Mafia
Capitale, rivoluzione in Comune
il prefetto di Roma: «Via 20 dirigenti
Infiltrazioni criminali a Ostia, va sciolta»
Mani delle cosche sul litorale romano
il prefetto di Roma: «Via 20 dirigenti
Infiltrazioni criminali a Ostia, va sciolta»
Mani delle cosche sul litorale romano
di
Simone Canettieri e Fabio Rossi
per IL Messaggero.it
Venti
dirigenti apicali, a partire dal segretario generale, da rimuovere e
soprattutto la richiesta di sciogliere per mafia il X Municipio,
quello di Ostia, il mare dei romani: con i suoi 229 mila abitanti,
diventerebbe l’ente locale più popoloso tra quelli sciolti per
infiltrazioni criminali in Italia.
Da
ieri pomeriggio la relazione del prefetto Franco Gabrielli è sul
tavolo del ministro degli Interni Angelino Alfano. Cento pagine nelle
quali si fotografa la macchina amministrativa del Comune ai tempi di
Mafia Capitale e soprattutto si tirano le somme dell’accesso agli
atti iniziato sei mesi fa e discusso l’altro giorno al comitato
provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, allargato al
procuratore capo Giuseppe Pignatone.
Il
Viminale ha ora a disposizione tre mesi di tempo per decidere sullo
scioglimento anche se lo stesso ministro specifica che prenderà una
decisione molto prima. «La mia - spiega - non sarà una decisione
preconfezionata o precostituita, ma formerò il mio convincimento in
base alla relazione del prefetto».
Gabrielli
non chiederà ad Alfano lo scioglimento per mafia di tutto il Comune
di Roma (solo Ostia), ma l’applicazione del comma 5 dell’articolo
143 del Testo unico sugli enti locali. Di fatto sarà commissariato
mezzo Comune: in venti, tra dirigenti e funzionari, saranno rimossi e
sottoposti a procedimenti disciplinari.
I
PROVVEDIMENTI Tra loro spicca Liborio Iudicello segretario generale
di Palazzo Senatorio, in auge con la giunta Alemanno e confermato
finora anche da quella Marino. E’ l’uomo che ha “vistato”
tutti gli atti della macchina capitolina. Gli altri burocrati finiti
nella «lista Gabrielli», come la chiamano al Viminale, sono
riconducibili ai dipartimenti più attaccati dal malaffare di
Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Perle di una collana che negli
anni ha costituito «una sistematica infiltrazione del tessuto
imprenditoriale e delle istituzioni locali - si legge nella relazione
della commissione d’inchiesta - attraverso un diffuso sistema
corruttivo».
Che
passava appunto dagli affidamenti diretti alla cooperative di Buzzi,
a partire dalla 29 Giugno, attraverso i debiti fuori bilancio. I
settori aggrediti dal sodalizio criminale e che presto saranno
bloccati sono principalmente tre: Ambiente, Servizi sociali e
Patrimonio. L’inchiesta Mafia Capitale ha già colpito cinque
dirigenti, altrettanti funzionari e un istruttore (ex articolo 90).
Uno solo di questi è stato arrestato e subito sospeso (Gaetano
Altamura), altri sono stati indagati o compaiono semplicemente nelle
carte dell’ordinanza. A questi si aggiungono altre dieci posizioni
nuove. Fanno parte di una filiera di coletti bianchi che, attraverso
i politici, «alterava il procedimento di formazione degli organi
elettivi e amministrativi».
IL
LITORALE La scossa di Gabrielli arriva fino a Ostia. Nella sua
relazione il prefetto chiede al ministro Alfano di sciogliere per
mafia il X Municipio. Il Viminale la porterà al tavolo del consiglio
dei ministri che si esprimerà sul provvedimento. Così facendo sarà
nominato un commissario prefettizio che “reggerà” il decimo
municipio per 18 mesi, prima di ritornare alle elezioni. Il caso
Ostia scoppiò subito nella prima fase di Mafia Capitale quando
emersero gli interessi di Buzzi e Carminati sul litorale.
«Tassone
è nostro, eh... è solo nostro... non c’è maggioranza e
opposizione, è mio», dicevano nelle intercettazioni i due ras.
Tassone era il presidente del X municipio, arrestato a giugno nella
seconda tranche dell’inchiesta, quando già non era più in carica:
si dimise prima, dopo un tentativo un po’ forzato da parte del Pd,
di puntellarlo con una giunta della legalità. Esperienza mai nata e
poi rimossa dopo l’arresto. Nel frattempo Marino ha nominato come
delegato l’assessore Alfonso Sabella, chiamato a ripristinare la
legalità in un territorio infiltrato dalla malavita. Esperienza
destinata a finire.
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