Viaggio nel Dark Web, dove diventare italiani costa 750 euro
di Giancarlo Calzetta per IL Corriere Della Sera.it
Nella
rete osura si acquistano droghe, si commissionano omicidi e si
ottengono documenti falsi di qualsiasi nazionalità. Il
pacchetto-Italia comprende passaporto, patente e carta d’identità
Il Deep e il Dark
Internet
è una cosa meravigliosa e in tanti sanno che ne esiste una versione
“nascosta”, dove la voglia di anonimato copre ogni cosa. Pochi,
però, sanno che questo Web sotterraneo è diviso in due. Il primo,
conosciuto come Deep Web, è composto da quei siti che non vogliono
farsi indicizzare dai motori di ricerca. Sono siti chiusi, ai quali
si accede solo con login e password, protetti da sistemi “anti-robot”
come i captcha (quei codici di numeri e lettere molto distorte che ci
viene chiesto di riconoscere quando ci iscriviamo a un servizio),
siti che non sono linkati da nessun altro sito (e quindi solo chi ne
conosce il nome direttamente può visitarli) o che sfruttano
configurazioni particolari per cui non basta scrivere il loro
indirizzo nella barra del browser per visitarli.
È
un insieme di siti che, in un mondo di esibizionisti sempre alla
ricerca della massima popolarità, decide di stare in disparte. Ci
sono blog, forum, siti di informazione, pagine dedicate agli hobby,
ma non si sa mai chi li gestisce ed è vietata ogni forma di
collegamento con il mondo “reale”. Poi c’è chi si spinge
oltre: il Dark Web, composto da quei siti che hanno bisogno di
programmi specifici per accedere, come Tor che rende tutto anonimo, o
che stanno su reti diverse dal “nostro” www, alle quali possono
accedere solo i pochi che sanno cosa andare a cercare. Avventurandoci
in queste zone senza identità si rischia di sbagliare strada e
finire nei bassifondi: vicoli informatici abitati da criminali della
peggior specie. Si possono comprare droghe (la Cannabis è la merce
più venduta), medicinali, identità fasulle (diventare italiani
costa 750 euro: passaporto, carta d’identità e patente) e ogni
tipo di efferatezza, dallo stupro all’omicidio, con la brutta
sensazione che tutto possa restare impunito. Ma non è così: il
completo anonimato su Internet non esiste e l’arresto di
cybercriminali come il fondatore di Silk Road (condannato
all’ergastolo) ne è una prova.
Nessun commento:
Posta un commento