15 apr 2016

Polo della ricerca per il nostro Paese

Polo della ricerca per il 
nostro Paese
La lettera del ministro per le Politiche Agricole Maurizio
 Martina al Corriere della Sera
Caro direttore, l’iniziativa che il governo ha assunto con il progetto Human Technopole nelle aree di Expo a Milano può segnare un punto di svolta di grande rilevanza per il Paese ed è giusto per questo discuterne e confrontarsi per capirne la portata e l’ambizione.


Nel solco dei grandi temi affrontati con successo grazie all’Esposizione universale 2015 «Nutrire il pianeta, energia per la vita», abbiamo ritenuto doveroso impostare un progetto pluriennale per collocarci fra le realtà più avanzate nella ricerca applicata alle scienze per la vita. Ci siamo ispirati al lavoro proposto nei mesi espositivi con la Carta di Milano nel quadro dei nuovi obiettivi del Millennio definiti dalle Nazioni Unite nel settembre scorso. Lo abbiamo fatto con la consapevolezza che l’Italia ha talenti ed esperienze straordinarie nel campo della ricerca e un patrimonio di sensibilità uniche da sviluppare lungo l’asse delle produzioni agricole sostenibili, delle tecnologie alimentari avanzate, della nutrizione e degli stili di vita, della ricerca, della salute e della medicina.


Per questo Human Technopole sarà un incubatore di laboratori nei settori della genomica, della nutrizione, del cibo e dell’analisi delle grandi masse di dati per lo sviluppo di una strategia di medicina di precisione al servizio dei cittadini. Questo progetto, accanto all’insediamento della nuova cittadella universitaria della Statale di Milano, sarà l’anima dell’intera area Expo riorganizzata, che dovrà vedere protagonisti operatori pubblici e privati grazie all’unità d’intenti consolidata tra governo, Regione e Comune. Un ecosistema capace di attrarre investimenti in genetica, alimentazione e big data che già oggi ha mosso grande interesse tra aziende e realtà internazionali pronte a collaborare operativamente, facendo così dell’area il grande hub italiano della ricerca riconoscibile in tutto il mondo. Come è noto la redazione del progetto è stata affidata alla regia scientifica dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ente pubblico di diritto privato.


L’elaborazione della proposta è avvenuta nel corso di quattro mesi di intenso lavoro, coinvolgendo gli scienziati di Iit, quelli di diverse istituzioni, fra cui i delegati delle università milanesi, le principali realtà cliniche della zona (Ircss) e diversi soggetti nazionali di massima rilevanza scientifica. La proposta, consegnata nel febbraio scorso, rappresenta un piano di lungo termine che prevede la realizzazione di una infrastruttura (large scare facility) recuperando edifici esistenti in cui potranno operare circa 1.500 ricercatori e tecnici, tra cui un centinaio di Principal investigator.


Vogliamo misurarci con i migliori standard internazionali di riferimento e proprio per questo tutti, dal direttore scientifico ai responsabili dei diversi centri dello Human Technopole, verranno reclutati esclusivamente mediante bandi internazionali. Sempre per questa ragione da qualche settimana il ministero dell’Università e della Ricerca, nel suo ruolo di coordinatore degli attori coinvolti, ha inviato la proposta progettuale a un panel di valutatoci internazionali indipendenti che daranno un giudizio sul piano di lavoro, comprensivo di tutte le prescrizioni utili per la finalizzazione del programma. La valutazione si concluderà entro la seconda metà di aprile e solo al termine di questa fase il governo definirà il livello d’investimento pluriennale da garantire e le modalità operative della gestione del progetto esecutivo, attraverso provvedimenti che saranno naturalmente vagliati dal Parlamento. In più, seguendo una delle buone pratiche più importanti sperimentate proprio grazie all’Esposizione Universale (OpenExpo), daremo vita alla piattaforma digitale «OpenTechnopole» per consentire a tutti di seguire, in totale trasparenza e in tempo reale, lo stato di avanzamento del progetto, gli impegni finanziari assunti e le collaborazioni attivate. Caro direttore, lavoriamo a un progetto all’altezza del tempo che abbiamo davanti a noi, con la consapevolezza che proprio su questi temi si misurerà sempre di più la competizione globale fra Paesi e poli di ricerca.


Con Human Technopole punteremo anche a far tornare ricercatori italiani oggi all’estero e ad attrarre professionalità e competenze di ogni nazionalità. Si tratta di un lavoro appassionante, ambizioso e possibile per l’Italia. Nel solco di quanto abbiamo imparato grazie all’esperienza straordinaria dell’Esposizione Universale di Milano.


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