9 mar 2016

Da Bruxelles nessun richiamo all’Italia. E aumentano le entrate fiscali

Da Bruxelles nessun richiamo all’Italia. E aumentano le entrate fiscali

 per L' Unità.TV 

Solo stimoli a fare di più su liberalizzazioni e spending review


Gli squilibri macroeconomici dell’Italia restano “eccessivi” come quelli di Bulgaria, Croazia, Francia e Portogallo, ma per nessuno di essi scatta una procedura con richiesta di correzione. È quanto emerge dal rapporto della Commissione europea sugli ‘squilibri economici’.
In particolare, l’instabilità segnalata per il nostra Paese riguarda l’alto debito in rapporto al Pil, la bassa competitività, le sofferenze bancarie e la disoccupazione. Squilibri macroeconomici, dunque, ma nessuna procedura d’infrazione. Tuttavia un richiamo all’Italia ci sarebbe, ed quello di andare avanti nel percorso di aggiustamento suggerito dalle istituzioni europee.
In questo senso, un allarme è arrivato anche dall’Eurogruppo di ieri: per i 19 ministri dell’area euro rimane infatti il rischio che l’Italia non rispetti gli impegni sulla riduzione dell’elevato debito pubblico nel caso in cui ottenga tutta la flessibilità aggiuntiva richiesta. È stato questo il motivo per cui alcuni osservatori hanno accennato a una eventuale manovra aggiuntiva. Un’ipotesi che è stata subito esclusa in maniera categorica dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. In attesa della lettera che arriverà da Bruxelles, il premier italiano ha ricordato che “da quando ci siamo noi ci sono state solo manovre per diminuire le tasse, non per aumentarle”.
Nel piccolo paragrafo che riguarda l’Italia si mette comunque in evidenza come molte riforme siano state fatte, anche se sul fronte delle liberalizzazioni e sulla spending review l’Italia deve fare di più.
I giudizi della Commissione, comunque, non preoccupano più di tanto il governo italiano, tanto che il ministro Pier Carlo Padoan, al termine dell’Ecofin, ha dichiarato: “Non mi sembra che il punto sia che ci chiedono qualcosa in più. Il punto è che dobbiamo definire con la Commissione il quadro di finanza pubblica e di politiche per la crescita per il 2016, e questo in quanto, come ben noto, la Commissione deve sciogliere il nodo della flessibilità addizionale. Stiamo dialogando molto bene”.
Per questo il giudizio definitivo sul nostro paese viene rimandato a maggio quando la Commissione europea si esprimerà sulla flessibilità aggiuntiva e quando avrà sotto mano il documento di economia e finanza aggiornato che ad aprile il governo italiano invierà a Bruxelles.
E intanto dal Mef giunge una buona notizia: la pur timida ripresa economica spinge le entrate nelle casse dello Stato: nel 2015 quelle tributarie sono aumentate del 4% (+16.891 milioni di euro).


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