“Basta
un Sì”, Renzi: “Non è la riforma di
un governo, ma di un Paese”
Il
premier in un’intervista sull’Eco di Bergamo: “Se lo vinciamo,
l’Italia diventerà un Paese più semplice e più stabile. Se lo
perdiamo, vado a casa”
“Basta
un Sì per rendere la politica una cosa seria, per dare all’Italia
messaggio di speranza. E chi ama la politica sa che questa occasione
non ripassa”. Così Matteo Renzi ha aperto da Bergamo la campagna
per il Sì al referendum. Una campagna sulla quale il premier sta
puntando tantissimo come ha ribadito anche in un’intervista all’Eco
di Bergamo: con il Sì alle riforme “l’Italia diventerà un Paese
più semplice e più stabile. Se lo perdiamo, vado a casa. Per
serietà. Non resto aggrappato alla poltrona. Questa è
personalizzazione? No. Questa è serietà”.
E
anche dal palco bergamasco, il premier è tornato su questo punto:
“Non ho vinto concorso per fare il presidente del Consiglio; mi ha
chiamato galantuomo di nome Giorgio Napolitano appena rieletto, suo
malgrado. A lui ho detto che avrei fatto la riforma del Senato. E
quando sono andato a chiedere la fiducia, proprio ai senatori ho
detto che avrebbero votato la fiducia per l’ultima volta. Ora se
gli italiani decidono di tenersi questo sistema com’è, è giusto
che lo faccia senza di me. Se non riesco ad avere risultato, se
l’Italia vuole il vecchio sistema, allora io non sono adatto”
Prima
di intervenire al Teatro sociale di Bergamo, il premier è ha
visitato la sede di Stezzano della Brembo, accolto dal presidente
Alberto Bombassei e dalle autorità locali, tra cui il sindaco di
Bergamo, Giorgio Gori. Prima di entrare nell’azienda ha voluto
stringere le mani ad alcuni lavoratori, che lo attendevano davanti
all’ingresso. Poi ha iniziato la visita all’interno dello
stabilimento. “Il nostro Paese – ha detto il premier – è stato
per troppo tempo fermo: non la parte produttiva, come la Brembo che
ha investito, ma nel modello di gestione istituzionale e della cosa
pubblica, dove non si è accelerato. È il dovere del presidente di
una delle potenze industriali, perché continuiamo a esserlo anche se
talvolta a nostra insaputa, rendere omaggio a realtà come questa che
ci rendono orgogliosi nel mondo. È un fatto etico e politico”, ha
aggiunto il presidente del Consiglio, annunciando anche una data “da
segnare in agenda: il 31 agosto portiamo la Merkel a Maranello.
Facciamo il bilaterale Italia-Germania“.
da
L' Unità.TV
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