Da Sanremo a Varazze, quelli che... timbriamo in mutande
Di
Alberto Parodi per IL SecoloXIX.it
Savona
- Proprio fannulloni e scansafatiche no.Timbravano per il Comune
e poi alcuni di loro lavoravano sì, ma per loro stessi, per
sistemare la propria casa o per sbrigare le faccende domestiche.
Scaricavano
balle di fieno, sistemavano cataste di legna, recuperavano pezzi di
rame dai cassonetti della spazzatura per rivenderselo. Zappavano
l’orto sotto casa. Sbattevano i tappeti dalla finestra della
propria abitazione.
Erano
i “veri” lavori che i furbetti del cartellino, pizzicati dai
carabinieri, facevano per sè. Invece di sistemare il verde e i
giardini del Comune di Varazze di cui erano dipendenti con la
qualifica di operai generici e giardinieri. E poi c’era chi
preferiva riposarsileggendo il giornale seduto sul furgoncino
municipale, o chi andava a fare la spesa in pescheria e chi faceva la
pausa “lunga” al bar. Da un’ora sino ad una decina di minuti
stando ai video e ai pedinamenti dei carabinieri di Savona che per
tre mesi, dal febbraio e dal maggio dell’anno scorso, hanno seguito
e fotografato una dozzina di dipendenti comunali. Per tre di loro -
gli operai e giardinieri Maurizio Di Leo, 48 anni, Giuseppe
Sirello, 60 anni (è andato in pensione nello scorso ottobre)
e Augusto Tagliero, 50 anni, la Procura ha chiuso nelle
settimane scorse l’indagine e formalizzato l’accusa di truffa.
Nel fascicolo del pubblico ministero Daniela Pischetola sono finiti i
video e le foto dei carabinieri impegnatinell’operazione “Golden
Badge” con pedinamenti e appostamenti dei comunali infedeli.La
posizione degli altri dieci, tra cui vigili urbani e impiegati, è
stata archiviata dal pm per la “tenuità” del fatto. Le loro
assenze dovute alle soste per prendere il caffè al bar erano solo di
pochi minuti. Per i tre operai indagati la stima del danno causato
all’amministrazione comunale, con le loro ore di assenza dal lavoro
nel trimestre febbraio-maggio dell’anno scorso, è stata calcolata
in circa 700 euro secondo le stime di carabinieri e Procura.
Il
Comune, tramite il sindaco Alessandro Bozzano, ha chiesto
gli atti dell’inchiesta sui presunti assenteisti varazzini alla
Procura dopo aver aperto il procedimento disciplinare.
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