I
consigli del Fatto alle
sindache M5S: non fate nulla
Sei
giornalisti del quotidiano diretto da Travaglio dicono la loro e il
quadro che ne esce è di grande interesse
Smaltito
lo choc delle amministrative – c’è vita anche dopo, ve
l’assicuro – il Fattone torna alla sua grigia routine quotidiana
e incappa in un’interessante paginata di “consigli alle sindache
M5S” allestita dal Fatto per le nuove reginette della politica
italiana. Sei consiglieri sei dicono la loro, e il quadro che ne esce
è di grande interesse.
La
linea, pur con qualche variazione di tono e di umore, è semplice
quanto efficace: promettere poco (tanto la campagna elettorale è
finita), fare il meno possibile, non montarsi la testa, limitarsi al
minimo sindacale. “Vorrei – scrive per esempio Antonello Caporale
– che Virginia Raggi fosse capace di indicare quel che sa fare e
quel che non può e non riesce a fare”. E Maurizio Viroli, di
rimando: “Il pericolo più insidioso sono le aspettative dei
cittadini” (ma guarda un po’), i quali vanno dunque depistati.
Come? Le reginette, suggerisce Viroli, devono “stare attentissime a
non promettere che saranno in grado di risolvere rapidamente i
problemi” e devono invece impegnarsi a “denunciare le
responsabilità delle precedenti amministrazioni”. Un po’ poco
per un piano quinquennale, ma pazienza.
Lucidissima
Luisella Costamagna, che consiglia alla Raggi di “partire dai
fondamentali: trasporti, buche, monnezza…”. E vabbè. Il
professor Gianfranco Pasquino, siccome è un professore, va più sul
tecnico: “La Raggi dovrebbe chiedere ai direttori dei vari
dipartimenti del Comune di redigere una pagella sull’affidabilità,
la capacità e la competenza di chi lavora in quello specifico
dipartimento”. E come no.
Vasto
anche il programma suggerito da Stefano Disegni: “Santa Virginia,
liberaci dai posteggiatori abusivi”, mentre l’uomo che vorrebbe
essere Travaglio si concentra su Torino, “meno complicata” di
Roma, dove sarà finalmente possibile “dimostrare di saper
governare in una grande città”: che è un po’ come dire che i
grillini possono far bella figura soltanto dove la sinistra ha ben
governato prima di loro.
Il
minimalismo del Fatto segnala una fondata diffidenza verso il partito
di Grillo, e democristianamente gli consiglia la più italiana delle
soluzioni: non far nulla. Mah.
di
Fabrizio Rondolino per L' Unità.TV
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