28 mag 2016

L’Anpi spieghi al "Fatto" cosa fu il fascismo

L’Anpi spieghi al Fatto cosa fu il fascismo

Piegare quella tragedia agli interessi dei sostenitori del No al referendum è una mancanza di rispetto per le vittime reali di una dittatura reale
L’ottimo Carlo Smuraglia, presidente pro tempore dell’Anpi (la gloriosa associazione dei partigiani cui anche il Fattone s’onora di appartenere), dovrebbe dedicare qualche ora del suo tempo prezioso per raccontare ai comuni amici del Fatto non che cosa sia l’antifascismo oggi, ma che cosa sia stato il fascismo allora, dal 1922 al 1943.


Ogni paragone con il Ventennio dovrebbe essere fatto con estrema cautela, e soltanto quando vi siano robuste ragioni storiche a sostegno: altrimenti, dando del “fascista” a destra e a manca, si finisce con il ridicolizzare il fascismo vero, cancellandone l’inaudita gravità, e si commette così un danno irreparabile alla causa democratica e antifascista.


Per questo chiediamo sommessamente ma fermamente al presidente pro tempore dell’Anpi di prendere le distanze dall’immagine che campeggia sulla prima pagina del Fatto di oggi: un televisore al cui interno è riprodotto – citiamo dalla didascalia – “il manifesto del plebiscito fascista del 1934 per nominare i deputati designati dal Gran Consiglio”, che raffigura una statua del Duce su uno sfondo di Sì.


Il fotomontaggio serve a illustrare una notizia inesistente (“La Rai ha deciso: chi dice No non parla”), ma non è questo il punto: se l’esimio professor Alessandro Pace, presidente del Comitato per il No, è tristissimo perché finora è andato in tv per soli due minuti due, dimenticando che a tutte le ore su tutti i canali i rappresentanti di tutti i partiti (la stragrande maggioranza dei quali è per il No) dicono la qualunque su qualsiasi cosa, referendum incluso, ce ne faremo una ragione.


Il punto è che non si può usare con disinvoltura il fascismo, disprezzando la storia e le sue vittime, come se si trattasse di un insulto qualsiasi. Il fascismo è stato una tragedia autentica, non soltanto per l’Italia ma per l’intero continente (Hitler e Franco si ispirarono a Mussolini), ha seminato morte e distruzione, ha violato sistematicamente i diritti più elementari delle persone, ha scatenato la guerra più grande della storia.


Si può non rispettare Renzi e il suo governo, ma tutti dovremmo sentire il dovere civile di rispettare le vittime reali di una dittatura reale.
di Fabrizio Rondolino per L' Unità.TV


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