10 apr 2016

Sondaggi, perché il Pd cala (effetto-Guidi e altre considerazioni)

Sondaggi, perché il Pd cala (effetto-Guidi 
e altre considerazioni)

Il M5S ne beneficia mentre la destra non si muove
Per la seconda settimana consecutiva (vedi ultimo Tom Tom) il Partito democratico nei sondaggi Swg continua a calare: dal 33,4% al 33,2%. Parallelamente cresce il M5S, dal 22,8% al 24,3%.


L’impressione dunque è che il partito di Renzi stia attraversando uno dei suoi momenti più difficili e che sotto certi aspetti la situazione politica sia entrata in una fase nuova, come avevamo scritto qui già diversi giorni fa.


Di certo, lo scandalo-petroli, le dimissioni di Federica Guidi, l’innalzarsi ulteriore della polemica interna, come si è visto nell’ultima riunione della Direzione Pd, nel nuovo attacco di Massimo D’Alema, nelle rinnovate critiche di Bersani, sono tutti elementi che non hanno giocato a favore del segretario-premier.


Non sono evidentemente bastati a correggere la rotta l’uscita rapidissima della Guidi dal governo, né il tentativo da parte di Renzi di cambiare l’agenda politica con iniziative come quella di Bagnoli (peraltro “sporcata” dagli incidenti e dagli attacchi di Luigi de Magistris) o i programmi sulla banda larga.


L’inchiesta condotta dalla Procura di Potenza non poteva non colpire l’opinione pubblica, forse anche per l’iniziale presenza nella vicenda di un ministro importante come la Boschi, poi subito uscita dalla scena mediatica. Passati i primi giorni, il dato emozionale sembra però gradualmente assorbirsi. Si vedrà la settimana prossima se l’effetto-Guidi condizionerà ancora la performance del Pd.


Una nota positiva per il governo e il Pd, da mesi, riguarda la politica estera, sia sul versante della polemica europea che sull’intreccio di problemi legati alla lotta al terrorismo, con annessa questione mediorientale e nordafricana. È molto probabile (lo vedremo più avanti) che l’atteggiamento di fermezza sul caso Regeni paghi in termini di consenso.


In questo contesto, Renzi deve reagire subito. Sperando che l’effetto-Guidi evapori, che il referendum sulle trivelle non raggiunga il quorum, che il clima complessivo migliori.


E’ ovviamente il M5S a beneficiare delle difficoltà del Nazareno, a conferma che questi ormai sono i due “poli” politici più forti, almeno fino a quando la destra non troverà un suo ubi consistam e una nuova leadership (al momento – basta guardare quello che succede a Roma – non si vedono né l’uno né l’altra). E a proposito di destra, c’è da dire che la Lega non riesce a superare il “muro” del 15% mentre anche Fratelli d’Italia, dopo un momento di crescita dovuta alla scesa in campo di Giorgia Meloni a Roma, ritorna ad un povero 4%. Sia il Carroccio che FdI, insomma, riescono a risalire la china solo nei momenti di buona esposizione dei suoi leader: succede così anche agli altri partiti, si dirà, ma a questi due in modo ancora più sensibile.
Ecco qui la tabella Swg di questa settimana.

di Mario Lavia per L'Unità.TV


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