L’effetto Draghi sull’economia reale. Ecco cosa cambierà per famiglie, banche e imprese
La
nuova mossa di Draghi servirà per stimolare il credito e rafforzare
la ripresa
Rilancio
dei prestiti
alle imprese, mutui più
convenienti,
maggior propensione alla spesa da parte di famiglie e imprese e
quindi più
consumi e investimenti.
Sono gli effetti del pacchetto
di misure varato ieri dalla Bce,
un arsenale da 2200 miliardi di euro che serviranno, come ha
sottolineato lo stesso Mario Draghi, proprio per stimolare il
credito e rafforzare la ripresa.
Cosa
cambierà in concreto per famiglie, imprese e banche?
Grazie
all’abbassamento dei tassi di interesse ai minimi storici e
all’ampliamento del Quantative
Easing (l’acquisto
sul mercato titoli di Stato e adesso anche di bond aziendali), le
condizioni di finanziamento per le imprese e le famiglie saranno più
favorevoli. Per i mutui a tasso variabile, ad esempio, le mosse di
Draghi dovrebbero rendere più leggere le rate mensili da pagare. La
maggioranza dei mutui, infatti, sono calcolati sul tasso
interbancario euribor, che segue abbastanza fedelmente l’andamento
dei tassi stabiliti dalla Bce. E anche se l’ulteriore abbassamento
delle rate mensili non fosse automatico, di certo (lo ha
sottolineato lo stesso Draghi) i tassi del mutuo rimarrebbero bassi
per un periodo più lungo. Per quanto riguarda i risparmiatori,
tuttavia, se da un lato trarranno particolare beneficio dal più
facile accesso al credito e da mutui più convenienti, l’altro lato
della medaglia sarà l’abbassamento dei tassi di rendimento dei
titoli di stato.
Banche
Oltre
al taglio dei tassi di interesse, l’altra grande novità delle
misure varate ieri è la seconda versione del programma Tltro, i
finanziamenti alle banche destinati a erogare credito a famiglie e
imprese (ad eccezione dei mutui). Le banche che daranno credito sopra
l’indice di riferimento avranno la possibilità di prendere denaro
dalla Bce a tassi negativi. In pratica Francoforte pagherà le banche
per prestare i soldi a famiglie e imprese. È un incentivo, certo, ma
fino a quando gli istituti di credito non avranno garanzie sulla
restituzione dei prestiti (è questo il vero motivo per cui danno
sempre meno credito), difficilmente faranno ripartire il credito. In
questo senso, le misure di Draghi dovrebbero comunque innescare una
spirale positiva di fiducia.
Imprese
Anche
in questo caso, la maggiore liquidità immessa sul mercato non potrà
non tradursi in più prestiti alle imprese. L’ulteriore
facilitazione dell’accesso al credito dovrebbe infatti dare una
sferzata definitiva ai loro programmi di investimento: grazie alla
possibilità di ottenere prestiti maggiori e con vincoli meno
stringenti anche le imprese dovrebbero quindi aumentare la loro
capacità di spesa. E poi, con la modifica del Quantitative easing,
la Bce potrà comprare direttamente anche obbligazioni di società
(anche se saranno soltanto big nazionali) aiutandole così
nell’accesso al credito. Un altro elemento positivo è
indebolimento del cambio euro/dollaro, conseguenza della politica
monetaria ultraespansiva. Una sua discesa dovrebbe aiutare le aziende
esportatrici.
Insomma
le nuove mosse della Bce hanno tutte le carte in regola per
rafforzare il canale di trasmissione del credito all’economia,
famiglie e imprese. Ora spetterà ai governi, è l’auspicio
dello stesso numero uno dell’Eurotower, mettere in campo riforme
e investimenti capaci di rendere più competitive le economie
europee. D’altra parte, è l’osservazione unanime
degli economisti, le manovre di politica monetaria da
sole non possono essere la ricetta per risolvere ogni male.
Di
Stefano Minnucci per L' Unità.TV
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