100
mila firme in un week-end.
I big del Pd in piazza
Il
Referendum day ha dato il via alla campagna per l’appuntamento di
ottobre. Boschi: “Un Sì per avere un’Italia più semplice ed
efficiente”
Partiti
i Comitati del Sì: il Referendum Day ieri ha tagliato i nastri in
tutta Italia. Obiettivo centomila firme in un week end e, a seguire a
metà settimana, un documento firmato da cento costituzionalisti da
schierare contro i 56 giuristi del No. Quello di ieri è stato un
sabato di mobilitazione con Matteo Renzi a Bergamo, il ministro Maria
Elena Boschi a Reggio Emilia, il sottosegretario Luca Lotti a
Firenze, il vicesegretario Dem Debora Serracchiani a Trieste e il suo
omologo Lorenzo Guerini a Roma, il capogruppo alla Camera Ettore
Rosato a Pordenone.
Nel
corso di un convegno sulle donne in politica, il ministro delle
Riforme Boschi ha ribadito l’importanza della legge che porta il
suo nome: “Il Sì è per cambiare il nostro Paese. Ovviamente per
avere un’Italia più semplice, che funziona meglio, più
efficiente. Noi diciamo sì per quello che è scritto nella nostra
riforma costituzionale: meno potere alle regioni, superare il
bicameralismo perfetto, leggi in tempi certi, meno parlamentari, meno
costi per la politica. Ma non meno politica, anzi”. Poi la Boschi,
che è stata contestata da un gruppetto di manifestanti, ha aggiunto:
“Dobbiamo riavvicinare e istituzioni ai cittadini alla politica.
Abbiamo previsto nuovi tipi di referendum, consultivi, propositivi,
con quorum più bassi perché vogliamo più partecipazione. La
raccolta di firme serve per far vedere che tutta una comunità è
chiamata a decidere il suo futuro”.
Alle
contestatrici, per la maggior parte donne munite di fischietti, il
ministro ha replicato: “Per fortuna sono molti di più quelli in
questa piazza che sostengono la riforma accanto a Pd e governo. La
riforma costituzionale era un dovere dal momento in cui abbiamo preso
un impegno verso i cittadini e verso il Parlamento di rendere il
paese più semplice. Abbiamo chiesto la fiducia del Parlamento per
cambiare la Costituzione. Adesso però la parola spetta ai cittadini
e saranno loro a decidere”. Lotti, rientrato dalla Sardegna dove
era stato per sostenere il sindaco uscente di Cagliari Massimo Zedda,
ha scritto su Facebook: “Per troppo tempo si è parlato di riforme
senza mai arrivare a nulla. Noi abbiamo preso un impegno e lo abbiamo
rispettato”. Lotti ha firmato a Firenze, arrivando al banchetto
mano nella mano con il figlio Gherardo. Lotti ha spiegato di firmare
per il Sì “perché spero che lui – ha detto indicando il
figlioletto – non debba, come noi, aspettare decenni per vedere
cambiare il nostro bellissimo Paese e perché penso che questa
riforma sia la migliore eredità da lasciare a chi verrà dopo di
noi. Basta un sì. È facile dirlo, è importante firmarlo”.
Gazebo
allestiti in tutte le città del Friuli Venezia Giulia per l’avvio
della campagna. Debora Serracchiani, governatore della Regione, ha
lanciato un appello: “Per rendere l’Italia più semplice, più
sobria e più giusta? Basta un sì. Parte la raccolta firme per il
referendum”. Twitta Lorenzo Guerini: “Ho firmato per il
referendum costituzionale. Per un’Italia più semplice e più forte
#bastaunsì”. A Roma, nel banchetto di piazza Campo dei Fiori, tra
i primi a firmare sono arrivati il presidente del Pd Matteo Orfini, i
parlamentari Michele Meta e Angelo Rughetti. «Si inizia in tutta
Italia – ha spiegato Orfini – questo è il primo banchetto a Roma
dove ce ne saranno cinque ».
Al
via i Comitati per il Sì organizzati su base provinciale. Andrea De
Maria, componente della segreteria dem, a Bologna, ne ha creato uno
con Alessandro Alberani, Pietro Aceto e altri: «Voglio sostenere con
il massimo impegno una riforma che rafforza la democrazia in coerenza
con i valori della prima parte della Costituzione. Penso, ad esempio,
che rafforzare la qualità e l’efficacia dell’iniziativa
legislativa, superando il bicameralismo paritario, significhi rendere
più forti e credibili le istituzioni». A Firenze, il sindaco Dario
Nardella si pone l’obiettivo di «centinaia di comitati con
migliaia di aderenti». Ogni assessore comunale dovrà fondarne uno.
Tra i primi, uno è di giuristi e politologi: fra loro, Leonardo
Morlino, Cosimo Ceccuti, Marcello Cecchetti, Pierfrancesco Lotito. Un
altro, «Cultura e Ricerca», ha fra le sue file Gabriele Lavia,
Marco Messeri, Stefano Boeri, Adolfo Natalini, Franco Cardini. «Sono
tutte persone – ha detto Nardella – che sanno bene come la
riforma della Costituzione non sia qualcosa di diverso dalla nostra
vita quotidiana, ma incida direttamente sulla vita e sul lavoro di
tutti noi».
Sintetizza
così la mattinata e il pomeriggio di ieri il capogruppo Pd alla
Camera Rosato: «Una giornata di straordinaria mobilitazione per
raccontare come cambiamo l’Italia».
di
Giuseppe Vittori per L' Unità.TV
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