12 ago 2015

L’Europa ci restituisce oltre 12 mila immigrati: “Sono vostri irregolari entrati da noi”

L’Europa ci restituisce oltre 12 mila immigrati: “Sono vostri irregolari entrati da noi”

Le riammissioni dal 1° gennaio sono aumentate. Francia, Svizzera e Austria i Paesi più rigidi
GUIDO RUOTOLO per LA STAMPA.it
ROMA
Incrociano le dita. Si nascondono nelle toilette dei treni che varcano i confini nazionali. Di notte, battono i sentieri dei valichi. Di giorno si confondono tra i frontalieri. Svizzera, Francia, Slovenia: è una scena che si ripete tutti i giorni. Ma, dall’altra parte della «frontiera» che sempre Europa è, ci sono le forze di polizia che cercano le «prede», i trofei: i migranti irregolari che devono essere allontanati. A maggio, a giugno, la scogliera di Ventimiglia sembrava la “Croisette” di Cannes con telecamere e fotoreporter per immortalare i migranti che volevano proseguire la loro avventura nel vecchio continente. E di questi viaggi di speranza sono impressionanti i numeri dei migranti che dal primo gennaio al 31 luglio l’Italia ha dovuto riprendersi: 12.456. I Paesi confinanti ce ne volevano restituire ben 16.305. Evidentemente, abbiamo dimostrato che 4000 non erano arrivati dall’Italia. In ogni caso, numeri fotografano il problema: la grande mobilità interna all’Europa di decine di migliaia di migranti che passando dall’Italia cercano di raggiungere mete precise.
Va ricordato, viceversa, che migranti che dall’Italia sono stati riconsegnati ai Paesi confinanti sono stati 591. Dunque, secondo Parigi, 11.202 migranti identificati in Francia erano arrivati dall’Italia. Noi abbiamo contestato questi numeri riconoscendone, alla fine, solo 7758. Eritrei, etiopi, marocchini, afghani, tunisini, sudanesi. Tutti ritornati in Italia. Quando si parla di migranti in arrivo si scruta l’orizzonte. Si pensa alla Libia, al Canale di Sicilia, a Lampedusa. E invece c’è un secondo fronte, quello dei confini terrestri europei.
I NUOVI ARRIVI
I comunicati della sala operativa delle Capitanerie di porto in questi giorni sembrano bollettini di guerra: «1552 migranti tratti in salvo in 7 distinte operazioni di soccorso». Per Ferragosto, di questo passo, supereremo i 110.000 migranti soccorsi. Il 10% in più rispetto all’anno scorso. Nessuna invasione. Una parte di loro farà domanda di protezione umanitaria. Molti proveranno a disperdersi in Europa. Altri saranno rimpatriati, espulsi.
I richiedenti asilo saranno accolti nelle strutture delle comunità locali, nei Centri di accoglienza. La disponibilità di posti raggiunge i 120.000 migranti. E dovranno sottoporsi all’iter burocratico delle commissioni che esamineranno le loro posizioni. E se l’esito fosse negativo, i richiedenti avranno sempre la possibilità di appellarsi alla giustizia e ai suoi tempi (biblici). Nel frattempo, in molti proveranno a raggiungere i loro cari e amici nei Paesi dell’Europa del Centro-Nord.
GLI IRREGOLARI
È una Torre di Babele. Migranti che chiedono asilo politico. Migranti trafficanti o pusher che finiscono in carcere. Disperati per motivi economici che attraversano il Canale di Sicilia e vengono espulsi. E poi quelli che trasformano il loro provvedimento di espulsione in carta straccia. E quelli ancora che entrano in Italia dall’Europa e vengono riaccompagnati in Francia o in Slovenia. E viceversa. Ma al di là dei richiedenti asilo, si può capire la dimensione del popolo dei migranti che non ha il diritto di rimanere in Italia solo attraverso alcuni indicatori. Circa 18.000 sono stati fermati ed espulsi dal primo gennaio agli inizi di agosto. I rimpatriati sono stati 8497, rimpatriati anche con i voli charter. Quelli che non hanno «ottemperato» al provvedimento del questore di lasciare l’Italia sono stati invece 9571.
TEMPI LUNGHI PER I RIMPATRI
Perché i provvedimenti di espulsione non sono stati eseguiti? La cancellazione del reato di clandestinità non c’entra, è il numero esiguo dei Cie, i centri di identificazione ed espulsione, a complicare le cose. In realtà è un non problema visto che il numero di «irreperibili» non è così imponente. Però il tempo per l’espulsione è lungo. Occorre essere certi dell’identità e della nazionalità. La procedura di identificazione attraverso il coinvolgimento delle rappresentanze diplomatiche e consolari dei Paesi di provenienza ha bisogno di tempo. I migranti vengono trattenuti nei Cie, che sono strutture protette, sorvegliate. Dall’anno scorso, il tempo di permanenza nei Cie non può superare i tre mesi. Ma non è tanto questo il problema. È che i posti disponibili sono molto ridotti: oggi sono soltanto 539, nel 2012 arrivavano anche a 1813.


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