fisse rimangono sempre le stesse: non aver militato in altri
partiti e non avere condanne penali. La stagione di caccia per
Grillo&Casaleggio è aperta.
Da
http://www.unita.tv/focus
Salvini, l’antitaliano contro la flessibilità europea
Salvini, l’antitaliano contro la flessibilità europea
Junker apre alla possibilità di sconti per i Paesi impegnati per l’accoglienza
Le
parole del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker
rappresentano un passo avanti per Roma, che da tempo chiede che la
famosa flessibilità venga parametrata in base agli sforzi che ogni
paese sostiene sul fronte dell’accoglienza. È una novità
importantissima.
Va
ricordato che nel testo della legge di stabilità presentata da
governo sono presenti richieste di flessibilità per 0,2 punti di Pil
(cioè di potersi indebitare per altri 3 miliardi di euro circa)
proprio in ragione dell’emergenza migranti.
Il
fatto è che oggi Bruxelles ha aperto sulla concessione di margini
finanziari in risposta alla crisi dei migranti: la Commissione
europea “applicherà la flessibilità” alle spese per i rifugiati
perché “siamo di fronte ad una situazione di eccezionalità”, ma
tale flessibilità sarà “applicata Paese per Paese” e purché
siano dimostrati “sforzi straordinari”. Questo ha detto ha
detto Juncker, precisando che “anche tra i grandi Paesi c’è chi
non fa sforzi sufficienti”.
Ma
ecco che invece di plaudire, Matteo Salvini si è scatenato in una
reazione furibonda, bollando come “una vergogna” l’apertura Ue,
un esempio di “mondo al contrario: spiace che Renzi sia complice di
questo mondo al contrario”.
Un’uscita
propria di “un anti-italiano”, come il capogruppo del Pse Gianni
Pittella ha definito il capo leghista. Disgustato dal fatto che forse
al nostro Paese arriveranno alcun miliardi in più. Non come regalia
ma come riconoscimento dell’impegno italiano a salvare alcune
decine di migliaia di vite umane.
Da
http://www.unita.tv/focus
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