Atene prepara la proposta ai creditori. Buba: "Grexit, impatto imprevedibile"
Nel
piano del governo Tsipras ci potrebbero essere misure sia fiscali che
amministrative, mentre sul fronte dell'Iva sarebbero confermate le
due aliquote al 6% e al 23%, mentre resterebbe ancora aperta la
questione dell'aliquota intermedia. Varoufakis: "Non toccheremo
le pensioni"
MILANO
- La data cerchiata in rosso è quella del 18 giugno, quando si
riunirà il prossimo Eurogruppo: sarà l'incontro decisivo per capire
le sorti della Grecia. Dopo le schermaglie delle ultime ore, però,
Atene cerca di riavvicinarsi ai creditori e da tutti Europa - ad
eccezioni dei falchi tedeschi - crescono le rassicurazioni: "Nessuno
- ripetono gli addetti ai lavori - vuole l'uscita della Grecia
dall'euro". Lo stesso primo ministro Alexis Tsipras ha ammesso
di essere pronto a qualche concessione "per uscire dalla crisi".
La
palla, dunque, è nella mani di Atene che oggi dovrebbe presentare
una nuova proposta d'accordo: secondo i rumors la bozza includerebbe
anche misure fiscali fino adesso respinte. L'iniziativa di riportare
Atene al tavolo con le altre istituzioni sarebbe partita dal
presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, mentre non è
ancora chiaro se la delegazione del Fondo Monetario, che giovedì ha
lasciato il tavolo negoziale, prenderà parte all'incontro. Nella
controproposta di Atene potrebbero quindi esserci misure sia fiscali
che amministrative, mentre sul fronte dell'Iva la Grecia avrebbe
confermato le due aliquote al 6% e al 23%, mentre resterebbe ancora
aperta la questione dell'aliquota intermedia.
Nel
frattempo anche il ministro greco della Finanze, Yanis Varoufakis,
gioca la carta delle diplomazia e dopo accusato i creditori di "voler
sabotare l'accordo" in un'intervista alla Bbc ritratta: "Non
credo che nessun burocrate o politico in Europa possa seguire questa
strada. La Merkel - aggiunge - neanche contempla una Grexit".
Sul taglio delle pensioni, però, Varoufakis non è pronta a fare
concessioni: "Non le taglieremo".
E
così mentre il capo economista della Bce, Peter Praet, dice che il
direttivo della Banca centrale europea "vuole che la Grecia
resti nell'euro", ma chiede credibilità al Paese e al governo,
la Bundesbank ritiene che non sia possibile prevedere il pieno
impatto di un'eventuale Grexit: "Gli effetti diretti di contagio
- spiega il vice presidente della Buba, Claudia Buch alla Rheinische
Post - sugli altri paesi saranno contenuti perché l'esposizione
diretta delle banche sulla Grecia sono diminuiti, tuttavia nessuno
può conoscere quali possano essere gli effetti indiretti".
Da
RepubblicaEconomiaFinanza.it
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