22 set 2015

Parola alla rete: più ottimismo sulla ripresa economica, resta il nodo delle tasse

Parola alla rete: più ottimismo sulla ripresa economica, resta il nodo delle tasse


di VOICES FROM THE BLOGS
L'opinione generale sulla ripartenza tricolore rimane negativa, ma i positivi salgono al 42,5%. Solo un post su tre promuove le misure economiche del governo Renzi, nei giudizi recupera terreno Padoan. Gli italiani puntano il dito su pressione fiscale, disoccupazione e incapacità di mantenere le promesse

MILANO - Le previsioni ufficialisull’andamento del Pil tornano ad essere positive e qualche parvenza di ottimismo traspare nelle opinioni degli italiani. E se ancora pochi sono disposti ad attribuire questi segnali positivi necessariamente all’azione di governo, tuttavia il loro numero sembra crescere. Lo dicono i circa 20 mila testi postati nelle ultime due settimana su social network e blog a commento dellacongiuntura economica. L'opinione generale sulla ripresa economica, infatti, rimane negativa ma gli ottimisti si attestano ad un incoraggiante 42,5%, che sembra riflettere aspettative meno negative di quanto si sarebbe potuto rilevare qualche tempo fa.


Anche il giudizio sulla performance del governo Renzi in tema di economia rimane sotto al 50%, convincendo circa un post su 3 (il 27,8%). Da notare che tra questi ultimi la percentuale di ottimisti sulla ripresa economica supera però il 90%, ma ciò non muta l’opinione generale: è probabile che le cose vadano meno peggio, ma il merito principale non viene attribuito ai provvedimenti economici dell’esecutivo. Tuttavia anche su questo fronte si osserva qualche inversione di tendenza: se rimane vero, infatti, che sul ministro dell’Economia si appuntano gli strali dei commentatori più critici verso l’azione di governo (e questo si traduce in percentuali di gradimento tradizionalmente basse), va evidenziato che il 17,7% di pareri positivi espressi sull’operato di Pier Carlo Padoan è superiore di 4,7% punti rispetto al gradimento registrato nei giorni dei suo insediamento, quando una parte dell’opinione pubblica lo temeva come fautore delle politiche di austerity.




Il dibattito in Rete sui motivi per cui 
la performance del governo Renzi in ambito economico è reputata buona o cattiva tocca un ampio ventaglio di temi. Gli apprezzamenti per il Jobs Act (18,2%) guidano la classifica delle opinioni positive, insieme alle 
attese per gli annunciati sgravi fiscali (14,5%) e al buon giudizio sugli effetti degli "80 euro" sui consumi privati (14,1%). Non mancano commenti positivi sulle riforme varate dal governo, sull’andamento dei conti con l’estero, sul controllo esercitato sui conti pubblici, sulla maggiore disponibilità di credito bancario, e, infine, sugli annunciati (o auspicati) maggiori investimenti in ricerca e innovazione.



Nell'elenco delle lamentele troviamo invece l’elevata disoccupazione, menzionata dal 13,3% dei commenti critici, mentre l'8,8% addita una responsabilità del governo per le riforme non ancora attuate. La cattiva gestione delle risorse pubbliche è indicata dall'8% nella forma degli eccessivi tagli di spesa, che hanno tolto servizi pubblici ai cittadini, e dal 3,3% che stigmatizza gli sprechi di denaro pubblico. Obiezioni, poi, vengono sollevate sull’incapacità del governo a mantenere le promesse (12%) e sulla crescita esigua del prodotto nazionale (4,2%). Ma a guidare le danze sono le critiche per la pressione fiscale eccessiva (15,1%), e la rilevanza del tema tanto nell’elenco dei "buoni2 quanto in quello dei "cattivi" indica forse che è proprio sulle tasse che il governo si gioca una fetta importante di sostegno da qua ai prossimi mesi.

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