Parigi si prepara alla piena del secolo
Al
via la prima “esercitazione europea” per rispondere al rischio di
una nuova esondazione della Senna dopo quella disastrosa del 1910:
900 soccorritori, giunti anche da Italia, Spagna, Belgio e Repubblica
Ceca, 150 poliziotti, 60 veicoli di emergenza, 4 elicotteri
PAOLO
LEVI
Parigi
si prepara alla piena del secolo: dal 7 al 18 marzo la polizia della
capitale ha organizzato con il sostegno dell’Unione europea il
piano ’Eu Sequanta 2016’ presentato come la prima “esercitazione
europea” per rispondere al rischio di una nuova esondazione della
Senna dopo quella disastrosa del 1910. All’operazione
parteciperanno 900 soccorritori, giunti anche da Italia, Spagna,
Belgio e Repubblica Ceca, nonché 150 poliziotti, 60 tra veicoli e
mezzi di emergenza, 4 elicotteri. I tecnici ne sono convinti: benché
dal cielo nessuno si sia ancora premurato di comunicare la data, la
piena della Senna è inevitabile. A rischiare di finire sotto le
acque del fiume che taglia in due la capitale sono, tra l’altro, i
musei del Louvre e d’Orsay che già da tempo studiano un modo per
trarre in salvo le opere, l’Assemblea nazionale, l’Eliseo, 21
ambasciate, e oltre 50 mila persone da evacuare. La regione
stima danni potenziali per 30 milioni di euro con un impatto diretto
di due punti sulla crescita economica nazionale. Quattrocentomila
parigini potrebbero perdere il lavoro. “7,60 metri sotto al ponte
di Austerliz: la piena continua inarrestabile. I dintorni
dell’ospedale Georges-Pompidou hanno ormai i piedi nell’acqua
come numerosi comuni dell’Ile-de-France”: negli studi di radio
France Bleu 107.1, il caporedattore, Samuel Aslanoff, ha già
preparato i messaggi di allerta per limitare l’impatto della crisi.
Anche la sua edizione speciale, studiata nei minimi dettagli, verrà
diffusa dal 7 al 18 marzo nel quadro dell’operazione Sequana. Più
il fiume cresce (50 metri al giorno) più gli avvertimenti in radio
si fanno angoscianti: barche e bateaux-mouches alla deriva, scuole e
case di riposo sprangate, ospedali e inceneritori a rilento, come
anche la rete di trasporti. Molte stazioni del metro sono zone off
limit chiuse al pubblico.
Nel
peggiore degli scenari, con un quarto delle infrastrutture elettriche
allagato o fermo, almeno 1,5 milioni di case resterebbero al buio,
140 km della rete metropolitana e i ponti sul fiume sarebbero
inagibili. Più di cinque milioni di persone resterebbero senza acqua
potabile, soprattutto in banlieue. A rischio il funzionamento stesso
dello Stato e delle istituzioni. Attraverso le onde della radio
pubblica, la polizia invita la cittadinanza a portare le auto
lasciate i garage nei grandi parchi alle porte della capitale. “Siete
in tantissimi a segnalarci lunghe code davanti a bancomat e pompe di
benzina, come anche le migliaia di topi che scappano dalle cantine
inondate”, avverte Aslanof nel giornale radio della catastrofe, di
cui alcuni estratti sono pubblicati oggi dal quotidiano Le Parisien.
Nell’esercitazione il giorno di massima allerta è stato fissato
l’11 marzo, quando si arriva all’apice della piena. Paralizzati i
collegamenti ferroviari nelle grandi stazioni parigine. Ottocentomila
le persone senza telefono fisso, cinquecentomila non hanno più
riscaldamento. Mentre gli stessi studi di France Bleu , proprio a due
passi dal Lungosenna, sono costretti all’evacuazione. Fine delle
trasmissioni. Samuel Aslanoff viene portato via insieme a tutta la
sua equipe. Se tutto andrà come previsto potrà riprendere la
diretta da uno studio di provincia.
Di
Paolo Levi per LA STAMPA.IT

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