Un antichissimo oceano di magma nel cuore della Terra
Forse generato dall'impatto con un pianetino
Nel
cuore della Terra si nasconde un antichissimo oceano di magma,
probabilmente generato dall'impatto catastrofico di un piccolo corpo
celeste con il nostro pianeta, ancora giovanissimo.Vedere l'oceano di
magma è stato possibile grazie al supermicroscopio ai raggi X,
basato sulla luce di sincrotrone. La scoperta, pubblicata nella
rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), si
deve al gruppo coordinato da Sylvain Petitgirard, dell'università
tedesca di Bayreuth,che ha lavorato in collaborazione con il Centro
europeo per la luce di sincrotrone (Esrf) a Grenoble.
Grazie alla luce di sincrotrone, i ricercatori hanno individuato minerali fusi nella zona al confine fra nucleo e mantello, che si trova a 2.900 chilometri di profondità: la scoperta conferma per la prima volta che in quella regione si trova una grande quantità di magma. La presenza di questo oceano incandescente era finora solo stata ipotizzata sulla base dei dati registrati dalle onde sismiche.
I nuovi dati indicano che l'oceano di magma si sarebbe formato prestissimo nella storia della Terra, addirittura 4,5 miliardi di anni fa, e potrebbe essere stato generato dall'impatto di un pianetino delle dimensioni di Marte che ha fatto fondere la crosta e persino parti del mantello.
''L'idea che abbiamo della parte interna della Terra è cambiata negli ultimi dieci anni grazie a nuovi modelli che prevedono l'accumulo di magmi sulla parte superiore del nucleo, ma questi modelli non sono mai stati confermati sperimentalmente'', rileva Petitgirard. ''Studiare la pressione come quella che si trova a 2.900 chilometri di profondità nella Terra - aggiunge - è molto impegnativo, ma estremamente importante per comprendere l'evoluzione del mantello terrestre''.
I ricercatori ci sono riusciti grazie a una nuova tecnica sviluppata presso l'Esrf che ha permesso di ricostruire la pressione di circa 1,35 milioni di atmosfere che si trova al confine tra nucleo e mantello inferiore. L'esperimento ha dimostrato che a quella profondità minerali presenti nel cuore della Terra, come i silicati di magnesio hanno una densità compatibile solo con lo stato di fusione, di conseguenza in quella regione deve esserci un oceano di magma antichissimo.
Grazie alla luce di sincrotrone, i ricercatori hanno individuato minerali fusi nella zona al confine fra nucleo e mantello, che si trova a 2.900 chilometri di profondità: la scoperta conferma per la prima volta che in quella regione si trova una grande quantità di magma. La presenza di questo oceano incandescente era finora solo stata ipotizzata sulla base dei dati registrati dalle onde sismiche.
I nuovi dati indicano che l'oceano di magma si sarebbe formato prestissimo nella storia della Terra, addirittura 4,5 miliardi di anni fa, e potrebbe essere stato generato dall'impatto di un pianetino delle dimensioni di Marte che ha fatto fondere la crosta e persino parti del mantello.
''L'idea che abbiamo della parte interna della Terra è cambiata negli ultimi dieci anni grazie a nuovi modelli che prevedono l'accumulo di magmi sulla parte superiore del nucleo, ma questi modelli non sono mai stati confermati sperimentalmente'', rileva Petitgirard. ''Studiare la pressione come quella che si trova a 2.900 chilometri di profondità nella Terra - aggiunge - è molto impegnativo, ma estremamente importante per comprendere l'evoluzione del mantello terrestre''.
I ricercatori ci sono riusciti grazie a una nuova tecnica sviluppata presso l'Esrf che ha permesso di ricostruire la pressione di circa 1,35 milioni di atmosfere che si trova al confine tra nucleo e mantello inferiore. L'esperimento ha dimostrato che a quella profondità minerali presenti nel cuore della Terra, come i silicati di magnesio hanno una densità compatibile solo con lo stato di fusione, di conseguenza in quella regione deve esserci un oceano di magma antichissimo.
Da
http://www.ansa.it

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