14 lug 2015

Iran, raggiunto l'accordo sul nucleare

Iran, raggiunto l'accordo sul nucleare


Nelle ultime ore passi avanti sia sul tema delle ispezioni che del riarmo di Teheran. Ora l'incontro finale per la ratifica tra la delegazione iraniana e le potenze protagoniste del negoziato
VIENNA - Lo "storico" accordo tra Teheran e le potenze mondiali sul futuro del programma nucleare iraniano è raggiunto. Teheran otterrà la revoca delle sanzioni internazionali in cambio di significative riduzioni alla portata del suo programma nucleare, che verrà sottoposto a ispezioni per accertare il rispetto degli impegni da parte della Repubblica Islamica. E trapela da fonti diplomatiche che l'Iran ha accettato il principio di un ritorno alle sanzioni entro 65 giorni se dovesse essere accertata una sua violazione del trattato.


Gli ultimi dettagli sono stati limati in una riunione notturna del gruppo di negoziatori del "5+1" cui non ha partecipato la delegazione iraniana. C'erano invece Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Cina e Francia, con l'obiettivo di mettere a punto un testo che impedisca - per un certo numero di anni - alla Repubblica Islamica di dotarsi dell'arma atomica, ma che sia allo stesso tempo in grado di essere accettato da Teheran. L'agenzia semiufficiale iraniana Fars ha annunciato che l'incontro finale tra la delegazione di Teheran e il "5+1", in cui si dovrebbe raggiungere l'intesa definitiva, si terrà alle 10 al quartier generale dell'Aiea a Vienna. In cambio del monitoraggio internazionale del suo programma nucleare, l'Iran chiede la revoca delle sanzioni internazionali, l'unica vera ragione per cui gli emmissari del regime di Teheran hanno deciso di sedersi al tavolo del negoziato.


Secondo indiscrezioni, nella bozza messa a punto si prevede l'accesso degli ispettori a tutti i siti sospetti iraniani, compreso quello di Parchin. Sarebbe stato raggiunto un compromesso anche sulla questione dell'embargo su armi convenzionali e missili balistici, che Teheran vorrebbe revocato immediatamente. Su questa linea erano anche la Russia e la Cina, tradizionali fornitori di armi all'Iran, mentre erano contrari gli Usa, che tengono conto anche delle preoccupazioni dei loro alleati nella regione mediorientale, Israele in prima fila.


Alla notizia del raggiunto accordo, una fonte ufficiale israeliana ha paragonato il trattato in arrivo a una "licenza di uccidere" garantita a Teheran. Il ministro degli Esteri Tzipi Hotovely assicura che Israele "impiegherà ogni mezzo diplomatico per impedire la conferma dell'accordo" che segna la "resa dell'Occidente all'asse del male guidato dall'Iran". "Le implicazioni dell'accordo nell'immediato futuro sono molto gravi - aggiunge Hotovely nel suo comunicato, citato sul sito Times of Israel - l'Iran continuerà a diffondere la metastasi delle sue cellule terroristiche in tutte le direzioni, continuerà a infiammare il Medio Oriente e, quel che è ancora peggio, farà un gran passo per diventare uno Stato sulla soglia del nucleare".


Ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva ribadito: "Ci siamo impegnati a impedire all'Iran di dotarsi di armi atomiche e questo impegno è ora valido più che mai", mentre il suo ministro dell'energia Yuval Steinitz aveva denunciato "un cattivo accordo, pieno di scappatoie". Inaugurando un nuovo fronte nella sua propaganda anti-nucleare iraniano, lo stesso Netanyahu ha aperto un profilo twitter in lingua farsi con "l'obiettivo di stabilire un filo diretto con gli iraniani che sono stati indottrinati a odiare Israele dopo la rivoluzione islamica del 1979" ha spiegato all'Afp il capo dei servizio dell'ufficio del premier israeliano. "Vogliamo dire, in farsi, la verità agli iraniani sull'accordo sul nucleare, spiegando loro che i miliardi di dollari che il regime iraniano otterrà a seguito dell'accordo serviranno a finanziare il terrorismo e non a costruire scuole e ospedali".


SCHEDA: I PUNTI DELL'ACCORDO


Il via libera sembrava arrivato quando ieri alcune fonti hanno affermato che sulla questione dell'embargo sulle armi era stato raggiunto un compromesso basato su una revoca progressiva. In particolare, citando quanto detto da una fonte iraniana all'agenzia russa Ria Novosti, l'agenzia iraniana Fars aveva scritto che "l'Iran e le sei potenze mondiali concordano di revocare parzialmente l'embargo sulle armi", mentre "l'accordo stabilisce che gli iraniani potranno continuare a fornire armi di difesa ai loro alleati nella regione, per combattere il terrorismo e l'estremismo". Anche il presidente iraniano Hassan Rohani aveva dato l'impressione che ormai fosse fatta, ma poi ha fatto marcia indietro. Su Twitter aveva scritto: "L'accordo sull'Iran è la vittoria della diplomazia e del rispetto reciproco sull'antiquato modello dell'esclusione e coercizione". Nel giro di pochi minuti il suo tweet è stato però cancellato, salvo poi essere rilanciato, però con un grande "se" all'inizio.


MAPPA: IL GRANDE GIOCO ATOMICO


L'accordo doveva essere concluso a Vienna entro il 30 giugno, poi la scadenza è slittata prima al 7 luglio, e ancora al 10 e poi alla mezzanotte del 13 luglio. Ma per la grande posta in gioco non può essere un ostacolo un giorno in più. La vera fretta era di chiudere entro il 7 luglio. In tal modo il Congresso degli Stati Uniti avrebbe avuto solo 30 giorni, e non 60, per valutare l'accordo, ed eventualmente respingerlo. Eventualità tutt'altro che remota, considerate le forti riserve avanzate non solo dai repubblicani, ma anche dai diversi democratici.
Da Repubblica.it


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