30 nov 2015

Lavoro, da Ducati a Telecom, dove il tabù orario non esiste

Lavoro, da Ducati a Telecom, dove il tabù orario non esiste
Non solo Ducati. Il caso indicato dal ministro del Lavoro Poletti («Una azienda dove l’operaio lavora in uno spazio e con dei tempi che non sono dettati da una macchina per cui ogni 30 secondi deve mettere un pezzo, ma si organizza e si gestisce da solo») come esempio in cui il “fattore ora”, in senso rigido, è stato superato per stabilire la misura di quantificazione del salario non è affatto isolato.
Meglio puntare, a ribadito ieri il ministro, sui risultati, sulla produttività e gli obiettivi da raggiungere invece che sulle rigidità legate all’orario. A decine di migliaia, in tutta Italia, si contano imprese nelle quali il contratti di lavoro è stato modificato da elementi integrativi carichi di innovazioni. E’ l’era del dipendente «smart worker»: un lavoratore che esegue la prestazione fuori dai locali aziendali, anche per un solo giorno a settimana o per sempre, utilizzando strumenti tecnologici per lavorare da accesso  remoto (pc, smartphone o tablet ) senza postazione fissa in ufficio . E senza vincoli specifici ma solo obiettivi aziendali condivisi e accettati....CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO: Su IL Messaggero.it

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