L’Expo rinasce con il polo per la medicina del XXI secolo
Renzi
presenta a Milano lo Human Technopole: «È petaloso»
STEFANO
RIZZATO per LA STAMPA.IT
MILANO
«Questo
è un progetto petaloso». Per chi non ci credesse, garantiamo noi:
così Matteo Renzi ha definito e presentato il futuro di Expo dopo
Expo. Con afflato più social che scientifico, citando l’ormai
famoso caso dello scolaro che inventa una parola e della Crusca che
lo incoraggia. E invece è tutta e altamente scientifica la sfida
lanciata ieri dal Piccolo teatro di Milano: riutilizzare parte
dell’area dell’esposizione universale per un grande laboratorio
di ricerca medica e tecnologica, su genomica e «Big Data».
Appena
fuori Milano nascerà un centro d’eccellenza di valore
internazionale, con 1500 tra scienziati, tecnici e personale
amministrativo. E si punterà sugli obiettivi più cruciali del
nostro tempo. Trovare tecnologie e strumenti per una vera medicina di
precisione. Migliorare la qualità della vita di chi invecchia.
Combattere - prima di tutto - cancro e malattie neurodegenerative.
Il
nuovo centro - Human Technopole il nome - avrà 30 mila metri
quadrati di laboratori, come annunciato tre mesi fa. Ora c’è anche
un piano dettagliato per costruirlo e farlo partire. A scriverlo ci
hanno pensato l’Istituto Italiano di Tecnologia e il suo direttore
scientifico Roberto Cingolani, voluti da Renzi a guidare l’avventura.
Ma ha contribuito una lista di partner scientifici già selezionati.
Le tre università pubbliche milanesi - Statale, Politecnico e
Bicocca - e gli istituti di ricerca clinica e ospedaliera della
città, dall’Humanitas all’Istituto Europeo di Oncologia. E
ancora: la Fondazione Edmund Mach di Trento, la Fondazione Isi di
Torino, il Cineca di Bologna e il Crea. «Ci sono voluti 110 incontri
in 66 giorni - ha spiegato Cingolani - e ora il progetto è aperto
alla collaborazione di altri enti».
La
lista degli interlocutori è già corposa e inizia con il Cnr e il
suo neopresidente Massimo Inguscio, con il quale il dialogo è già
avviato. «Ma anche Ibm ha dimostrato interesse», ha rivelato Renzi.
Il premier ha promesso continuità economica ed istituzionale, con
150 milioni di euro l’anno per finanziare il polo tecnologico e una
legge a sancire l’impegno. Che varrà anche per i futuri governi.
«Tre mesi fa - ha proseguito Renzi - Human Technopole era un sogno.
Oggi è un progetto, tra tre mesi sarà un cantiere. Entro fine
maggio ci diamo appuntamento nell’area Expo per iniziarlo. Questo
può essere il progetto più intrigante dei prossimi anni a livello
europeo. Un messaggio a tutti: il futuro che ci aspetta non è fatto
di vincoli, parametri e regoline. Ma di valori, innovazione,
curiosità».
Dai
padiglioni ai laboratori. Dall’energia per la vita alle scienze per
la vita. La nuova dimensione dell’area che ospitò Expo diventa più
precisa. Il piano prevede di riutilizzare alcune delle strutture di
servizio di Expo e alcuni padiglioni come Polonia, Messico, Ungheria.
Uno spazio con vista sull’Albero della Vita, che si popolerà di
ingegneri, biologi, fisici, medici, matematici e nutrizionisti. I
ricercatori di punta verranno selezionati a livello internazionale e
saranno italiani di rientro o scienziati stranieri.
Poi
al fiore «petaloso» andrà trovato un giardino. E andrà seminato
anche il resto del futuro per l’area Expo. «Il progetto della
Statale - ha spiegato il rettore Gianluca Vago - resta quello di
trasferire le facoltà scientifiche che oggi sono a Città Studi, per
un totale di 180-190 mila metri quadrati, di cui circa 100 di
laboratori. Il costo dell’operazione è tra 400 e 420 milioni. E
per fissare tempi e dettagli aspettiamo solo che sia definita la
governance di Arexpo, la società che gestisce i terreni».
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