Renzi: il Pd è l'unica sinistra che vince in Europa
«Sulla scuola pronti a ragionare. De Luca? Non modificheremo la legge Severino».
Da
Lettera43.it
La
riforma della scuola, il caso De Luca, Mafia Capitale. Intervistato
da Ezio Mauro durante il festival la «Repubblica delle idee», il 6
giugno a Genova, Matteo Renzi ha affrontato alcuni dei temi più
caldi dell'attualità politica, a cominciare dal risultato delle
ultime elezioni regionali. «Mi dispiace ma in Liguria non c'è
partita: numericamente il Pd ha vinto e il Pd ha il consenso nel
paese che non ha nessuna sinistra europea», ha dichiarato il
premier, rivendicando il ruolo del suo partito nello scenario
politico europeo: «L'unica sinistra che in Europa ha ancora un
risultato è la nostra. Sicuramente il Pd deve fare una riflessione e
ben venga. Ma cosa c'è fuori dal Pd? La Coalizione sociale, il
Podemos italiano, Pastorino....Fuori dal Pd c'è Salvini ed il
centrodestra. Per essere argine all'antipolitica dobbiamo darci una
smossa, ma essere consapevoli della situazione».
In Liguria, ha aggiunto, «abbiamo sbagliato noi, chi trova alibi sbaglia. Se ha sbagliato ha sbagliato il Pd e se ne deve fare carico il Pd, da parte mia non sentirete mai una parola contro la Paita».CONTRO LA SINISTRA CHE PERDE E FA VINCERE LA DESTRA. Quanto al rapporto con la minoranza del suo partito: «Se stai dentro una comunità rispetti le regole se no stai in un partito anarchico», ha detto Renzi attaccando «la sinistra che si crede più sinistra dell'altra e perde e fa testimonianza» mentre serve «la sinistra di governo e riformista», perchè «c'è sempre una sinistra che si ritiene più a sinistra dell'altra e che fa vincere la destra». Senza una cultura di governo, ci sono «Toti e Salvini». PRONTI A RAGIONARE SULLA SCUOLA. Parlando poi delle riforme messe in campo dal governo, il presidente del consiglio si è detto soddisfatto del lavoro fatto fin qui, nonostante le molte critiche pervenute proprio dall'interno del suo partito: «Ho messo la sinistra in un angolo? Sì sull'Italicum perché dopo anni di rinvii arriva il momento che se hai il coraggio fai le cose altrimenti non sei credibile. Sul lavoro? Sì, perche le nostre riforme sono molto più di sinistra di quelle che sostiene la sinistra che non le ha fatte», ha spiegato dicendosi pronto «a ragionare» ancora sulla riforma della scuola: «Abbiamo bisogno di ascoltare, l'impressione che non ci confrontiamo è colpa di un racconto sbagliato da parte del governo. Stiamo discutendo, siamo pronti a ragionare. Discutiamo perché non si può fare riforma senza massimo coinvolgimento ma non cederemo a chi dall' alto di rendite di posizione pensa che la scuola sia intoccabile».
In Liguria, ha aggiunto, «abbiamo sbagliato noi, chi trova alibi sbaglia. Se ha sbagliato ha sbagliato il Pd e se ne deve fare carico il Pd, da parte mia non sentirete mai una parola contro la Paita».CONTRO LA SINISTRA CHE PERDE E FA VINCERE LA DESTRA. Quanto al rapporto con la minoranza del suo partito: «Se stai dentro una comunità rispetti le regole se no stai in un partito anarchico», ha detto Renzi attaccando «la sinistra che si crede più sinistra dell'altra e perde e fa testimonianza» mentre serve «la sinistra di governo e riformista», perchè «c'è sempre una sinistra che si ritiene più a sinistra dell'altra e che fa vincere la destra». Senza una cultura di governo, ci sono «Toti e Salvini». PRONTI A RAGIONARE SULLA SCUOLA. Parlando poi delle riforme messe in campo dal governo, il presidente del consiglio si è detto soddisfatto del lavoro fatto fin qui, nonostante le molte critiche pervenute proprio dall'interno del suo partito: «Ho messo la sinistra in un angolo? Sì sull'Italicum perché dopo anni di rinvii arriva il momento che se hai il coraggio fai le cose altrimenti non sei credibile. Sul lavoro? Sì, perche le nostre riforme sono molto più di sinistra di quelle che sostiene la sinistra che non le ha fatte», ha spiegato dicendosi pronto «a ragionare» ancora sulla riforma della scuola: «Abbiamo bisogno di ascoltare, l'impressione che non ci confrontiamo è colpa di un racconto sbagliato da parte del governo. Stiamo discutendo, siamo pronti a ragionare. Discutiamo perché non si può fare riforma senza massimo coinvolgimento ma non cederemo a chi dall' alto di rendite di posizione pensa che la scuola sia intoccabile».
La Legge Severino? Non faremo modifiche ad personam
Il
premier ha toccato poi altri temi caldi dell'attualità politica, a
cominciare dal caso De Luca: «C'è una contraddizione della quale il
Pd deve farsi carico, ma il tempo delle leggi ad personam è finito.
Noi non le facciamo», ha spiegato, escludendo l'ipotesi che il
governo intervenga per cambiare la legge Severino a favore del
neogovernatore della Campania. «Se falliamo al sud è colpa solo del
Pd ecco perchè la svolta in Campania è cruciale. Vincenzo De Luca
non ha nulla a che fare con mafia e camorra. Va detto. Come per il
sindaco Luigi de Magistris si stratta di abuso di ufficio. De Luca ha
sempre combattuto la camorra».
Renzi non ha mancato però di rimproverare i suoi per come sono andate le cose dopo la pubblicazione della famosa lista degli impresentabile: «Tra Bindi e De Luca si sono viste scene tecnicamente parlando imbarazzanti, si son detti di tutto». Chi è stato condannato, ha concluso il premier «deve uscire definitivamente dalla politica».RENZI: MI VERGOGNO LEGGENDO LE INTERCETTAZIONI DI MAFIA CAPITALE. Il premier ha commentato anche le ultime inchieste su Mafia Capitale: «Mi vergogno a leggere alcune intercettazioni. La politica gregaria del malaffare? Sono totalmente d'accordo, non c'è ombra di dubbio. In questi anni la politica non ha toccato palla: quando andava bene i tecnici hanno governato, quando le cose andavano male si è permesso ai ladri di rubare. Ma c'è una differenza tra giustizialismo e giustizia, non sono tutti uguali». Marino e Zingaretti, ha detto il premier, «sono completamente altro rispetto alla cricca. Bisogna riconoscere i colpevoli veri, per troppo tempo si è sparato sul mucchio». Soprattutto, non si può scambiare un avviso di garanzia con una sentenza di condanna. «Io ho anche un padre indagato a Genova. Se ragiono su avvisi di garanzia i miei figli non avrebbero dovuto vedere il nonno. Ho 5 sottosegretari indagati io credo che un cittadino è innocente fino a prova contraria. Non chiederò mai le dimissioni per un avviso di garanzia». Certo, ha precisato il segretario del Pd, le responsabilità politiche sono altra cosa. «Potevamo fare di più a Roma? Si. Potevamo accorgercene prima? Si. Ma ora stiamo facendo».REDDITO DI CITTADINANZA? LA COSA MENO DI SINISTRA CHE ESISTE. Alla convention genovese, il presidente del consiglio ha anche parlato di economia e ripresa che ancora non c'è: «Siamo fuori dalla crisi? No, lo saremo quando recupereremo un posto di lavoro in più dei governi precedenti», ha detto. «C'è ancora molto da fare» ma non nella direzione in cui vorrebbero alcune opposizioni: «il reddito di cittadinanza è la cosa meno di sinistra che esista», ha commentato il premier riferendosi alla proprosta avanzata dal Movimento 5 Stelle e sostenuta anche da un'ampia parte della sinistra radicale, da Sel ai possibilisti di Civati. «Significa negare il principio che l'Italia non è paese dei furbi ma chi lavora duro ce la può fare».IL SENATO DEVE ESSERE DIVERSO DALLA CAMERA. Sulle riforme costituzionali, è necessario accelerare: «Il Senato come fotocopia della Camera è un errore tragico. Ora ne parleremo ma sulla riforma bisogna chiudere».
Quanto invece all'ipotesi di elezioni anticipate: «il voto ora non serve all'Italia», ha detto Renzi. «Serve qualcuno che vada in Ue per sostenere la linea di più investimenti e crescita, non solo spread e bilanci. Questa è la sinistra, non quella del potemos o dovemos ma che si fa carico degli ultimi e investe sulla crescita».
Renzi non ha mancato però di rimproverare i suoi per come sono andate le cose dopo la pubblicazione della famosa lista degli impresentabile: «Tra Bindi e De Luca si sono viste scene tecnicamente parlando imbarazzanti, si son detti di tutto». Chi è stato condannato, ha concluso il premier «deve uscire definitivamente dalla politica».RENZI: MI VERGOGNO LEGGENDO LE INTERCETTAZIONI DI MAFIA CAPITALE. Il premier ha commentato anche le ultime inchieste su Mafia Capitale: «Mi vergogno a leggere alcune intercettazioni. La politica gregaria del malaffare? Sono totalmente d'accordo, non c'è ombra di dubbio. In questi anni la politica non ha toccato palla: quando andava bene i tecnici hanno governato, quando le cose andavano male si è permesso ai ladri di rubare. Ma c'è una differenza tra giustizialismo e giustizia, non sono tutti uguali». Marino e Zingaretti, ha detto il premier, «sono completamente altro rispetto alla cricca. Bisogna riconoscere i colpevoli veri, per troppo tempo si è sparato sul mucchio». Soprattutto, non si può scambiare un avviso di garanzia con una sentenza di condanna. «Io ho anche un padre indagato a Genova. Se ragiono su avvisi di garanzia i miei figli non avrebbero dovuto vedere il nonno. Ho 5 sottosegretari indagati io credo che un cittadino è innocente fino a prova contraria. Non chiederò mai le dimissioni per un avviso di garanzia». Certo, ha precisato il segretario del Pd, le responsabilità politiche sono altra cosa. «Potevamo fare di più a Roma? Si. Potevamo accorgercene prima? Si. Ma ora stiamo facendo».REDDITO DI CITTADINANZA? LA COSA MENO DI SINISTRA CHE ESISTE. Alla convention genovese, il presidente del consiglio ha anche parlato di economia e ripresa che ancora non c'è: «Siamo fuori dalla crisi? No, lo saremo quando recupereremo un posto di lavoro in più dei governi precedenti», ha detto. «C'è ancora molto da fare» ma non nella direzione in cui vorrebbero alcune opposizioni: «il reddito di cittadinanza è la cosa meno di sinistra che esista», ha commentato il premier riferendosi alla proprosta avanzata dal Movimento 5 Stelle e sostenuta anche da un'ampia parte della sinistra radicale, da Sel ai possibilisti di Civati. «Significa negare il principio che l'Italia non è paese dei furbi ma chi lavora duro ce la può fare».IL SENATO DEVE ESSERE DIVERSO DALLA CAMERA. Sulle riforme costituzionali, è necessario accelerare: «Il Senato come fotocopia della Camera è un errore tragico. Ora ne parleremo ma sulla riforma bisogna chiudere».
Quanto invece all'ipotesi di elezioni anticipate: «il voto ora non serve all'Italia», ha detto Renzi. «Serve qualcuno che vada in Ue per sostenere la linea di più investimenti e crescita, non solo spread e bilanci. Questa è la sinistra, non quella del potemos o dovemos ma che si fa carico degli ultimi e investe sulla crescita».
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