Sondaggi,
perché il Pd cala (effetto-Guidi
e altre considerazioni)
Il
M5S ne beneficia mentre la destra non si muove
Per
la seconda settimana consecutiva (vedi ultimo Tom Tom) il Partito
democratico nei sondaggi Swg continua a calare: dal 33,4% al 33,2%.
Parallelamente cresce il M5S, dal 22,8% al 24,3%.
L’impressione
dunque è che il partito di Renzi stia attraversando uno dei suoi
momenti più difficili e che sotto certi aspetti la situazione
politica sia entrata in una fase nuova, come avevamo scritto qui già
diversi giorni fa.
Di
certo, lo scandalo-petroli, le dimissioni di Federica Guidi,
l’innalzarsi ulteriore della polemica interna, come si è visto
nell’ultima riunione della Direzione Pd, nel nuovo attacco di
Massimo D’Alema, nelle rinnovate critiche di Bersani, sono tutti
elementi che non hanno giocato a favore del segretario-premier.
Non
sono evidentemente bastati a correggere la rotta l’uscita
rapidissima della Guidi dal governo, né il tentativo da parte di
Renzi di cambiare l’agenda politica con iniziative come quella di
Bagnoli (peraltro “sporcata” dagli incidenti e dagli attacchi di
Luigi de Magistris) o i programmi sulla banda larga.
L’inchiesta
condotta dalla Procura di Potenza non poteva non colpire l’opinione
pubblica, forse anche per l’iniziale presenza nella vicenda di un
ministro importante come la Boschi, poi subito uscita dalla scena
mediatica. Passati i primi giorni, il dato emozionale sembra però
gradualmente assorbirsi. Si vedrà la settimana prossima se
l’effetto-Guidi condizionerà ancora la performance del Pd.
Una
nota positiva per il governo e il Pd, da mesi, riguarda la politica
estera, sia sul versante della polemica europea che sull’intreccio
di problemi legati alla lotta al terrorismo, con annessa questione
mediorientale e nordafricana. È molto probabile (lo vedremo più
avanti) che l’atteggiamento di fermezza sul caso Regeni paghi in
termini di consenso.
In
questo contesto, Renzi deve reagire subito. Sperando che
l’effetto-Guidi evapori, che il referendum sulle trivelle non
raggiunga il quorum, che il clima complessivo migliori.
E’
ovviamente il M5S a beneficiare delle difficoltà del Nazareno, a
conferma che questi ormai sono i due “poli” politici più forti,
almeno fino a quando la destra non troverà un suo ubi consistam e
una nuova leadership (al momento – basta guardare quello che
succede a Roma – non si vedono né l’uno né l’altra). E a
proposito di destra, c’è da dire che la Lega non riesce a superare
il “muro” del 15% mentre anche Fratelli d’Italia, dopo un
momento di crescita dovuta alla scesa in campo di Giorgia Meloni a
Roma, ritorna ad un povero 4%. Sia il Carroccio che FdI, insomma,
riescono a risalire la china solo nei momenti di buona esposizione
dei suoi leader: succede così anche agli altri partiti, si dirà, ma
a questi due in modo ancora più sensibile.
Ecco
qui la tabella Swg di questa settimana.
di
Mario Lavia per L'Unità.TV
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