Ecco qualche idea su come regolare i rapporti tra politica e lobby
Giusi
Gallotto (Reti): “Serve un’attività di rappresentanza seria ed
onesta. No ai trafficanti”
“Ci
vuole una forte
iniziativa del governo che regoli l’attività di rappresentanza
degli interessi.
Anche con un decreto. La situazione è insostenibile per i
professionisti. Va premiato il lavoro di
chi opera alla luce del sole nel
rispetto delle leggi e delle istituzioni, va sbattuto fuori chi si
muove sulla base di relazioni opache o privilegi. Noi siamo pronti da
tempo”. Lo dice Giusi
Gallotto, ceo di
Reti, azienda storica che si occupa di lobbying,
public affairs e media affairs, nelle ore in cui la polemica intorno
al caso
Guidi ha
riacceso i riflettori sul rapporto tra politica e imprese.
Abbiamo provato a porle qualche domanda, cercando di capire insieme
quali sono le strade possibili da percorrere.
Secondo
lei quali sono le motivazioni che hanno messo un freno ad
un’eventuale regolamentazione dell’attività di
rappresentanza?
La politica si è occupata più di punire i fenomeni illegali che di premiare i comportamenti virtuosi. Un errore perché l’attività di rappresentanza seria ed onesta è un contributo a fare leggi migliori. I trafficanti sono un’altra cosa. Tante proposte di regolamentazione si sono fermate davanti alla resistenza di dirigenti e decisori a dare risposte trasparenti ai portatori di interessi. E’ una abitudine alla chiusura, evidente anche nella difficoltà a comunicare tra le istituzioni, in cui prosperano i “lobbisti ombra” interni che preferiscono favoritismi ed attività opache.
La politica si è occupata più di punire i fenomeni illegali che di premiare i comportamenti virtuosi. Un errore perché l’attività di rappresentanza seria ed onesta è un contributo a fare leggi migliori. I trafficanti sono un’altra cosa. Tante proposte di regolamentazione si sono fermate davanti alla resistenza di dirigenti e decisori a dare risposte trasparenti ai portatori di interessi. E’ una abitudine alla chiusura, evidente anche nella difficoltà a comunicare tra le istituzioni, in cui prosperano i “lobbisti ombra” interni che preferiscono favoritismi ed attività opache.
Lei
chiede anche una maggiore trasparenza da parte della Pubblica
amministrazione. Negli ultimi anni, però, si è fatto già molto per
costruire la cosiddetta “casa di vetro”. Che cosa manca a questo
processo per far sì che sia completo ed efficace soprattutto per il
cittadino?
Tutte le fasi di proposta, anche in bozza, di discussione ed elaborazione dei provvedimenti devono essere pubbliche e sottoposte a consultazione. Chiunque si qualifichi in modo trasparente deve potere fare proposte. Questa consultazione, questo dialogo, anche on line, devono diventare un obbligo ed una procedura da parte dei decisori pubblici. Così sarebbero più informati e perciò liberi, gli interessi non avrebbero bisogno di trovare altre vie, finirebbe l’area grigia degli accessi riservati. I cittadini saprebbero sempre chi propone che cosa, se si risponde e perché si dice sì o no. Ci sarebbe un confronto tra interessi alla luce del sole, invece che un conflitto di interessi nelle stanze del potere.
Tutte le fasi di proposta, anche in bozza, di discussione ed elaborazione dei provvedimenti devono essere pubbliche e sottoposte a consultazione. Chiunque si qualifichi in modo trasparente deve potere fare proposte. Questa consultazione, questo dialogo, anche on line, devono diventare un obbligo ed una procedura da parte dei decisori pubblici. Così sarebbero più informati e perciò liberi, gli interessi non avrebbero bisogno di trovare altre vie, finirebbe l’area grigia degli accessi riservati. I cittadini saprebbero sempre chi propone che cosa, se si risponde e perché si dice sì o no. Ci sarebbe un confronto tra interessi alla luce del sole, invece che un conflitto di interessi nelle stanze del potere.
Qual
è il modello di regolamentazione a cui l’Italia potrebbe
ispirarsi? Qual è quello che, secondo lei, più si adatta alle
peculiarità del nostro mercato?
Istituire un registro di chi svolge l’attività, da cui risultino identità e interessi rappresentati anche per l’accesso alle sedi istituzionali, come avviene a Bruxelles; consultazioni, anche on line, solo per chi è iscritto e nessuna discriminazione tra rappresentanti di interessi; sanzioni per chi non rispetta i criteri. Questo per i lobbisti. Obbligo di trasparenza, di accessibilità a tutti gli atti e di risposta nelle consultazioni; Freedom of Information Act sia nelle assemblee elettive che nel governo e in tutta la PA; ragionevoli limiti alle sliding doors (tra parlamentari e lobbisti); codici di comportamento anche per i parlamentari
Istituire un registro di chi svolge l’attività, da cui risultino identità e interessi rappresentati anche per l’accesso alle sedi istituzionali, come avviene a Bruxelles; consultazioni, anche on line, solo per chi è iscritto e nessuna discriminazione tra rappresentanti di interessi; sanzioni per chi non rispetta i criteri. Questo per i lobbisti. Obbligo di trasparenza, di accessibilità a tutti gli atti e di risposta nelle consultazioni; Freedom of Information Act sia nelle assemblee elettive che nel governo e in tutta la PA; ragionevoli limiti alle sliding doors (tra parlamentari e lobbisti); codici di comportamento anche per i parlamentari
di
Giacomo Rossi per L' Unità.TV
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