29 ott 2015

Cari titolisti del Fatto, su Padoan non c’era notizia

Cari titolisti del Fatto, su Padoan non c’era notizia

Non c’è nessuna smentita del Mef a Padoan come suggerisce il titolone d’apertura
Il titolo di apertura del Fatto di oggi ci ha sinceramente allarmato: “Contanti a 3mila euro: Padoan smentito pure dal suo ministero”. Finché si scherza si scherza, ragazzi, ma Padoan è una specie di colonna portante, lo sappiamo tutti: se crolla lui, sono guai veri. L’occhiello è anche più esplicito: “Furbate. Il ministro nega legami con l’evasione, ma il suo dicastero li conferma”.
Di tutto avremmo bisogno, meno che di un conflitto esplicito fra il Mef e il suo titolare: questo sì che è un problema, proprio ora che la fiducia di consumatori e imprese è finalmente tornata ai livelli pre-crisi e i tassi dei nostri titoli di Stato sono scesi sotto lo zero (a proposito: di questa irrilevante notiziola sulla prima pagina del Fatto curiosamente non c’è traccia).
Sempre più preoccupati, corriamo a leggere l’articolo in cerca di nuovi particolari. Ed ecco lo scoop: Padoan ha dichiarato che “non esiste una correlazione tra limite all’utilizzo del contante ed estensione dell’economia sommersa”, ma sul sito del ministero c’è un rapporto del 2011 che consiglia, nella parte finale, di “accrescere l’uso della moneta elettronica”. Tutto qui? Dov’è il contrasto, lo scontro, la guerra fra Padoan e il suo ministero?
Il Fatto non si dà per vinto e produce anche uno studio dell’Abi “fatto proprio” dal Tesoro. Le banche, com’è naturale, sono favorevoli ai bonifici e alle carte di credito perché ci guadagnano. Ma neppure loro hanno certezze sul punto in discussione: il risultato dello studio, leggiamo nell’articolo, “non basta per stabilire un legame causa-effetto” fra diminuzione del contante e diminuzione dell’evasione, “ma consiglia molta prudenza del negarlo”.
Dunque, ricapitolando: non c’è nessun documento ufficiale del Mef che smentisca Padoan, nessuna dichiarazione, nessuna indiscrezione; c’è però uno studio delle banche di quattro anni fa che “consiglia prudenza”. Giusto, giustissimo: un po’ di prudenza è consigliabile a tutti.
Anche ai volenterosi titolisti del Fatto.
Da http://www.unita.tv/opinioni/


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