“Navigatrice
solitaria, così ho vinto
la sfida delle Centoboline”
Il
diario di bordo dell’attrice Marianna de Micheli, dopo il blog su
lastampa.it, è diventato un libro. E adesso rifarà il periplo
dell’Italia, ma al contrario e sempre col gatto
Forse
sarà la prima a far coincidere le tappe della presentazione di un
libro con gli scali di un periplo d’Italia a vela in solitaria
(fatto salvo per il gatto, un batuffolone bianco di nome Jingjok).
Una navigazione figurata, perché le righe sono ancorate proprio a un
vero periplo, quello che ha compiuto da Ventimiglia (in realtà,
vuole che si dica che è salpata da Saint Tropez, «perché io tutte
quelle miglia le ho fatte») a Trieste e di cui - anche - scrive, e
una navigazione reale, perché tra poco riparte, ma al contrario, da
Trieste a Genova, appunto per approdare in ogni porto con
“Centoboline “ (edito da Nutrimenti), così s’intitola il suo
diario di bordo.
La
copertina del libro
Un
diario di bordo di un’attrice passata dal set alla navigazione
solitaria, recita il sottotitolo. Marianna De Micheli, che molti
forse ricorderanno come Carol Grimani, la “cattiva” della soap
“Centrovetrine”, l’aveva presa sul ridere, in principio. Una
battuta, «potresti arrivare sino a Trieste”, e una grande risata
generale. Lei aveva appena cambiato vita, decidendo di andare a
vivere in barca. Anzi, raccontiamola tutta (lo scrive lei): aveva
appena terminato una relazione sentimentale e “Centrovetrine”
aveva definitivamente spento le luci. Marianna, che aveva sulle
spalle alcuni corsi di vela e che si era avvicinata a questa
disciplina del mare anni prima su un’isola della Thailandia
graffiata dallo tsunami disastroso del 2004, forse s’era sentita
sfidata.
In
versione soap
Non
è facile, la navigazione in solitaria, soprattutto per chi ammette
la propria incapacità di stare sola. “Tutto è partito da qui. Mi
sono detta: la solitudine in mare sarà diversa, mi aiuterà. Ma la
solitudine non ti aiuta, ti fa pensare, troppo”, scrive l’autrice
a metà percorso. Adesso, che è arrivata fino in fondo, ammette che
un giro del mondo da sola non lo farebbe, ma nemmeno in equipaggio.
«In due, forse. Col fidanzato».
E
il periplo d’Italia? «Navigare in solitaria è bellissimo, nessuno
ti guarda e non hai ansia da prestazione. Io sono una velista
bravissima da sola, poi se qualcuno mi osserva divento mediocre. È
meno bello, invece, trovarsi da soli in rada. Fare il bagno, scendere
a terra sempre da soli, ecco in questo caso preferisco avere
compagnia. Una persona con cui condividere, che so, un piatto di
spaghetti».
In
realtà, il viaggio di Marianna non è stato solitario. Perché,
tolto il gatto, che non s’è mai mosso dalla barca (e ne ha
combinate più d’una), ad ogni scalo è spuntato qualcuno. Il libro
è popolato di gente di mare, amicizie di Facebook, attori sotto
mentite spoglie. Un’Italia intera, vera, generosa e gentile. Nulla
a che vedere con quel Paese arrabbiato e deluso che (esiste, sì)
emerge in più occasioni. Uno scrittore di mare-velista come Bjorn
Larsson dice che è proprio questo il bello del navigare a vela,
arrivare in un porto e incontrare la sua gente. Una lunga galleria di
nomi, volti, emozioni.
In
versione vela
Così,
quando si staglia all’orizzonte Trieste, e più o meno finisce
viaggio e libro, quasi dispiace lasciare al proprio destino questa
compagnia. Autrice inclusa, al quale alla fine è andato tutto bene
pur avendo corso l’azzardo di cambiare il nome della barca - sfiga,
sfiga tremenda vai via! -, diventata Mainpenrai (pazienza, fregatene,
va bene lo stesso in thailandese). E aveva pure - si dice tra marinai
che portino malissimo - un ombrello e un libro del navigatore Vito
Dumas.
di
Fabio Pozzo per LaStampaMare.it
Nessun commento:
Posta un commento