Attacco
di Davigo ai politici.
Csm: 'Alimenta i conflitti'
Per
presidente Anm 'dire che i magistrati devono parlare solo con le loro
sentenze equivale a dire che devono stare zitti'.
Dopo
l'intervista al Corriere della Sera il presidente dell'Anm
Piercamillo Davigo rincara la dose. E afferma: "La classe
dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime
incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e
fa danni più gravi". Lo ha detto durante la lectio magistralis
al master in prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e
corruzione dell' Università di Pisa. "In Italia - ha detto - la
vulgata comune è dire che rubano tutti. No, mi fa arrabbiare questa
cosa, rubano molti. Non tutti. Altrimenti non avrebbe senso fare i
processi". E, ancora, riflette Davigo, 'dire che i magistrati
devono parlare solo con le loro sentenze equivale a dire che devono
stare zitti'. Che aggiunge "Le avete mai lette le sentenze? - ha
ironizzato Davigo parlando del presunto protagonismo dei magistrati -
è come quando sui giornali di provincia qualche volta c'è il
pescatore che ha pescato un luccio enorme. Io dico: è il pescatore
affetto da protagonismo o è il luccio che è enorme?". E,
ancora, parlando di indagini che "si ripetono nei decenni"
ha fatto l'esempio di "un funzionario pubblico che nel '92
spiegava il sistema della distribuzione delle tangenti che andava
avanti da 20 anni" e ha concluso: "Oggi inchieste recenti
dimostrano che questo sistema è proseguito ininterrotto". "E
a noi - ha aggiunto - ci dicono che abusiamo della custodia
cautelare: sono senza vergogna".
"Le
dichiarazioni del Presidente Davigo (al Corriere della Sera, ndr)
rischiano di alimentare un conflitto di cui la magistratura e il
Paese non hanno alcun bisogno tanto più nella difficile fase che
viviamo nella quale si sta tentando di ottenere, con il dialogo ed il
confronto a volte anche critico riforme, personale e mezzi per
vincere la battaglia di una giustizia efficiente e rigorosa, a
partire dalla lotta alla corruzione e al malaffare". Lo afferma
il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini. "Il Consiglio
Superiore della Magistratura, nell'esercizio delle proprie funzioni
costituzionali, lavora per il prestigio e l'autorevolezza di tutta la
magistratura", sottolinea Legnini con riferimento alle
sollecitazioni di intervento del Csm sulle dichiarazioni del
Presidente dell'Anm Piercamillo Davigo. "Il Consiglio - prosegue
Legnini - è quotidianamente impegnato ad affermare in concreto
l'indipendenza della magistratura e non è utile, come qualcuno ha
inteso fare, invocarne l'intervento sanzionatorio pur a fronte di
affermazioni non condivisibili, peraltro rese nell'esercizio di una
funzione non giurisdizionale ma associativa. Le garanzie e la
considerazione che si devono alla magistratura per lo straordinario
lavoro, che quotidianamente assicura spesso in condizioni difficili,
devono unirsi al rispetto per gli altri poteri dello Stato".
"Quanto
affermato oggi dal presidente dell'Anm Davigo secondo il quale per
contrastare la corruzione e scoprire i reati di tangenti servono
operazioni sotto copertura corrisponde esattamente al pensiero ed
alla proposta di legge del Movimento 5 Stelle, presentata sin
dall'inizio della legislatura unitamente al nostro pacchetto
anticorruzione che prevede proprio l'estensione nel nostro Paese
dell'agente provocatore o dell'agente infiltrato per far emergere
proprio i reati di corruzione". Lo afferma il gruppo
parlamentare del M5S Senato. "Proposta, purtroppo bocciata dal
governo e dalla maggioranza in diverse occasioni. Da qui si capiscono
gli inaccettabili attacchi Pd a Davigo - continua il gruppo M5S
Senato - Davigo inoltre ha affermato come questo governo abbia
aumentato le soglie di non punibilità per le grandi evasioni,
attraverso le quali si contribuisce, secondo il M5S che si è
fortemente opposto, alla formazione di fondi neri illeciti".
"Non
e' il momento di alimentare un inutile scontro tra politica e
magistratura", "non bisogna avere nostalgia del passato".
Così l'ex presidente dell'Anm Luca Palamara, oggi presidente della
Sesta Commissione del Csm, replica all'intervista sul Corriere della
Sera all'attuale leader dell'Anm Piercamillo Davigo.
"Dobbiamo
ribadire con forza il tema dell'autonomia e dell'indipendenza della
magistratura e chiedere alla politica di essere messi nelle
condizioni di lavorare ma non dobbiamo cadere nella trappola del
conflitto, che spesso ha tanti nostalgici" ha detto ancora
Palamara. "Portare la magistratura sul tema del conflitto fa
notizia", ma "noi dobbiamo evitare di essere trasportati su
questo terreno". Pur esprimendo le sue critiche all'attuale
presidente dell'Anm, Palamara ha riconosciuto il "ruolo
importante" che ha svolto Davigo nella "storia giudiziaria
di questo Paese".
"Di
fronte a fatti di corruttela la magistratura deve intervenire",
ma "le generalizzazioni a me non piacciono", ha spiegato
Palamara. "Lo Stato deve dare una risposta molto ferma e forte
sul tema della corruzione, soprattutto adottando quelle modifiche che
ancora chiediamo per far funzionare meglio il processo penale, ad
esempio intervenendo sulla disciplina della prescrizione evitando che
tanti processi siano inutili e vadano al macero", ha tra l'altro
osservato Palamara. Ma "non bisogna avere nostalgia del
passato".
Ermini:
'Davigo cerca rissa ma non la troverà' - "Le parole di Davigo
fanno paura ai magistrati. Cerca la rissa ma non la troverà. Giudici
parlino con sentenze noi rispettiamo il loro lavoro". Così
David Ermini, responsabile Giustizia della segreteria del PD, in un
commento su Twitter.
da
Redazione Ansa.it
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