Napolitano su Berlusconi: "Patologiche ossessioni"
ROMA.
"Ce l'avevano con Calderoli". Giorgio Napolitano risponde
ironicamente alla plastica contestazione delle opposizioni: l'uscita
dall'aula di Forza Italia e 5stelle, il cartello di Domenico
Scilipoti con scritto "2011" (l'anno delle dimissioni di
Berlusconi). Durante il suo intervento, la minoranza manifesta la
propria distanza dall'ex capo dello Stato, padre della riforma come
lo ha definito Maria Elena Boschi. "Sono usciti subito dopo il
discorso di Calderoli. Poi ce n'è stato un altro. Non potevo essere
io la causa di quell'esodo", scherza Napolitano.
È
un modo per non rovinare un giorno di festa per il senatore a vita.
Che nell'intervento rivendica il suo ruolo, difende la risposta
riformatrice finora mai data "per la ricerca del perfetto o del
meno imperfetto". Ma che adesso è arrivata.
Sempre
sul filo dell'ironia reagisce ai ripensamenti di alcuni protagonisti
della legge. Berlusconi innanzitutto. "Deluso da qualche
atteggiamento? Ma qui entriamo nel campo della psicologia. E io non
voglio fare commenti politici, figuriamoci quelli psicologici".
Al
capogruppo forzista Romani invia tuttavia una durissima lettera che
affida ai commessi (e viene immortalata dai fotografi). "Ho
letto attribuite a Berlusconi - scrive l'ex capo dello Stato - parole
ignobili, che dovrebbero indurmi a querelarlo, se non volessi evitare
di affidare alla magistratura giudizi storico-politici; se non mi
trattenesse dal farlo un sentimento di pietà verso una persona
vittima ormai della proprie, patologiche, ossessioni".
A
Pier Ferdinando Casini, con cui parla per 10 minuti in aula subito
dopo il voto, confida il suo stupore per le parole dell'ex Cavaliere:
"Lui si ricorda solo il 2011 ma dimentica il 2010 quando diedi
45 giorni al suo governo per affrontare un voto di fiducia".
Comunque
le contestazioni le aveva messe nel conto. "Per svelenire il
clima ho evitato di partecipare alle votazioni sugli emendamenti".
Non è bastato. Ma non voleva rinunciare alla seduta finale in virtù
del ruolo attivo che la Costituzione affida anche ai senatori a vita.
A proposito, dispiaciuto per le parole di Elena Cattaneo che
descrivendo la riforma ha parlato di "ircocervo istituzionale"?
"La senatrice è libera. Quando l'ho nominata sapevo bene che
aveva un'estrazione politica e culturale diversa dalla mia".
Resta, racconta Casini, un pizzico di amarezza ma senza drammi anche
perché Napolitano ha una certa esperienza. E alla fine, l'ex
presidente non rinuncia a fare un salto alla buvette. In fondo, ieri
ha vinto anche lui.
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