“Cara
Virginia, hai firmato un
licenziamento in bianco.
Un’umiliazione
per le donne”
“Come
puoi vendere la tua libertà sotto minaccia di una sanzione di
150mila euro?”
Cara
Virginia lo sai anche tu: la vita delle donne in politica non è una
passeggiata di salute.
Per
questo ho respinto le insinuazioni sulla tua carriera e combatto con
rispetto le scelte del tuo movimento perché li ritengo talmente
vacui da poter piacere alla destra, non a caso leader di destra come
Salvini e la Meloni hanno dichiarato che voterebbero per te al
ballottaggio. Ma questo fa parte del confronto ideale, politico e
programmatico.
E
sarà durissimo perché non permetteremo che al governo di Roma
arrivi chi si è espresso contro i vaccini, e contro lo screening
precoce del tumore.
C’è
una cosa più importante che vorrei discutere da donna a donna. La
forza di tutte le donne è la battaglia per la libertà e
l’indipendenza, personale, professionale e lavorativa, familiare e
culturale.
Le
donne che si sono battute e si battono con noi hanno sempre avuto
questa stella polare.
E’
grazie alla lotta delle combattenti della Resistenza, a quelle del
movimento femminista che possiamo presentarci ai cittadini e alle
cittadine romane, in una sfida leale sostenute da una legge sulla
parità di genere anche nelle preferenze.
E’
un patto: da persone libere ed indipendenti ci presentiamo (con un
partito, una lista civica o un movimento) per rappresentare i
cittadini. Nessuno ci può toccare.
Dopo
che ci avranno eletto in altrettanta assenza di vincoli dovremo fare
il meglio per esercitare questo “mandato”. Io almeno la penso
così.
Tu
invece hai affermato che se il tuo capo, un uomo, te lo chiedesse ti
dimetteresti. Che figura ci facciamo tutte noi?
Hai
anche firmato una lettera di licenziamento in bianco, un patto
vessatorio che mette la tua libertà in mano ad un padrone anonimo,
“il movimento” o lo staff, estraneo al mandato popolare.
Scusa
la crudezza, ma davvero sei disposta a vendere la tua libertà sotto
minaccia di una sanzione di 150.000 euro? Non ci posso credere. Come
è possibile?
Abbiamo
lottato per anni per evitare che le donne dovessero firmare
licenziamenti anticipati in bianco magari perché costrette o per
impedire che l’attesa di un figlio le sbattesse fuori. Ti prego di
non umiliarci tutte con questa specie di asservimento, le donne non
sopportano catene o taglie sulla loro libertà. Ritira quella firma e
facciamola insieme questa battaglia.
di
Anna Paola Concia per L'Unità.TV
Nessun commento:
Posta un commento