La
destra sconfitta, non governa nessuna
delle prime dieci città del
Paese
Il
rischio, soprattutto per la Lega di Salvini, è che il travaso di
voti verso il Movimento 5 Stelle diventi stabile e non solo
occasionale
A
seggi chiusi e risultati ormai definiti le interpretazioni del voto
già si sprecano. Da una parte l’exploit del Movimento 5 Stelle in
due città fondamentali e così diverse tra loro come Roma e Torino,
dall’altra il Pd che incassa le due pesanti sconfitte ma si consola
con la decisiva vittoria di Milano e la sostanziale tenuta di
Bologna, dopo aver già conquistato Cagliari al primo turno. Tra i
capoluoghi di regione, il centrodestra la spunta solo a Trieste.
Numeri
alla mano, il centrodestra, oggi, non amministra alcune delle dieci
città più popolose del Paese: di Roma, Torino, Milano e Bologna
abbiamo già detto. A Napoli, Palermo, Genova, Firenze, Bari e
Catania di sindaci di Forza Italia, Fratelli d’Italia o Lega Nord
non c’è neanche l’ombra. Un dato che alcune importanti vittorie
e la “quasi” vittoria di Milano non bastano ad attutire.
Dietro
questo scenario ci sono varie spiegazioni, molto diversificate a
seconda delle realtà locali. Tra le tante interpretazioni c’è
anche quella che, come abbiamo visto a Roma e Torino, i voti della
destra convergono sul candidato del Movimento 5 Stelle in caso di
ballottaggio contro il Pd. Ma non si può dire le stessa cosa se
invertiamo i fattori. Un rischio, soprattutto per la Lega di Salvini,
che, appoggiando apertamente i candidati pentastellati e agitando
esclusivamente la bandierina dell’antipolitica, rischia di veder
crescere il travaso di consensi verso Grillo: questa volta sono stati
voti occasionali, in futuro potrebbero diventare stabili.
di
Stefano Cagelli per L' Unità.TV
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