Preti
pedofili, scandalo anche italiano: sono
117 i sacerdoti condannati
per le violenze
di
di
Francesco Lo Dico IL Mattino.it
Era
nudo. Era davanti a Gesù crocefisso. Dietro di lui un'ombra che lo
sovrastava. Una voce che rassicurava quel piccolo undicenne che
tratteneva le lacrime. «Non avere paura, sono le mani di Dio», gli
diceva il frate mentre accarezzava il suo corpicino. Un caso, uno
delle centinaia quello di Mario. Che a lezione di catechismo, in un
monastero della Toscana, ha perduto la propria innocenza. Molto è
cambiato nella Chiesa italiana, da quando papa Ratzinger condannò
duramente la pedofilia nella lettera pubblica ai cattolici di Irlanda
che nel 2010 invertì definitivamente la rotta prima che giungesse
irreparabile lo schianto. Ma molto c'è ancora da fare. La prova è
nell'incertezza dei numeri, che sembrano ancora velati da quella
stessa «riservatezza», che ha scagliato la Chiesa in un vortice di
accuse e di scandali.
«Oportet
ut veniant scandala», dice Marco nel Vangelo. Che tradotto vuol
dire: è bene che gli scandali scoppino. Eppure tentare di conoscere
le dimensioni del fenomeno italiano, è assai complicato.
Innanzitutto perché in Italia non esiste a oggi uno studio ufficiale
che renda conto di quanti siano gli abusi su minori consumati in
ambienti religiosi. E poi perché tra casi denunciati e casi
segnalati, c'è un ampio discrimine. Basti pensare che nel 2010, il
Telefono Azzurro raccolse 105 segnalazioni di abusi su minori che nel
3-4 per cento dei casi aveva visto come protagonista un religioso.
Segnalazioni che tuttavia non hanno trovato riscontro in sede
giudiziaria. A spiegare il discrimine, non è solo la reticenza delle
vittime. Ma anche la cornice delle regole.A livello globale, sono
state 3420 le denunce che la Congregazione per la dottrina della fede
ha ricevuto tra il 2004 e il 2013. Di queste, ben 401 facevano
riferimento a fatti accaduti nel 2013. Denunce spesso incanalate
nell'alveo canonico, e cioè in un ambito non sempre comunicante con
quello dell'autorità giudiziaria che conferisce ai casi e ai reati
evidenza pubblica.Secondo quanto previsto dalla legge italiana e
dagli accordi concordatari, «i vescovi sono esonerati dall'obbligo
di deporre o di esibire documenti in merito a quanto conosciuto o
detenuto per ragioni del proprio ministero».
In
forza di ciò, le Linee guida per i casi di abuso sessuale nei
confronti di minori da parte di chierici elaborate dalla Cei nel 2012
non impongono dunque ai vescovi l'obbligo di denunciare i preti
pedofili alla magistratura. E la situazione italiana? Tra il 2002 e
il 2012 sono emersi in Italia 135 casi di pedofilia tra i sacerdoti,
che si sono tradotti in 77 denunce ai magistrati, 22 condanne in
primo grado e 17 in secondo, 21 patteggiamenti, 12 archiviazioni, e 5
assoluzioni.Tutto ciò a fronte di 20mila episodi di pedofilia
all'anno che secondo il presidente de «La Caramella buona on lus»,
Roberto Mirabile, si verificano nel nostro Paese a opera di religiosi
e non religiosi che mediamente danno luogo a mille processi per reati
sessuali ogni 12 mesi. Secondo quanto riferito da monsignor Mariano
Crociata nel 2010 «un centinaio di casi sono stati rilevati dal
punto di vista dei procedimenti canonici nel corso dell'ultimo
decennio».
Cifre
che circoscrivono la responsabilità dei reati commessi da religiosi
al 2 per cento del totale. Secondo la rete L'abuso, associazione nata
da un gruppo di vittime di preti pedofili, sono 65 i sacerdoti
attualmente indagati in Italia, in attesa di giudizio o di sentenza
definitiva. Tra questi alcuni sono a piede libero, o hanno soltanto
obbligo di dimora. Altri, viste le aggravanti, sono custoditi in
carcere. Un esempio su tutti il caso di don Dino, prete di Fiumicino
finito in cella perché era in possesso di 1686 file ritraenti minori
di 18 anni. Gli inquirenti hanno ritrovato nella sua casa un
memoriale («frutto di fantasia», si difende il don), che
racconterebbe 50 anni di abusi su minori, dal titolo piuttosto
esplicito: «Vi ho amato tutti e mai vi scorderò: Cinquant'anni di
sesso 1956-2006».
Altri
preti sono stati indirizzati in comunità di recupero nelle more di
nuove valutazioni da parte della Congregazione per la dottrina della
fede o del giudizio del tribunale. Alcuni di loro sono ospiti di due
centri gestiti dalla congregazione dei Padri Venturini, villa Iride a
Verbania e la casa madre di Trento, e affidati alle cure di un
terapeuta religioso, padre Franco Fornari. Villa Iride, in
particolare, rappresenta per i legali di alcuni religiosi condannati
per abusi sessuali un'importante alternativa in caso di arresti
domiciliari per i loro clienti. In questo centro, dal maggio del 2012
è recluso don Marco Mangiacasale, accusato di violenza sessuale a
danno di alcuni adolescenti quando era parroco di San Giuliano di
Como, in attesa del verdetto definitivo della Cassazione.
Secondo
L'Abuso, sono 117 i sacerdoti che dal 2000 a oggi sono stati
condannati in via definitiva o hanno confessato reati sessuali e
molestie a danno di minori. Numeri certamente striminziti, rispetto
alla portata del fenomeno. «Occorre che gli scandali avvengano»,
dice San Marco nel Vangelo, «ma guai a colui che li produce».
L'ammonimento del Nazareno, dopo duemila anni, ha il suono di una
profezia incompiuta.
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