Prendersela con Renzi per coprire la crisi del giornalismo italiano
Possiamo prendercela con Renzi, ma la crisi del giornalismo italiano, che è prima di tutto una crisi di autorevolezza, è colpa della nostra spensierata categoria
Silvia
Truzzi, una delle penne più versatili del Fatto, sta conducendo una
serie di interviste “sul conformismo dei media, anche alla
luce delle recenti concentrazioni editoriali in Italia”.
La settimana scorsa è intervenuto Giovanni Valentini, firma
storica di Repubblica; oggi tocca all’ex direttore del
Corriere Ferruccio de Bortoli.
Lasciamo
da parte il giudizio sulla fusione Stampa-Repubblica (de Bortoli
esprime una seria preoccupazione, al Fattone sembra piuttosto il
frutto di una ragionevole riflessione di Marchionne: i giornali
non rendono e non servono, tanto vale venderli), e concentriamoci
sul cuore del problema: il (presunto) conformismo
filogovernativo e renziano dei giornali.
De
Bortoli è da tempo molto critico verso Renzi: spesso le sue
obiezioni sono fondate, e in ogni caso meritevoli di attenzione
perché vengono, prima che da un commentatore autorevole, da un
autentico liberale. E tuttavia non sempre sono condivisibili.
“Renzi
– dice l’ex direttore del Corriere – non dovrebbe temere un
dibattito vero sollevato da un giornalismo libero e autonomo dal
potere. […] Se il dibattito è reticente, opaco, copre gli errori
e le collusioni, favorendo i pochi che sanno ai danni dei tanti che
non sanno”. Non si può non essere d’accordo: i media sono
essenziali, “una discussione aperta facilita il raggiungimento
delle soluzioni migliori”.
Non
so se Renzi sia allergico al “dibattito vero” – penso sia
allergico invece alla superficialità del giornalismo italiano e
alla sua partigianeria spesso insultante – e non sono neppure
così convinto che i media italiani siano tanto asserviti al
potere: ma pure fosse così, il conformismo non dipenderebbe dal
presidente del Consiglio, ma dai giornali.
Renzi
non è Erdogan, non ci sono giornalisti in galera e neppure
(diversamente dal passato) giornalisti querelati. In compenso,
ci sono molti giornali che interpretano la propria missione in
termini di pura propaganda – più spesso contro che a favore del
governo. Possiamo prendercela con Renzi, ma la crisi del
giornalismo italiano, che è prima di tutto una crisi
di autorevolezza, è colpa della nostra spensierata categoria.
Di
Fabrizio Rondolino per L' Unità.TV
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