21 mag 2016

“Basta un Sì”, Renzi: “Non è la riforma di un governo, ma di un Paese”

Basta un Sì”, Renzi: “Non è la riforma di 
un governo, ma di un Paese”

Il premier in un’intervista sull’Eco di Bergamo: “Se lo vinciamo, l’Italia diventerà un Paese più semplice e più stabile. Se lo perdiamo, vado a casa”
Basta un Sì per rendere la politica una cosa seria, per dare all’Italia messaggio di speranza. E chi ama la politica sa che questa occasione non ripassa”. Così Matteo Renzi ha aperto da Bergamo la campagna per il Sì al referendum. Una campagna sulla quale il premier sta puntando tantissimo come ha ribadito anche in un’intervista all’Eco di Bergamo: con il Sì alle riforme “l’Italia diventerà un Paese più semplice e più stabile. Se lo perdiamo, vado a casa. Per serietà. Non resto aggrappato alla poltrona. Questa è personalizzazione? No. Questa è serietà”.


E anche dal palco bergamasco, il premier è tornato su questo punto: “Non ho vinto concorso per fare il presidente del Consiglio; mi ha chiamato galantuomo di nome Giorgio Napolitano appena rieletto, suo malgrado. A lui ho detto che avrei fatto la riforma del Senato. E quando sono andato a chiedere la fiducia, proprio ai senatori ho detto che avrebbero votato la fiducia per l’ultima volta. Ora se gli italiani decidono di tenersi questo sistema com’è, è giusto che lo faccia senza di me. Se non riesco ad avere risultato, se l’Italia vuole il vecchio sistema, allora io non sono adatto”


Prima di intervenire al Teatro sociale di Bergamo, il premier è ha visitato la sede di Stezzano della Brembo, accolto dal presidente Alberto Bombassei e dalle autorità locali, tra cui il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Prima di entrare nell’azienda ha voluto stringere le mani ad alcuni lavoratori, che lo attendevano davanti all’ingresso. Poi ha iniziato la visita all’interno dello stabilimento. “Il nostro Paese – ha detto il premier – è stato per troppo tempo fermo: non la parte produttiva, come la Brembo che ha investito, ma nel modello di gestione istituzionale e della cosa pubblica, dove non si è accelerato. È il dovere del presidente di una delle potenze industriali, perché continuiamo a esserlo anche se talvolta a nostra insaputa, rendere omaggio a realtà come questa che ci rendono orgogliosi nel mondo. È un fatto etico e politico”, ha aggiunto il presidente del Consiglio, annunciando anche una data “da segnare in agenda: il 31 agosto portiamo la Merkel a Maranello. Facciamo il bilaterale Italia-Germania“.
da L' Unità.TV


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