La
simpatia del Fatto per Belpietro
si spiega: facevano gli stessi
titoli
Il
complotto per un “libero” più renziano: tre versioni diverse in
uno stesso articolo
Il
cerchio si stringe, il regime conquista posizioni su posizioni, la
libera stampa è sempre meno libera.
Dopo
aver denunciato ieri il tentativo di Mediobanca, la nota centrale
renziana, di impedire a Urbano Cairo di conquistare il Corriere per
renderlo finalmente “indipendente” (un po’ come La 7, la tv di
riferimento di Marco Travaglio), oggi il Fatto svela un nuovo
crimine: Vittorio Feltri, il noto editorialista renziano, sostituirà
Maurizio Belpietro alla guida di Libero.
“Nasce
il Giornale Unico del Sì”, titola allarmato il giornale multiplo
del No: e naturalmente – che crimine sarebbe, altrimenti? – c’è
lo zampino di Denis Verdini.
In
prima pagina il Fatto rivela “una cena a tre tra il neodirettore,
il deputato re della sanità [Antonio Angelucci, editore di Libero] e
il presidente del Consiglio”; a pagina 5 un titolone annuncia
invece l’“inciucio a cena tra Matteo, Denis e Angelucci” (a
tavola dunque non c’è più Feltri, ma Verdini); il pezzo però
cambia un’altra volta versione, e parla di “un’operazione
politica sancita pochi giorni fa in una cena fra Lotti, Verdini e
Angelucci” (Renzi forse aveva già cenato, e all’ultimo momento è
arrivato Lotti).
Non
era ancora capitato che lo stesso giornale pubblicasse per una
medesima cena ben tre liste diverse di commensali: ma, si sa, il
giornalismo in Italia è un’opinione.
Resta
la curiosità di capire quale meravigliosa sostanza abbiano consumato
gli amici del Fatto per riuscire a scrivere, senza rotolare a terra
per le risate, che con Feltri Libero avrà “una linea più
renziana”. Soltanto perché Feltri s’è pronunciato a favore
della riforma del Senato?
A
parte il Fatto, tutti i giornali italiani ospitano opinioni
differenti sul referendum, com’è normale che sia nel caso di una
consultazione diretta. Ma, a quanto pare, la libertà di opinione è
un reato più che sufficiente per essere bollati come “renziani”.
Quanto
a Belpietro, l’improvvisa simpatia che gli dimostra il giornale di
Travaglio non deve stupire: almeno una volta a settimana i titoli di
apertura di Libero e del Fatto sono identici. Identico il garbo,
identica la credibilità. Ci mancheranno.
di
Fabrizio Rondolino per L' Unità.TV
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