Sondaggi. Sorpresa: non è vero che M5S cresce. Anzi
È la destra ad avanzare (un pochino). Pd bene
Sono
diversi gli analisti che non da oggi sostengono che il M5S nei
sondaggi sia sovradimensionato. Per ragioni varie. Una su tutte:
molte persone, assai critiche verso la politica tout court, lontano
dal voto dichiarano di voler votare il partito di Grillo, partito
anti-sistema per eccellenza. Però molte di quelle stesse persone poi
all’atto pratico finiscono per cambiare idea, lasciando il
comportamento emotivo e di protesta per qualcos’altro. Un fenomeno
abbastanza tipico.
Però
a proposito del partito di Grillo questa settimana il nostro
navigatore ci segnala qualcosa di più specifico.
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CONTROLLARE I FRENI ===
E
già, il duo Di Battista-Di Maio – rispettivamente braccio sinistro
e braccio destro della ditta Grillo&Casaleggio – deve
registrare un po’ i freni perché la veloce vettura a Cinque stelle
rischia di slittare sulla pista viscida della politica italiana.
Questa
settimana sia Ixè (per Agorà) che Swg danno il M5S in discesa, o,
come dice appunto Swg, “in frenata”.
Secondo
Ixè, Grillo cala dal 27,3% al 26,6%. Tendenza confermata da Swg: dal
25,1% al 23,8%.
L’impressione
è che in questo frangente dominato dalle preoccupazioni seguenti
all’attacco terroristico di Parigi i grillini non stiano mostrando
grande affidabilità in merito alle risposte da adottare.
È
inoltre da non sottovalutare che, per un significativo scambio
proprio dei “vasi comunicanti”, è la destra a beneficiare in
questi giorni più dei Cinque stelle del malcontento di un bel pezzo
di elettorato italiano. Una destra che si comincia a valutare
“unitariamente” (Lega più FI più FdI): può darsi che sia
l’effetto-Bologna. Anche se per ora, appunto, è solo un effetto
ottico.
Per
Swg cresce Forza Italia, e Lega sostanzialmente stabile, mentre per
Ixè crescono un pochino entrambe: la Lega dal 14,1% al 14,7% e FI
dal 9,9% al 10,3%.
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GUIDARE CON PRUDENZA ===
Potrebbe
essere il motto di Matteo Renzi, il cui equilibrio nel post-Parigi
sembra essere gradito agli italiani.
Per
Swg, il Pd passa dal 32,9 al 33,6. Per Ixè è invece stabile, dal
33,9 al 34.
Per
Roberto D’Alimonte (sul Sole 24 ore) il Pd è addirittura al 35,6%.
L’ipotesi
di lettura del dato positivo del Pd (accreditato nelle settimane
scorse anche da Ipsos e Doxa) è che il partito di Renzi benefici
dell’azione del governo (legge di stabilità, ora, come detto,
politica estera) più che di luce propria. È qualcosa di più di
un’ipotesi: e infatti al Nazareno è aperta la riflessione sulla
natura e sui compiti del partito. Ma questo è un discorso ancora
tutto da fare.
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