23 ott 2015

Signa Maris, un mare di economia

Signa Maris, un mare di economia

La presentazione itinerante del progetto Signa Maris non si ferma e prosegue toccando la città di Salerno dove, dal 17 al 25 di Ottobre, si tiene un importante Boat Show. Nella tavola rotonda “L’Italia che il mare racconta, il turismo nautico come opportunità di sviluppo del mezzogiorno d’Italia” è stato raccontato il progetto di promozione del turismo nautico e del territorio costiero che Signa Maris persegue

Il convegno ha rappresentato un’opportunità per mettere in contatto gli operatori nautici e turistici con i diportisti, con l’obiettivo di promuovere l’interesse e la voglia di conoscere quanto di meglio offrono i Marina e i territori interni alle coste del Sud Italia. Signa Maris, infatti, promuovendo il turismo nautico e l’offerta culturale, naturalistica ed enogastronomica dei territori costieri, contribuisce concretamente allo sviluppo dell’economia del mare, settore strategico per la crescita del Paese.

Signa Maris punta sul Sud Italia per la bellezza dei territori e lo splendore dei suoi attrattori culturali e naturalistici, rivolgendosi sia ai diportisti italiani che a quelli esteri, oggi attestati al 7,2% del totale. Uno degli obiettivi del progetto è incrementare i flussi turistici stranieri che, lasciando le loro barche nei nostri Marina durante l’inverno, possono godere dei climi miti del Sud Italia anche nei periodi di minore afflusso turistico.
Cattedrale di Trani
Per “blue economy” si intende l’economia che il mare può generare. Parliamo di numeri non trascurabili. Sono oltre 181.000 le imprese italiane legate all’economia del mare presenti nei Registri delle CCIAA (pari al 3% del totale delle imprese nazionali) e occupano circa 792 mila addetti. Ammonta poi a circa 44 miliardi di euro il valore aggiunto prodotto da queste imprese (pari al 3% del PIL). A questo dato va sommato quanto generato dall’indotto pari a 81,2 miliardi di euro (5.6% del PIL), per un totale prodotto dalla filiera del mare di 124,9 miliardi di euro (8,6% del PIL). In particolare il turismo marino, in termini di prodotto e occupazione, arriva a costituire rispettivamente il 34,6% e il 47,3% dell’economia del mare, il cui moltiplicatore è pari a 1,9. Nel periodo 2009-2014, il valore aggiunto è cresciuto complessivamente di 2,3 miliardi di euro e gli occupati di 30mila unità. Andando infine ad analizzare i dati relativi al turismo marino, sono 102.450 le imprese coinvolte in questo settore, il 56,3% della blue economy.
Isola di Tropea
I diportisti, approdando nei Marina Signa Maris, trovano oltre a strutture in grado di offrire tutti servizi necessari a barche e naviganti, anche una naturale porta d’accesso al patrimonio paesaggistico e archeologico dell’entroterra, generando in tal modo significative ricadute sulle economie locali.
Per intenderci, ciò che il turista nautico spende per la navigazione è minimo rispetto alla spesa sostenuta nei territori in cui approda. Esso infatti avrà bisogno di trasporti urbani, di rifornire la cambusa e ancora spenderà per la ristorazione, l’intrattenimento, la visita ai siti culturali e, magari, per l’acquisto di prodotti enogastronomici o dell’artigianato locale.
Chiaramente il fattore permanenza aumenta le necessità primarie e i relativi consumi, rispetto al semplice transito. Ed è per questo che Signa Maris si prefigge, tra gli altri, l’obiettivo di favorire l’aumento della permanenza dei turisti nei diversi territori.
Ma di che numeri parliamo? Come si concretizzano i dati di spesa dei turisti nautici rispetto a quelli degli altri segmenti turistici?
Dai dati del Censis si evince che il moltiplicatore del reddito della nautica, grazie al suo indotto turistico, è molto superiore a tutti gli altri cluster del settori (marittimo, crocieristico, della pesca, delle riparazioni navali, ecc.)

La spesa media di un turista escursionista, cioè che non usufruisce di pernottamento, è pari a 46€ al giorno. Mentre per coloro che pernottano, la spesa a persona al giorno per ristorazione, cultura, shopping e trasporti è di circa 40€ per i turisti del segmento rurale e di 60€ per quello cittadino. La spesa del turista nautico è, invece, di 102€, cioè il doppio della media dei due.
Per quanto riguarda l’occupazione, i dati dell’Osservatorio Nautico Nazionale riportano che per ogni 3,8 barche ormeggiate in un Marina si crea un nuovo posto di lavoro nei servizi e nell’indotto turistico. Un altro dato che ci fa riflettere sull’importanza di questo comparto per un Paese, quale il nostro, in cui la questione occupazionale è una priorità assoluta.

In sintesi un incremento dello sviluppo della nautica porterebbe con sé 4 notevoli benefici economici:
un turismo sostenibile, tollerabile a lungo termine dal punto di vista ecologico, realizzabile sul piano economico ed equo sul piano sociale per le popolazioni locali;
la crescita dell’economia e dell’artigianato locale e lo sviluppo delle infrastrutture;
l’incremento dei posti di lavoro;
l’aumento del flusso di denaro nelle casse dello stato, derivante da un maggior gettito dell’IVA.
Potrete approfondire il progetto Signa Maris consultando il sito www.signamaris.it disponibile in cinque lingue, o seguirlo sulle pagine Facebook e Twitter.
Per gli utenti con smartphone invece, è scaricabile l’APP gratuita nei due sistemi operativi Android e iOS. I contenuti multimediali consentono, a diportisti e non, di avere informazioni sui Marina, le offerte del territorio interessato e gli aggiornamenti sulla sicurezza in mare.
Da RepubblicaViaggi.it


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