La
sfida di Roma è riconnettersi al
Paese. E al mondo
di
Luciano Violante per L' Unità.TV
La
Capitale e l’Italia si sentono estranei l’una dall’altra,
questa è una delle ragioni del declino della città. Il prossimo
sindaco dovrà lavorare per ricucire il rapporto
Roma
rende enormi servizi a tutto il Paese. Nei suoi palazzi hanno sede le
maggiori istituzioni politiche, burocratiche, giudiziarie,
finanziarie che servono tutto il Paese. Milioni di cittadini ogni
anno da ogni luogo d’Italia si riversano nella città proprio
perché in quei palazzi pulsa, spesso in modo insoddisfacente e
irritante, ma pulsa il sangue della nazione.
Nonostante
questo, la nazione, da Milano a Palermo, sente Roma estranea a se
stessa. Roma non trova un posto stabile nell’immaginario degli
italiani. E lo trova con difficoltà anche in quello dei romani. E
Roma ripaga questo sentimento concependo a volte se stessa non come
vertice di un corpo del quale si è parte, ma come continente
distinto dalla nazione. Spesso si ha la sensazione che se in Italia
tutto è troppo incerto, un po’ lo si deve alla instabilità di
Roma, dei suoi servizi, delle sue finanze, della sua economia, del
suo civismo, della sua cultura, della sua etica pubblica.
Nell’alternarsi
di integrazione e separatezza, che spesso diventa contrapposizione e
indifferenza, sta la ragione di fondo del declino della Capitale.
Nessuna Capitale può essere vissuta e allo stesso tempo viversi come
estranea e indifferente alla nazione.
Questa
constatazione non è stata all’origine dell’agenda che
presentiamo, ma è emersa progressivamente nel corso dei lavori.
All’origine ci sono state riflessioni sul declino delle classi
sociali a Roma, sulla crisi del welfare, sui problemi dell’ambiente
e dei trasporti, sulla scarsa modernizzazione e così via. Analisi di
routine certamente perché bisogna partire dalla realtà, ma con
proposte di soluzione spesso nuove.
Il
nerbo della ricerca e delle riflessioni è stato costituito da una
trentina di giovani professionisti romani, tra i trenta e i quaranta
anni, riuniti nell’associazione Roma! Puoi dirlo forte che si sono
posti l’obiettivo di rendere un servizio alla loro città. Si sono
rivolti a Italiadecide, che opera con una certa autorevolezza nel
campo delle politiche pubbliche da più di otto anni, per mettere
insieme
le loro conoscenze e competenze con la nostra esperienza. Nel corso
del lavoro comune, che dura da più di un anno, si è
progressivamente delineata l’idea che occorre una linea di pensiero
strategico per decidere obiettivi, priorità, sistemi di relazione.
Questa linea, appunto, è la connessione tra Roma, il resto del Paese
e il resto del mondo.
Servire
il Paese perché agli occhi del mondo è l’immagine dell’Italia;
servire il mondo perché Roma è l’immagine di un luogo cardinale
della civiltà occidentale.
Ci
auguriamo che il nuovo sindaco, dopo le elezioni di giugno, possa
assumere questo impegno come missione per una svolta radicale nella
storia e nella vita della città.
Quello che proponiamo non serve solo ai romani;
serve a tutta l’Italia e
può servire al resto del mondo che a Roma
viene per scoprire tracce di sé,
della propria identità e delle proprie differenze.
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