Salvini, quando una (legittima) battaglia politica diventa una campagna d’odio
Il
segretario della Lega convoca una marcia nel comune natale dell’ex
ministra Fornero. E’ l’ennesimo tentativo di cavalcare le
pulsioni più becere del popolo italiano per provare a cambiarne (a
suo favore) l’identità
In
Italia c’è un uomo che professa odio. Quest’uomo risponde al
nome di Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, assiduo
frequentatore di talk show televisivi e noto
strumentalizzatore di tragedie globali.
Colui
che vuole trasformare la politica in una collezione di felpe per
tutte le stagioni, se la prende, e non è una novità, con l’ex
ministro del Lavoro Elsa Fornero e la sua “infame” riforma delle
pensioni. Questa volta lo fa da Gerusalemme, dove è in visita,
invitando all’invasione del comune natale della professoressa
piemontese. Una
vera e propria marcia contro la persona, convocata su Facebook dal
capopopolo leghista:
“La Fornero, con la sua legge infame (votata dal Pd), ha rovinato
milioni di italiani! E Renzi non ha mosso un dito per cambiarla.
Schifo e vergogna! Vi aspetto questo venerdì, primo aprile, in
piazza a San Carlo Canavese (TO), paese natale della signora: noi non
molliamo!”, scrive Salvini.
E
poco dopo, questa volta su Twitter, ribadisce il concetto,
sottolineando che lo fa da Gerusalemme, dove probabilmente nessuno sa
di cosa stia parlando.
Quel
“via la Fornero”, quell’appello all’invasione di piazza, sono
qualcosa di davvero odioso e sconcertante. Dietro
questa parole non c’è una (legittima) battaglia politica ma una
campagna d’odio verso
colei che secondo Salvini “dovrebbe essere esiliata”. Una
campagna che, proprio perché proveniente da colui che si erge a
difensore dell’identità e della cultura di casa nostra contro
l’invasione straniera, assume un significato ancora più forte e
paradossale. E ci sentiamo a gridarlo a gran voce: costui non
rappresenta l’identità del popolo italiano, costui ne cavalca le
pulsioni più becere e profonde per provare a cambiarla questa
identità. Siamo certi che non ci riuscirà.
“Non
rispondo a queste provocazioni – afferma la diretta interessata –
devo presumere che Salvini si muova strettamente in un contesto di
legalità. Se poi ci fossero degli elementi di illegalità, sarà
compito delle autorità competenti occuparsene”.
Chapeau.
Di
Stefano Cagelli per L' Unità.TV
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