Bagnoli e altri disastri. Ecco i guai di Napoli ancora senza risposta
Un
ricco e documentato volume ripercorre la tragedia ambientale che
opprime la Campania e il suo capoluogo
Luoghi
come la Terra dei fuochi, Bagnoli, il Sarno emergono periodicamente
nelle cronache (giudiziarie e non) e nei programmi elettorali, per
poi finire nuovamente sotto traccia, come fiumi carsici che sfuggono
alla vista ma avvelenano giorno dopo giorno il territorio e i suoi
abitanti. Dal punto di vista ambientale, “le emergenze del pianeta
si racchiudono e sintetizzano nel microcosmo dei 13.500 chilometri
quadrati della Campania”.

Il percorso
si snoda attraverso i quattro elementi (aria, acqua, fuoco e terra),
che portano in sé il male della continua emergenza, dell’intervento
eccezionale e mai definitivo, che alimenta quello che gli autori
definiscono il “quinto elemento” del disastro ambientale alle
pendici del Vesuvio, la corruzione. Un rischio che continua ancora
oggi, nonostante leggi come quella sugli ecoreati, quando piani
di recupero che si preannunciano risolutivi (Bagnoli, Terra dei
fuochi) aprono paradossalmente nuove possibilità a interessi
occulti, interessati a gestire i lavori e a continuare a lucrare
sulla salute dei cittadini.
Soprattutto
alla vigilia di una nuova campagna elettorale, leggere Napoli.
La fabbrica degli scandali può
servire a capire meglio – per le approfondite ricostruzioni e per
la ricchezza di documenti e testimonianze – le tante questioni
aperte, che chiamano in causa tutte le istituzioni. Perché nel
nostro Paese esistono zone in cui è impossibile, quasi paradossale
parlare di rilancio e di sviluppo, senza aver prima affrontato un
lavoro di risanamento destinato a durare anni, per debellare mali
ormai endemici, che provocano morti lente e silenziose, dimenticate
dalla cronaca.
Di
Rudy Francesco Calvo per L' Unità.TV
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