Da Bruxelles nessun richiamo all’Italia. E aumentano le entrate fiscali
Stefano Minnucci per L' Unità.TVSolo stimoli a fare di più su liberalizzazioni e spending review
Gli
squilibri macroeconomici dell’Italia restano “eccessivi” come
quelli di Bulgaria, Croazia, Francia e Portogallo, ma per
nessuno di essi scatta una procedura con richiesta di
correzione.
È quanto emerge dal rapporto della Commissione europea sugli
‘squilibri economici’.
In
particolare, l’instabilità segnalata per il nostra Paese riguarda
l’alto debito in rapporto al Pil, la bassa competitività, le
sofferenze bancarie e la disoccupazione. Squilibri macroeconomici,
dunque, ma nessuna procedura d’infrazione. Tuttavia un richiamo
all’Italia ci sarebbe, ed quello di andare avanti nel percorso di
aggiustamento suggerito dalle istituzioni europee.
In
questo senso, un allarme è arrivato anche dall’Eurogruppo di ieri:
per i 19 ministri dell’area euro rimane infatti il rischio che
l’Italia non rispetti gli impegni sulla riduzione dell’elevato
debito pubblico nel caso in cui ottenga tutta la flessibilità
aggiuntiva richiesta. È stato questo il motivo per cui alcuni
osservatori hanno accennato a una eventuale manovra aggiuntiva.
Un’ipotesi che è stata subito esclusa in maniera categorica dal
presidente del Consiglio Matteo Renzi. In attesa della lettera
che arriverà da Bruxelles, il premier italiano ha ricordato che “da
quando ci siamo noi ci sono state solo manovre per diminuire le
tasse, non per aumentarle”.
Nel
piccolo paragrafo che riguarda l’Italia si mette comunque in
evidenza come molte
riforme siano state fatte, anche se sul fronte delle
liberalizzazioni e sulla spending review l’Italia deve fare di più.
I
giudizi della Commissione, comunque, non preoccupano più di tanto il
governo italiano, tanto che il ministro Pier
Carlo Padoan,
al termine dell’Ecofin, ha dichiarato: “Non mi sembra che il
punto sia che ci chiedono qualcosa in più. Il punto è che dobbiamo
definire con la Commissione il quadro di finanza pubblica e di
politiche per la crescita per il 2016, e questo in quanto, come ben
noto, la Commissione deve sciogliere il nodo della flessibilità
addizionale. Stiamo dialogando molto bene”.
Per
questo il giudizio definitivo sul nostro paese viene rimandato a
maggio quando la Commissione europea si esprimerà sulla flessibilità
aggiuntiva e quando avrà sotto mano il documento di economia e
finanza aggiornato che ad aprile il governo italiano invierà a
Bruxelles.
E
intanto dal Mef giunge una buona notizia: la pur timida ripresa
economica spinge le entrate nelle casse dello Stato: nel 2015
quelle tributarie sono
aumentate del 4% (+16.891
milioni di euro).
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