21 lug 2015

L’ondata d’afa eccezionale di questi giorni? È l’effetto del riscaldamento globale

L’ondata d’afa eccezionale di questi giorni? È l’effetto del riscaldamento globale

Di LUCA MERCALLI per http://www.lastampa.it
Mi potrebbe spiegare la relazione fra meteorologia e climatologia? In particolare, che relazione c’è fra l’attuale anticiclone africano e il cosiddetto “global warming”?  
Gianni Garrone  
La meteorologia si occupa di fenomeni a breve-medio termine, diciamo una decina di giorni. È la scienza della previsione del tempo: domani farà caldo, tra una settimana tireremo il fiato.  
La climatologia è una scienza sorella della meteorologia che amplia lo sguardo sul passato e sul futuro in tempi molto più lunghi, decenni, secoli, centinaia di migliaia d’anni, e mette insieme le dinamiche di tutti i sistemi terrestri che sul lungo termine determinano il clima: composizione dell’atmosfera, correnti oceaniche, ghiacci polari, radiazione solare, eruzioni vulcaniche, attività della biosfera e ovviamente anche dell’uomo. Un solo evento meteorologico anche estremo ma isolato non può essere considerato un sintomo di cambiamento climatico, ma quando la frequenza e l’intensità aumentano, allora diviene un indicatore affidabile. Dopo il 2003 le ondate di caldo eccezionale di matrice africana, quasi inedite per oltre 200 anni di osservazioni italiane ed europee, sono andate infittendosi e ora possono essere ritenute un inequivocabile effetto del riscaldamento globale.  
Caro Professore, amando in modo assoluto più il freddo del caldo, con interesse ho letto l’articolo sulla Stampa di qualche giorno fa a proposito della nuova mini glaciazione prevista per il 2030. Ho 67 anni, ma mi vedo già a 82 volteggiare lieve con i pattini sul Po e sciare al Valentino ed al Monte dei Cappuccini come quando ero bambina! Non è la prima volta che gli scienziati annunciano un fenomeno di questo genere, se non erro un piccolo periodo glaciale era stato previsto per gli anni attuali! Incomincerebbe tutto d’un tratto o avremmo prima delle avvisaglie, non vorrei farmi cogliere impreparata, devo fare le lamine agli sci e le lame ai pattini. 
Tiziana Nasi  
Ho letto, di recente, che dal 2030, a causa di una riduzione della radiazione solare, ci sarà una mini era glaciale con diminuzione della temperatura media anche di 10 gradi. È una notizia attendibile o è allarmistica? 
R. Modena  
Ecco come una notizia farlocca è in grado di rovinare anni di comunicazione climatica rigorosa e documentata! Come sempre ci vuole un minuto a spararla grossa e un giorno per spiegare come stanno veramente le cose.  
Tutto nasce da uno studio di Valentina Zharkova della Northumbria University presentato al National Astronomy Meeting di Llandudno, Galles, secondo il quale verso il 2030 l’attività solare potrebbe diminuire del 60%.  
Primo punto: è un modello di previsione del comportamento del sole, su cui sappiamo pochissimo. Gli stessi astrofisici si limitano a dire: vedremo, per ora nessun modello predittivo della dinamica solare ha dato risultati affidabili (al contrario i modelli di simulazione climatica sulla nostra Terra, che conosciamo molto più da vicino, stanno fornendo risultati molto attendibili).  
Secondo punto: la confusione tra “attività solare” (numero di macchie solari) e “radiazione solare” (watt al metro quadro). Se la radiazione del sole diminuisse del 60%, altro che mini glaciazione, la Terra diventerebbe una palla di ghiaccio. Infatti l’articolo originale precisa che a tale imponente diminuzione dell’attività corrisponderebbe una molto più piccola diminuzione della radiazione, simile a quella rilevata durante la Piccola Età Glaciale, periodo fresco tra il 1300 e il 1850, nel quale la temperatura media di alcune zone del pianeta tra cui l’Europa scese di meno di un grado. 
Dunque per analogia ecco i voli pindarici verso la previsione di possibile mini glaciazione.  
Terzo punto: oggi sappiamo che la Piccola Età Glaciale è stata solo in parte causata dalla diminuzione di attività/radiazione solare, e in massima parte amplificata da una straordinaria frequenza di eruzioni vulcaniche che hanno opacizzato l’atmosfera (si sono ritrovati i livelli di ceneri nei carotaggi di ghiaccio polare). Quindi ammesso che tra 15 anni ci sia questa riduzione comunque modesta dell’energia in arrivo dal sole, sappiamo che, in assenza di concomitanti eruzioni vulcaniche, causerebbe un raffreddamento ancora inferiore di quello osservato in passato.  
Quarto punto: stiamo correndo in direzione opposta, la temperatura globale sta infatti aumentando in seguito alle emissioni di gas serra che hanno raggiunto concentrazioni mai viste in un milione di anni, infatti - sempre i carotaggi di ghiaccio polare - ci dicono che la concentrazione di CO2 del passato non ha mai superato le 300 parti per milione, mentre oggi siamo a 400. Un lavoro di Sarah Ineson del Servizio Meteo Britannico pubblicato un mese fa su Nature (Regional climate impacts of a possible future grand solar minimum), conclude che “ogni riduzione della temperatura globale dovuta a un futuro declino dell’attività solare sarà verosimilmente una piccola frazione del previsto riscaldamento antropogenico”. 
Insomma, concludo questa lunga (ma ancora superficiale) risposta con una metafora: avete la febbre a 40, andate dal medico, vi dice che avete gli esami del sangue sballati e dovete smettere di bere e fumare, ma voi confidando sul fatto che tra 15 anni inventeranno una sigaretta benefica e un alcol che non fa male al fegato, continuate imperterriti a far festa! Nessun minimo solare ci salverà dalle nostre emissioni, ma solo la nostra responsabilità. Quindi - da grande amante del freddo, della neve e del ghiaccio quale sono pure io - mi tocca purtroppo realisticamente lasciar perdere le nuove lamine agli sci. 
Luca Mercalli, climatologo e docente di sostenibilità e comunicazione ambientale, presiede la Società meteorologica italiana e dirige la rivista «Nimbus», occupandosi di divulgazione per «La Stampa» e «RAI3», dove conduce «ScalaMercalli». Tra i suoi libri: «Che tempo che farà» (Rizzoli) e «Prepariamoci» (Chiarelettere)


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