Evasori
fiscali incastrati da Area C
Recuperati 4,6 milioni
di Pierpaolo Lio , per IL Corriere Della Sera.it
Incassi in aumento dopo l’intesa con la Finanza. Milano prima in Italia per gli accertamenti fiscali
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il significato del termine: Le previsioni sono state rispettate. La
caccia all’evasore ha fruttato a Palazzo Marino oltre 4 milioni di
euro in tre anni. Era questo l’obiettivo immaginato al momento
della firma, nel novembre del 2011, dell’accordo a tre fra
l’amministrazione comunale, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia
di Finanza. Per l’esattezza, nel periodo 2012-2014, la somma
riscossa è di 4 milioni e 650 mila euro. Esito degli accertamenti
dell’Agenzia delle Entrate sulla base delle «segnalazioni
qualificate» inviate dalla Direzione centrale entrate e lotta
all’evasione del Comune.
I
risultati, se si valutano i dati anno per anno, sono in costante
progressione. Si parte dai 950 mila euro incassati nel 2012, per
passare a 1,6 milioni nel 2013 e finire a 2 milioni 138 mila euro nel
2014. Somme che regalano a Milano il primato italiano e che finiscono
per intero nelle casse comunali. Staccate tutte le altre città:
Genova e Torino l’anno scorso si sono fermate a 1,2 milioni di
euro, Reggio Emilia a 718 mila. Per non parlare di Roma, che non è
andata oltre i 478 mila euro.
Il
record potrebbe essere ritoccato al rialzo. I 4,6 milioni sono
infatti l’esito degli accertamenti avviati finora su un primo
gruppo di 553 casi sospetti indicati da Palazzo Marino all’Agenzia
delle Entrate. Ma nel triennio il totale delle segnalazioni ha
raggiunto quota 2.077. E di queste 1.993 sono quelle giudicate idonee
e che hanno dato vita ad approfondimenti che dovranno arrivare
all’accertamento e, in un secondo momento, alla riscossione dei
tributi evasi o elusi. Per scovare i «furbetti», i tecnici di
Palazzo Marino si affidano alle banche dati. E a software capaci di
incrociare l’enorme mole di informazioni già in possesso di uffici
del Comune o di altre istituzioni. È in questo modo che si possono
individuare le anomalie. Alcuni esempi? Tenore di vita elevato
rispetto ai compensi dichiarati: è il caso di 1.731 segnalazioni su
persone con beni di lusso ma stipendi nella norma, o con magre buste
paga a fronte di maxi mutui. Altra categoria, le finte residenze
all’estero. In questi casi (sono 52), spesso basta confrontare, ad
esempio, l’elenco dell’Albo degli italiani residenti all’estero
con la banca dati sui pass sosta per residenti o sul bonus per gli
ingressi in Area C.
Altre
anomalie accertate (294) riguardano le attività economiche senza
partita Iva, scovate magari grazie ai dati della tassa rifiuti, i
club per incontri ed eventi camuffati da onlus, gli affitti in nero,
le omesse variazioni catastali di unità immobiliari o le mancate
dichiarazioni di plusvalenze derivanti dalla cessione di terreni.
«Milano
è fin dal 2012 in cima alla classifica nazionale, anche se è
partita oggettivamente molto in ritardo», ha spiegato Francesca
Balzani, illustrando i risultati degli accertamenti in commissione
consiliare. Il vicesindaco con delega al Bilancio ha anche aperto
alla possibilità di avviare un dibattito per decidere la
destinazione delle somme. Un altro risultato sul fronte della
legalità lo evidenzia infine David Gentili, consigliere pd e
presidente della commissione comunale Antimafia: «Questa
amministrazione ha già iniziato a segnalare alla Unità informazione
finanziaria della Banca d’Italia operazioni sospette di riciclaggio
anche di tipo mafioso. Cinque segnalazioni, le prime da parte di un
Comune, che hanno colpito un giro di affari di circa 100 milioni di
euro nel nostro territorio». Le previsioni sono state rispettate. La
caccia all’evasore ha fruttato a Palazzo Marino oltre 4 milioni di
euro in tre anni. Era questo l’obiettivo immaginato al momento
della firma, nel novembre del 2011, dell’accordo a tre fra
l’amministrazione comunale, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia
di Finanza. Per l’esattezza, nel periodo 2012-2014, la somma
riscossa è di 4 milioni e 650 mila euro. Esito degli accertamenti
dell’Agenzia delle Entrate sulla base delle «segnalazioni
qualificate» inviate dalla Direzione centrale entrate e lotta
all’evasione del Comune.
I
risultati, se si valutano i dati anno per anno, sono in costante
progressione. Si parte dai 950 mila euro incassati nel 2012, per
passare a 1,6 milioni nel 2013 e finire a 2 milioni 138 mila euro nel
2014. Somme che regalano a Milano il primato italiano e che finiscono
per intero nelle casse comunali. Staccate tutte le altre città:
Genova e Torino l’anno scorso si sono fermate a 1,2 milioni di
euro, Reggio Emilia a 718 mila. Per non parlare di Roma, che non è
andata oltre i 478 mila euro.
Il
record potrebbe essere ritoccato al rialzo. I 4,6 milioni sono
infatti l’esito degli accertamenti avviati finora su un primo
gruppo di 553 casi sospetti indicati da Palazzo Marino all’Agenzia
delle Entrate. Ma nel triennio il totale delle segnalazioni ha
raggiunto quota 2.077. E di queste 1.993 sono quelle giudicate idonee
e che hanno dato vita ad approfondimenti che dovranno arrivare
all’accertamento e, in un secondo momento, alla riscossione dei
tributi evasi o elusi. Per scovare i «furbetti», i tecnici di
Palazzo Marino si affidano alle banche dati. E a software capaci di
incrociare l’enorme mole di informazioni già in possesso di uffici
del Comune o di altre istituzioni. È in questo modo che si possono
individuare le anomalie. Alcuni esempi? Tenore di vita elevato
rispetto ai compensi dichiarati: è il caso di 1.731 segnalazioni su
persone con beni di lusso ma stipendi nella norma, o con magre buste
paga a fronte di maxi mutui. Altra categoria, le finte residenze
all’estero. In questi casi (sono 52), spesso basta confrontare, ad
esempio, l’elenco dell’Albo degli italiani residenti all’estero
con la banca dati sui pass sosta per residenti o sul bonus per gli
ingressi in Area C.
Altre
anomalie accertate (294) riguardano le attività economiche senza
partita Iva, scovate magari grazie ai dati della tassa rifiuti, i
club per incontri ed eventi camuffati da onlus, gli affitti in nero,
le omesse variazioni catastali di unità immobiliari o le mancate
dichiarazioni di plusvalenze derivanti dalla cessione di terreni.
«Milano
è fin dal 2012 in cima alla classifica nazionale, anche se è
partita oggettivamente molto in ritardo», ha spiegato Francesca
Balzani, illustrando i risultati degli accertamenti in commissione
consiliare. Il vicesindaco con delega al Bilancio ha anche aperto
alla possibilità di avviare un dibattito per decidere la
destinazione delle somme. Un altro risultato sul fronte della
legalità lo evidenzia infine David Gentili, consigliere pd e
presidente della commissione comunale Antimafia: «Questa
amministrazione ha già iniziato a segnalare alla Unità informazione
finanziaria della Banca d’Italia operazioni sospette di riciclaggio
anche di tipo mafioso. Cinque segnalazioni, le prime da parte di un
Comune, che hanno colpito un giro di affari di circa 100 milioni di
euro nel nostro territorio».
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