Ecco come funziona la “barbarie giustizialista”
Un’intervista
della premiata ditta Davigo-Travaglio, condita con intercettazioni
prive di qualsiasi rilevanza penale: il Fatto dimostra che Renzi ha
ragione
Per
comprendere bene che cosa sia la “barbarie giustizialista”
denunciata con coraggio e lucidità da Matteo Renzi è sufficiente
sfogliare il numero odierno del Fatto. Si comincia con
un’autointervista di Piercamillo Davigo, neopresidente dell’Anm,
firmata dal suo segretario e portavoce Marco Travaglio. La tesi del
Piccolo Inquisitore è semplice: tutti i governi, e naturalmente
anche quello in carica, hanno “una certa allergia al controllo di
legalità”. Il che, in italiano corrente, significa che tutti i
governi sono associazioni criminali. Chiarissimo. “Processiamo
gente abbarbicata alla poltrona che nessuno si sogna di mandare a
casa”, prosegue il Piccolo Inquisitore. Le intercettazioni vanno
pubblicate perché rivelano “notizie anche penalmente irrilevanti,
ma moralmente importanti”. E infine: “La presunzione d’innocenza
è un fatto interno al processo, non c’entra nulla coi rapporti
sociali e politici”.
Preferiamo
non commentare il delirio carcerario del Piccolo Inquisitore perché
ne avremmo, inesorabilmente, una denuncia: i magistrati militanti
querelano sempre chi li critica e, guarda caso, ottengono sempre la
condanna dell’importuno dissidente. La giustizia, si sa, è uguale
per tutti: un po’ come il server della Casaleggio Associati srl.
Continuiamo
invece a sfogliare il Fatto, e a pagina 7 troviamo un esempio
perfetto di uso selvaggio delle intercettazioni. L’obiettivo questa
volta è il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, di cui si
riportano alcune affermazioni sulla propria passione per il gentil
sesso, sull’omosessualità di Nichi Vendola e sulla prestanza
virile di non si sa bene chi. Le telefonate intercettate, precisa
l’addetta alle fognature del Fatto, “non sono penalmente
rilevanti” ma meritano la pubblicazione perché “rivelano una
certa distanza fra le dichiarazioni pubbliche di Del Basso De Caro e
le sue convinzioni reali”.
Ancora
più incredibile è la modalità con cui queste frasi sono state
carpite: il sottosegretario, scrive l’addetta alle fognature, “non
è mai stato indagato, ma i Pm lo hanno fatto intercettare per un
mese e mezzo per cercare reati di terzi. […] L’inchiesta si è
sgonfiata. […] A ottobre 2015 il Pm ha inviato l’avviso di
conclusione delle indagini a cinque persone per un reato minore sui
servizi sociali del Comune di Benevento”. E Del Basso De Caro che
c’entra? Niente, assolutamente niente: “non è mai stato
indagato”.
Eccola,
la barbarie giustizialista: fino a quando consentiremo al Piccolo
Inquisitore, al suo segretario e all’addetta alle fognature di
minare sistematicamente la civiltà giuridica dell’Occidente
liberale, nessuno in Italia potrà più sentirsi sicuro.
di
Fabrizio Rondolino per L' Unità.TV
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