13 ott 2015

Evasori fiscali incastrati da Area C Recuperati 4,6 milioni

Evasori fiscali incastrati da Area C
Recuperati 4,6 milioni


di Pierpaolo Lio , per IL Corriere Della Sera.it



Incassi in aumento dopo l’intesa con la Finanza. Milano prima in Italia per gli accertamenti fiscali


Esplora il significato del termine: Le previsioni sono state rispettate. La caccia all’evasore ha fruttato a Palazzo Marino oltre 4 milioni di euro in tre anni. Era questo l’obiettivo immaginato al momento della firma, nel novembre del 2011, dell’accordo a tre fra l’amministrazione comunale, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza. Per l’esattezza, nel periodo 2012-2014, la somma riscossa è di 4 milioni e 650 mila euro. Esito degli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate sulla base delle «segnalazioni qualificate» inviate dalla Direzione centrale entrate e lotta all’evasione del Comune.
I risultati, se si valutano i dati anno per anno, sono in costante progressione. Si parte dai 950 mila euro incassati nel 2012, per passare a 1,6 milioni nel 2013 e finire a 2 milioni 138 mila euro nel 2014. Somme che regalano a Milano il primato italiano e che finiscono per intero nelle casse comunali. Staccate tutte le altre città: Genova e Torino l’anno scorso si sono fermate a 1,2 milioni di euro, Reggio Emilia a 718 mila. Per non parlare di Roma, che non è andata oltre i 478 mila euro.
Il record potrebbe essere ritoccato al rialzo. I 4,6 milioni sono infatti l’esito degli accertamenti avviati finora su un primo gruppo di 553 casi sospetti indicati da Palazzo Marino all’Agenzia delle Entrate. Ma nel triennio il totale delle segnalazioni ha raggiunto quota 2.077. E di queste 1.993 sono quelle giudicate idonee e che hanno dato vita ad approfondimenti che dovranno arrivare all’accertamento e, in un secondo momento, alla riscossione dei tributi evasi o elusi. Per scovare i «furbetti», i tecnici di Palazzo Marino si affidano alle banche dati. E a software capaci di incrociare l’enorme mole di informazioni già in possesso di uffici del Comune o di altre istituzioni. È in questo modo che si possono individuare le anomalie. Alcuni esempi? Tenore di vita elevato rispetto ai compensi dichiarati: è il caso di 1.731 segnalazioni su persone con beni di lusso ma stipendi nella norma, o con magre buste paga a fronte di maxi mutui. Altra categoria, le finte residenze all’estero. In questi casi (sono 52), spesso basta confrontare, ad esempio, l’elenco dell’Albo degli italiani residenti all’estero con la banca dati sui pass sosta per residenti o sul bonus per gli ingressi in Area C.
Altre anomalie accertate (294) riguardano le attività economiche senza partita Iva, scovate magari grazie ai dati della tassa rifiuti, i club per incontri ed eventi camuffati da onlus, gli affitti in nero, le omesse variazioni catastali di unità immobiliari o le mancate dichiarazioni di plusvalenze derivanti dalla cessione di terreni.
«Milano è fin dal 2012 in cima alla classifica nazionale, anche se è partita oggettivamente molto in ritardo», ha spiegato Francesca Balzani, illustrando i risultati degli accertamenti in commissione consiliare. Il vicesindaco con delega al Bilancio ha anche aperto alla possibilità di avviare un dibattito per decidere la destinazione delle somme. Un altro risultato sul fronte della legalità lo evidenzia infine David Gentili, consigliere pd e presidente della commissione comunale Antimafia: «Questa amministrazione ha già iniziato a segnalare alla Unità informazione finanziaria della Banca d’Italia operazioni sospette di riciclaggio anche di tipo mafioso. Cinque segnalazioni, le prime da parte di un Comune, che hanno colpito un giro di affari di circa 100 milioni di euro nel nostro territorio». Le previsioni sono state rispettate. La caccia all’evasore ha fruttato a Palazzo Marino oltre 4 milioni di euro in tre anni. Era questo l’obiettivo immaginato al momento della firma, nel novembre del 2011, dell’accordo a tre fra l’amministrazione comunale, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza. Per l’esattezza, nel periodo 2012-2014, la somma riscossa è di 4 milioni e 650 mila euro. Esito degli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate sulla base delle «segnalazioni qualificate» inviate dalla Direzione centrale entrate e lotta all’evasione del Comune.
I risultati, se si valutano i dati anno per anno, sono in costante progressione. Si parte dai 950 mila euro incassati nel 2012, per passare a 1,6 milioni nel 2013 e finire a 2 milioni 138 mila euro nel 2014. Somme che regalano a Milano il primato italiano e che finiscono per intero nelle casse comunali. Staccate tutte le altre città: Genova e Torino l’anno scorso si sono fermate a 1,2 milioni di euro, Reggio Emilia a 718 mila. Per non parlare di Roma, che non è andata oltre i 478 mila euro.
Il record potrebbe essere ritoccato al rialzo. I 4,6 milioni sono infatti l’esito degli accertamenti avviati finora su un primo gruppo di 553 casi sospetti indicati da Palazzo Marino all’Agenzia delle Entrate. Ma nel triennio il totale delle segnalazioni ha raggiunto quota 2.077. E di queste 1.993 sono quelle giudicate idonee e che hanno dato vita ad approfondimenti che dovranno arrivare all’accertamento e, in un secondo momento, alla riscossione dei tributi evasi o elusi. Per scovare i «furbetti», i tecnici di Palazzo Marino si affidano alle banche dati. E a software capaci di incrociare l’enorme mole di informazioni già in possesso di uffici del Comune o di altre istituzioni. È in questo modo che si possono individuare le anomalie. Alcuni esempi? Tenore di vita elevato rispetto ai compensi dichiarati: è il caso di 1.731 segnalazioni su persone con beni di lusso ma stipendi nella norma, o con magre buste paga a fronte di maxi mutui. Altra categoria, le finte residenze all’estero. In questi casi (sono 52), spesso basta confrontare, ad esempio, l’elenco dell’Albo degli italiani residenti all’estero con la banca dati sui pass sosta per residenti o sul bonus per gli ingressi in Area C.
Altre anomalie accertate (294) riguardano le attività economiche senza partita Iva, scovate magari grazie ai dati della tassa rifiuti, i club per incontri ed eventi camuffati da onlus, gli affitti in nero, le omesse variazioni catastali di unità immobiliari o le mancate dichiarazioni di plusvalenze derivanti dalla cessione di terreni.
«Milano è fin dal 2012 in cima alla classifica nazionale, anche se è partita oggettivamente molto in ritardo», ha spiegato Francesca Balzani, illustrando i risultati degli accertamenti in commissione consiliare. Il vicesindaco con delega al Bilancio ha anche aperto alla possibilità di avviare un dibattito per decidere la destinazione delle somme. Un altro risultato sul fronte della legalità lo evidenzia infine David Gentili, consigliere pd e presidente della commissione comunale Antimafia: «Questa amministrazione ha già iniziato a segnalare alla Unità informazione finanziaria della Banca d’Italia operazioni sospette di riciclaggio anche di tipo mafioso. Cinque segnalazioni, le prime da parte di un Comune, che hanno colpito un giro di affari di circa 100 milioni di euro nel nostro territorio».


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