Smart
city, è Bologna la città più
'intelligente': Milano e Torino sul
podio, Roma è solo nona
di
Sara Dellabella per l' Espresso La Repubblica.it
Il rapporto EY "Smart city index" dà i voti ai capoluoghi italiani e alla loro capacità di fornire servizi e infrastrutture connesse, un settore che sposta miliardi. Male la Capitale e le città del Sud
Le
Torri di Bologna
E'
Bologna la città più smart d'Italia. Il centro emiliano è il
capoluogo che ha saputo gestire in maniera più "intelligente"
(dall'inglese smart appunto) le risorse economiche ed umane, le
infrastrutture digitali e tradizionali, migliorando sensibilmente la
qualità della vita dei cittadini.
Dal
2013 a misurare l'intelligenza dei centri italiani è il rapporto EY
"Smart city index" che analizza le 116 città capoluogo
utilizzando oltre 470 indicatori. Tra questi i servizi online offerti
dal comune, l'accessibilità al wi-fi, la pianificazione multimediale
dei mezzi pubblici, i corrieri in bicicletta, le card e le app per
visitare la città, l'e-commerce di prodotti locali, l'accesso al
fascicolo sanitario elettronico solo per citare alcuni dei parametri
principali.
Lo
studio classifica così lo sviluppo delle reti e delle infrastrutture
intelligenti delle città italiane, misurando le capacità di
innovare e offrire servizi di qualità ai propri cittadini. Nel
rapporto 2016, presentato questa mattina a Roma, sul podio dopo
Bologna seguono Milano e Torino, mentre Roma rispetto all'anno scorso
perde cinque posizioni attestandosi al nono posto, seguita da
Firenze. Per incontrare una città del sud bisogna scorrere la
classifica fino al 32esimo posto occupato da Napoli, seguita da
Cagliari, mentre Lecce si ferma al 52esimo. Risale la classifica
Cosenza che guadagna la 78esima posizione rispetto alla 94esima della
scorsa edizione.
Per
cosa si contraddistinguono le nostre città. Tutti i capoluoghi presi
in esame sono coperti da connettività Lte (o 4g) e l'Italia si pone
al terzo posto al mondo per letti disponibili sul sito Airbnb. Milano
è la capitale del car sharing con oltre 2.400 automobili e un bacino
di 350 mila iscritti al servizio (e da alcuni mesi è attivo anche un
servizio di "scooter sharing").
Palermo
invece si caratterizza per il car sharing elettrico, mentre la
Sardegna è la regione con maggiore numero di aule connesse, e a
Brescia il 70 per cento delle abitazioni godono di teleriscaldamento.
Questi sono solo alcuni esempi di come le città stanno ripensando i
propri modelli di sviluppo creando sempre più possibilità di
scambio tra le risorse, le capacità pubbliche e la voglia dei
privati di mettersi in connessione, anche rinunciando a qualche
comodità o mettendo in condivisione un proprio bene come succede
nell'esperienza di Blablacar dove si offre di condividere un viaggio
partecipando con una quota alle spese o al già citato Airbnb
attraverso cui, sempre dietro un corrispettivo, si affitta una stanza
ai turisti.
Nell'ottica
della riforma Del Rio e della progressiva difficoltà economiche
degli enti locali, essere smart vuol dire anche avere la capacità di
mettersi in rete per condividere le buone prassi presenti sul
territorio e aggregare i servizi. Al potenziamento delle smart city
guardano anche oltre i confini nazionali. Per rendersi conto del
fenomeno basti pensare che la Cina che ha deciso di investire 200
miliardi di euro e che l'India progetta un investimento di 60
miliardi per lo sviluppo di sette città intelligenti.
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