Rossi: “Senato, chi critica la riforma rilegga Berlinguer”
Enrico Rossi ricorda il monocameralismo auspicato già dallo storico segretario Pci. “Chi vuole bloccare l’iter punta a far saltare il tavolo”
Ha
appena finito la sua passeggiata sul Monte Piana, nel Massiccio delle
Dolomiti di Sesto, nel luogo in cui tra il 1915 e il 1917 italiani e
austroungarici si massacrarono in una lunghissima guerra di
posizionamento. «Qui si sta perdendo di vista la realtà», commenta
il presidente della Toscana, Enrico Rossi. La realtà è l’avanzata
di Grillo e Salvini nei sondaggi, dice, «è ora che la sinistra e il
Pd comincino a occuparsi di questa ondata xenofoba e che riallaccino
i rapporti con i territori invece di dividersi al proprio interno».
Presidente,
a proposito di guerre, partiamo dalle ultime notizie sul Pd. Le
riforme sono la battaglia finale?
«Trovo
che si stia scatenando una guerra inutile. Spero sia come i temporali
agostani, passeggera, ma sono inaccettabili questi toni da ultima
spiaggia sulle Riforme quando in realtà si vuole parlare al proprio
interno. Così si rischia di inasprire inutilmente un clima già
piuttosto teso».
Sulla
sua pagina facebook lei porta ad esempio Berlinguer che indicava nel
monocameralismo e nella drastica riduzione dei parlamentari, la via
da seguire. Un messaggio alla minoranza?
«A
chi oggi torna a chiedere il Senato elettivo dico: andate a
rileggervi Berlinguer. Il dibattito sul monocameralismo alberga nella
sinistra da lungo tempo, legittimamente, per rispondere ad una
esigenza di funzionamento delle istituzioni. Se nel Pd vogliamo
aprire una discussione sulla democrazia facciamolo, ma collochiamo il
dibattito all’interno dei grandi cambiamenti economici e sociali.
Parliamo dell’Europa e di un governo eletto democraticamente dai
cittadini europei. Wolfgang Schäuble ha proposto un comitato
tecnico, naturalmente controllato dalla Germania, per accelerare
l’unità d’Europa. La sinistra non ha nulla da dire? Il problema
di democrazia è lì, dove dobbiamo costruire gli Stati uniti
d’Europa, controbilanciando il potere economico con quello
politico».
Quindi
è un dibattito superato quello della minoranza sul Senato elettivo?
«Gianfranco
Bertolini, che è stato presidente della Toscana diceva che
monocameralismo e Senato dei territori sono l’unico modo per
portare i territori nel cuore dello Stato».
Per
Gotor e Mucchetti Italicum e Senato non elettivo sono inconciliabili.
Esagerano?
«Trovo
bizzarro che questa argomentazione venga posta da un Parlamento che è
nominato grazie al Porcellum, compreso Bersani. Inoltre nessuno
dovrebbe dimenticare che mentre la Riforma costituzionale prevede un
iter particolare, la legge elettorale è una legge ordinaria. Sono
due cose diverse. E mi faccia dire una cosa, a proposito di
Mucchetti: ha sostenuto che in questo modo ci sarebbe un Senato di
mezze cartucce. Come si permette? Dunque, mi faccia capire, un
consigliere regionale eletto dai cittadini è una mezza calzetta e un
senatore nominato è un illuminato?».
La
minoranza respinge anche l’accusa di voler dare un colpo al
governo. Sostiene che riforma e governo sono cose distinte.
«Il
governo deve andare avanti e risolvere i problemi del Paese, ma
questa riforma è una parte centrale della missione stessa
dell’esecutivo. Mi sembra evidente che chi blocca questa riforma
punta a mandare all’aria il tavolo. Un tema, invece, mi sembra
quello posto dal ministro Martina sulla revisione del titolo V,
necessario a mio avviso, per evitare rigurgiti centralisti che
possono essere pericolosi. Si potrebbe trovare un maggiori
equilibrio, ad esempio, sulle competenze tra governo e territori».
Secondo
lei c’è un rischio scissione nel Pd?
«Spero
di no. Preferirei vedere il mio partito impegnato sui grandi temi che
abbiamo di fronte. Come affrontiamo questa ondata di xenofobia e di
destra che ci sta spazzando via? Il duo GrilloSalvini, a cui ha
risposto bene il segretario della Cei, Galantino, definendoli dei
piazzisti da quattro soldi, hanno un grande consenso. Vogliamo
chiederci perché? Forse perché siamo poco presenti sul territorio,
abbiamo abbandonato i quartieri, i lavoratori… È nell’insicurezza,
nelle difficoltà e nell’incertezza della vita di ogni giorno che
cresce la xenofobia. Parto da un sondaggio: il 70% degli italiani è
d’accordo con Grillo e Salvini su molte questioni. Stiamo dando
battaglia culturale come partito? Stiamo costruendo alleanze
territoriali con la Chiesa, i giovani, i sindacati? Qui si gioca
l’egemonia culturale del Paese».
Sta
dicendo che il Pd sta perdendo contatto con la realtà?
«Con
tutto il rispetto per il dibattito sull’articolo 2 ritengo che si
debba dare battaglia politica sul territorio contro questa ondata di
destra. Chi vuole buttare giù Renzi sappia che il nostro popolo lo
ha votato alle primarie perché voleva archiviare una vecchia classe
dirigente. Una larga parte delal nostra gente pensa che Renzi possa
governare bene il Paese e dirigere il partito e inoltre vuole
lealtà».
@mariazegarelli
per L' Unità.it
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11
agosto 2015
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