Rouhani, la sua visita vale 17 miliardi. Squinzi: "Opportunità formidabili in Iran"
Pioggia
di accordi tra le imprese italiane e la delegazione persiana: intese
per Danieli, Condotte, Fincantieri, Saipem e altre. Il presidente:
"Siamo pronti ad accogliere gli investitori stranieri, con
l'Italia un legame di fiducia"
MILANO -
La visita del numero uno iraniano Hassan Rouhani, in Italia, ha
senz'altro una fortissima valenza simbolica, ampliata
dall'incontro con il Papa del pomeriggio.
Ma sullo sfondo sono soprattutto i temi economici a dettare l'agenda
del presidente dell'Iran, con ottimi contraccolpi anche per l'Italia.
Solo dalla due giorni di visita, infatti, sono emersi accordi
commerciali e di cooperazione bilaterali per circa 17 miliardi di
euro di valore.
L'intesa di maggior peso ha riguardato la Danieli, società dell'acciaio che ha siglato un accordo da 5,7 miliardi di dollari: darà vita a una joint venture da 2 miliardi che si chiamerà Persian Metallics, mentre ha firmato direttamente contratti con diverse società iraniane per un totale di 3,7 miliardi. Condotte d'Acqua ha siglato invece contratti per 4 miliardi di euro per "progetti infrastrutturali, ferroviari e autostradali". Commesse sono arrivate anche per Fincantieri, Saipem, Ansaldo Energia o Sace.
Numerose anche le intese istituzionali, che riguardano il ministero dello Sviluppo economico, le Infrastruture, la Salute e l'Agricoltura. Segnali di sintonia sono arrivati anche nella mattinata di martedì, quando Rouhani ha voluto incontrare gli industriali nell'ambito di un Business Forum bilaterale. "Siamo pronti ad accogliere gli investitori stranieri nel nostro paese e l'Italia ricopre un'importanza particolare: c'è una buona storia di collaborazione, gli iraniani conoscono la vostra industria, i servizi, si fidano degli italiani, c'è fiducia", ha detto il presidente. Dopo la fine delle sanzioni contro il Paese, ha sottolineato Rouhani, "ci sono molti spazi da riempire", e occorre guardare all'Iran "non come un singolo mercato ma come a un paese che è al centro di un mercato", un "paese sicuro", considerando la situazione attuale, pronto ad "esportare il 30% dei nostri prodotti".
A fare gli onori di casa è stato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che vede in Iran "opportunità formidabili" per l'Italia. Quanto ai settori d'interesse si va "dall'agroalimentare alle infrastrutture e all'edilizia in general", ha osservato il presidente degli industriali. A chi gli chiedeva se si tratta di un Paese affidabile Squinzi ha risposto: "E' un Paese affidabile che dobbiamo coinvolgere e con cui dobbiamo intensificare le relazioni". Infine, a chi gli faceva notare che, sul fronte dei diritti umani, l'Iran è un passo indietro, il presidente ha risposto: "Sì, questo è vero però io credo che intensificando i rapporti si possa dare una mano anche per i diritti umani".
L'intesa di maggior peso ha riguardato la Danieli, società dell'acciaio che ha siglato un accordo da 5,7 miliardi di dollari: darà vita a una joint venture da 2 miliardi che si chiamerà Persian Metallics, mentre ha firmato direttamente contratti con diverse società iraniane per un totale di 3,7 miliardi. Condotte d'Acqua ha siglato invece contratti per 4 miliardi di euro per "progetti infrastrutturali, ferroviari e autostradali". Commesse sono arrivate anche per Fincantieri, Saipem, Ansaldo Energia o Sace.
Numerose anche le intese istituzionali, che riguardano il ministero dello Sviluppo economico, le Infrastruture, la Salute e l'Agricoltura. Segnali di sintonia sono arrivati anche nella mattinata di martedì, quando Rouhani ha voluto incontrare gli industriali nell'ambito di un Business Forum bilaterale. "Siamo pronti ad accogliere gli investitori stranieri nel nostro paese e l'Italia ricopre un'importanza particolare: c'è una buona storia di collaborazione, gli iraniani conoscono la vostra industria, i servizi, si fidano degli italiani, c'è fiducia", ha detto il presidente. Dopo la fine delle sanzioni contro il Paese, ha sottolineato Rouhani, "ci sono molti spazi da riempire", e occorre guardare all'Iran "non come un singolo mercato ma come a un paese che è al centro di un mercato", un "paese sicuro", considerando la situazione attuale, pronto ad "esportare il 30% dei nostri prodotti".
A fare gli onori di casa è stato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che vede in Iran "opportunità formidabili" per l'Italia. Quanto ai settori d'interesse si va "dall'agroalimentare alle infrastrutture e all'edilizia in general", ha osservato il presidente degli industriali. A chi gli chiedeva se si tratta di un Paese affidabile Squinzi ha risposto: "E' un Paese affidabile che dobbiamo coinvolgere e con cui dobbiamo intensificare le relazioni". Infine, a chi gli faceva notare che, sul fronte dei diritti umani, l'Iran è un passo indietro, il presidente ha risposto: "Sì, questo è vero però io credo che intensificando i rapporti si possa dare una mano anche per i diritti umani".
da Repubblica.it
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