29 gen 2016

Vicini sull’immigrazione, meno sulla flessibilità. Cosa hanno detto Renzi e Merkel

Vicini sull’immigrazione, meno sulla flessibilità. Cosa hanno detto Renzi e Merkel


In sintesi, le parole pronunciate dal premier italiano e dalla cancelliera tedesca nella conferenza stampa dopo il pranzo di lavoro
Angela Merkel: Abbiamo parlato del fatto che abbiamo bisogno di più Europa. Abbiamo parlato di come poter sviluppare la nostra cooperazione, che è già buona ma vogliamo potenziarla.
La creazione di nuovi posti di lavoro è un’altra sfida importante. Renzi ha iniziato un’agenda di riforme molto ambiziosa e la sta portando avanti passo dopo passo. Sta andando nella giusta direzione e gli auguro che la riforma del lavoro possa avere buoni risultati per il futuro dell’Italia e dell’Europa.
Organizzeremo prima in Germania e poi in Italia una conferenza economica che si occupi della digitalizzazione delle infrastrutture industriali, ci saranno sinergie italo-tedesche che saranno sviluppate.
Per quanto riguarda l’genda dell’Ue e della Turchia sui profughi, abbiamo bisogno di progressi e dobbiamo concentrarci sulla rotta dei Balcani e combattere l’immigrazione clandestina. Stiamo lottando contro i responsabili di questa tratta di esseri umani, soprattutto via mare.
Giovedì prossimo saremo insieme a una conferenza per sostenere i profughi che provengono da Libano e Giordania e vogliamo intraprendere misure di stabilizzazione in vista della conferenza sulla Siria. Italia e Germania possono fare di più insieme in questo senso, ad esempio sull’addestramento delle forze libiche in Tunisia. Abbiamo tutto l’interesse che i Paesi del Mediterraneo che si trovano più vicini possano contribuire a fermare l’immigrazione clandestina. Nel 2017, l’Italia ospiterà una conferenza su Balcani.
Sul rischio di Brexit, abbiamo detto che faremo tutto ciò che è in nostro potere perché la GB resti nell’Ue.
 
Matteo Renzi: È la quarta volta che ho il piacere di visitare questo bellissimo palazzo, la terza da premier. Grazie agli sforzi del governo italiano e la collaborazione dell’Ue e degli amici tedeschi sono qui non più con un elenco di impegni, ma di riforme realizzate. Siamo in un momento delicato della storia dell’Europa, personalmente ne avverto tutta la responsabilità. L’Italia è unita alla Germania dal desiderio che noi vogliamo un’Europa più forte.
Il fatto che in Italia ci sia un inizio di ripresa è positivo. Nei primi mesi del 2015 l’import di prodotti tedeschi in Italia è aumentato del 7%, non è buono per il Pil ma è il segno che la nostra ripresa adesso è toccabile anche per le imprese tedesche.
La scommessa sui rifugiati vede Italia e Germania dalla stessa parte: pensiamo che ci sia bisogno di regole certe, che vengano rispettate. Sono persone che schiavizzano gli altri, siamo pronti a fare di tutto e a superare le incomprensioni che ci sono state.
Non su tutto siamo d’accordo, anche per le opinioni che derivano dall’appartenenza a diverse famiglie europee.
Il nostro avversario è lo stesso, è il populismo che cerca di minare l’idea stessa dell’Europa. Per me è necessaria una crescita economica che combatta la disoccupazione e quindi il populismo.
Nel rispetto dei diversi consessi vogliamo che si possa fare un’agenda comune tra G7 (che quest’anno ha la presidenza italiana) e G20 (con la presidenza tedesca), a partire dai Balcani.
Non su tutto potremo pensarla allo stesso modo, ma rispetto alle sfide che abbiamo davanti c’è la consapevolezza di due grandi Paesi che oggi hanno il desiderio di esprimere parole forti per un’Europa che viaggi in maniera molto diversa da come ha fatto finora. Domani da europeista convinto sarò a Ventotene: oggi gli Stati Uniti d’Europa non sono all’ordine del giorno, ma l’ideale europeo sì e Ita e Ger saranno insieme a difenderlo.
 
Merkel: Abbiamo parlato della Libia e del Mediterraneo e della rotta verso Turchia e Grecia. All’ordine del giorno adesso c’è per prima cosa un controllo dei confini per porre fine all’immigrazione illegale. Dobbiamo prima parlare di come attuare un processo di pace in Siria e poi controllare anche i confini di mare e lavorare in questo caso con la Turchia. Siamo d’accordo sul fatto che il finanziamento alla Turchia di tre miliardi debba essere sbloccato, anche perché il contributo della Turchia è migliorato. Giovedì ci occuperemo di nuovo di questo. Coloro che vengono qui solo per motivi economici devono essere rimandati nel loro Paese.
Renzi: Siamo disponibili e volenterosi a fare la nostra parte. Non abbiamo nessun problema né con la Turchia né con la Germania per il finanziamento dei tre miliardi. L’Italia è disponibile, stiamo aspettando che le istituzioni europee ci diano delle risposte sul modo di intendere e concepire questo contributo e gli altri. Per mesi il problema dell’immigrazione sembrava essere solo italiano, adesso sappiamo che è un problema europeo. Speriamo che le risposte che abbiamo chiesto a Bruxelles sulla computazione di questi denari possano arrivare prima possibile. Se l’Europa perde Schengen, a mio giudizio perde se stessa. Lo sforzo che possiamo fare per salvarlo deve essere fatto insieme, vale per rimpatri, per i confini, per le procedure di identificazione. L’Italia ormai è al 100% non solo sulle impronte digitali, ma anche per il riconoscimento ufficiale, che sarà molto importante per la sicurezza.
 
Renzi: Noi facciamo parte di una coalizione di volenterosi (o di obbligati, visto il problema) da quando ancora l’immigrazione non era sui giornali europei. Voglio ringraziare Angela perché nel Consiglio europeo di giugno fu decisiva per affermare il principio che fosse un problema europeo, lo ha fatto prima che ci fosse il problema in Germania. Adesso vogliamo far parte di un lavoro comune sull’area balcanica, a condizione che non dimentichiamo mai qual è l’ideale che ci muove, cioè che l’Europa è nata abbattendo i muri, non costruendo i muri.
Merkel: Italia sin dall’inizio è stata in prima linea sulla crisi migratoria. Abbiamo bisogno di un sistema nuovo, di una migliore supervisione dei confini e con la missione nel Mediterraneo stiamo lavorando insieme per salvare le vite e combattere gli scafisti, soprattutto dalla rotta libica.
 
Renzi: La Commissione europea ha adottato il 13 gennaio 2015 una comunicazione sulla flessibilità, per noi è il punto di riferimento. L’Italia non sta chiedendo di cambiare le regole, ma che siano applicate. Non ci sono equivoci sul fatto che per noi la flessibilità è stata una condizione per l’elezione di Juncker. Io non ho cambiato idea, spero non l’abbia fatto anche Juncker. Ci sono idee diverse tra di noi, su alcune dinamiche di gestione delle politiche economiche non la pensiamo allo stesso modo, non è una novità. Ma l’Italia ha messo mano a riforme, senza sforare i parametri di Maastricht. Questo permette all’Italia di tornare ad avere il segno più. Nessuno ha dubbi sul fatto che il debito italiano, che pure è sostenibile, debba scendere. Non lo dico per fare un piacere ad Angela, ma per fare un piacere ai miei figli, ai miei nipoti. Per me le politiche di austerity da sole non funzionano, portano alla sconfitta dei governi, portano l’Europa a fallire. Non so se su questo la pensiamo allo stesso modo su tutto, ma ciò non toglie che possiamo dirci le cose con il sorriso.
Merkel: Una comunicazione sulla flessibilità può essere interpretata sempre in modo diverso. Ogni Paese può aprire un confronto con la Commissione e noi ne prendiamo atto.
 
Renzi: L’Italia ha detto sì al contributo in Turchia il 29 novembre e non abbiamo cambiato idea, stiamo aspettando che la Commissione ci dia alcune risposte, che per me sono dettagli. Alla Commissione sono molto impegnati, ma trovano spesso il tempo per fare conferenze stampa, quindi mi auguro che possano anche affrontare questo punto.
Da L' Unità.TV


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