L’Italicum?
È all’Italia che parla, non al Pd
L’Italicum
è una legge fatta non per favorire il Pd ma per favorire il sistema
politico italiano. Per garantire all’Italia governabilità
Pochi
dubbi sul fatto che il governo Renzi stia vivendo il momento più
difficile da quando è in carica, e per molteplici ragioni che sono
state sviscerate anche su questo giornale. Di certo, lo
scandalo-petroli, con le dimissioni di Federica Guidi e le successive
polemiche sul “governo amico delle lobby”, l’attacco forte del
M5S e di giornali e talk sensibili alla propaganda grillina,
l’ulteriore innalzarsi della polemica interna (si era visto un
esponente importante come Cuperlo dare dell’”insufficiente” e
dell’”arrogante” al suo segretario?), la polemica di Emiliano o
di Bersani sul referendum, sono tutti elementi che non hanno certo
giocato a favore del segretario-premier.
In
questo quadro, la destra va riorganizzandosi (Milano) e i grillini
intasano i social di contumelie contro chiunque non la pensi come
loro: e insomma da più parti si sente salire l’eccitazione per un
possibile colpo al governo. In questa fase nuova della lotta
politica, il governo tiene botta sul fronte dell’economia, ma
costretto dai fatti a correggere le stime di crescita, e prova a
rilanciare sul terreno dell’innovazione – banda larga, Bagnoli,
turismo – e delle riforme istituzionali (l’intervento di ieri di
Renzi alla camera non è stato davvero formale né casuale). Se le
ore peggiori siano alle spalle, lo si vedrà presto.
Come
al solito questa situazione tornata in movimento stuzzica la fantasia
dei commentatori, impegnati chi più chi meno a indovinare quale sarà
la buccia di banana per il premier, quale sia stato il suo errore
fatale, il tutto con quell’immancabile sottinteso dell’ “io
l’avevo detto” tipica del giornalismo politico italiano, a
cominciare da quello che fino a un minuto prima delle difficoltà era
ossequiante e prono. Stefano Folli, che invece appartiene alla
schiera degli osservatori non banali, ha sostenuto su Repubblica che
l’errore forse esiziale di Renzi, sia stato l’Italicum, una
legge, a suo parere, concepita per favorire e cristallizzare il
primato del Pd ma che – sondaggi alla mano – spedirebbe
l’antagonista Di Maio a palazzo Chigi invece del leader del Pd.
Quale eterogenesi dei fini! Vengono in mente le parole usate tanto
tempo fa da Aldo Tortorella contro Massimo D’Alema: “È rimasto
vittima delle sue macchinazioni”.
Ma
la verità è un pochino più semplice, forse troppo semplice per gli
arzigogolati machiavellismi dei nostri osservatori: l’Italicum è
una legge fatta non per favorire il Pd ma per favorire il sistema
politico italiano. Per garantire all’Italia governabilità (chi
vince governa) e chiudere con l’epoca delle ammucchiate e dei
trasformismi. Per consentire a chi vince di attuare (o meno, lo
decidono poi gli elettori) il proprio programma in cinque anni. Folli
sa bene che il Porcellum fu concepito per impedire il governo del
Paese da parte di chi – la destra – sentiva mancare il consenso
necessario intorno a sé; l’Italicum al contrario serve a chi vince
le elezioni, a chiunque le vinca.
Scrive
Folli: “A questo punto correggere la legge finora mai applicata
diventa una priorità”. Correggere? Purché a nessuno venga in
mente di introdurre dosi massicce di proporzionale, principale causa
del non-governo. Il problema, come al solito, è politico: se questo
è un momento favorevole alle opposizione, non è con una legge
elettorale “favorevole” che si risolve la questione. Ma con la
politica. Possibilmente, non con ritorni indietro.
di
Mario Lavia per L' Unità.TV
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