L’Anpi
spieghi al Fatto cosa fu il fascismo
Piegare
quella tragedia agli interessi dei sostenitori del No al referendum è
una mancanza di rispetto per le vittime reali di una dittatura reale
L’ottimo
Carlo Smuraglia, presidente pro tempore dell’Anpi (la gloriosa
associazione dei partigiani cui anche il Fattone s’onora di
appartenere), dovrebbe dedicare qualche ora del suo tempo prezioso
per raccontare ai comuni amici del Fatto non che cosa sia
l’antifascismo oggi, ma che cosa sia stato il fascismo allora, dal
1922 al 1943.
Ogni
paragone con il Ventennio dovrebbe essere fatto con estrema cautela,
e soltanto quando vi siano robuste ragioni storiche a sostegno:
altrimenti, dando del “fascista” a destra e a manca, si finisce
con il ridicolizzare il fascismo vero, cancellandone l’inaudita
gravità, e si commette così un danno irreparabile alla causa
democratica e antifascista.
Per
questo chiediamo sommessamente ma fermamente al presidente pro
tempore dell’Anpi di prendere le distanze dall’immagine che
campeggia sulla prima pagina del Fatto di oggi: un televisore al cui
interno è riprodotto – citiamo dalla didascalia – “il
manifesto del plebiscito fascista del 1934 per nominare i deputati
designati dal Gran Consiglio”, che raffigura una statua del Duce su
uno sfondo di Sì.
Il
fotomontaggio serve a illustrare una notizia inesistente (“La Rai
ha deciso: chi dice No non parla”), ma non è questo il punto: se
l’esimio professor Alessandro Pace, presidente del Comitato per il
No, è tristissimo perché finora è andato in tv per soli due minuti
due, dimenticando che a tutte le ore su tutti i canali i
rappresentanti di tutti i partiti (la stragrande maggioranza dei
quali è per il No) dicono la qualunque su qualsiasi cosa, referendum
incluso, ce ne faremo una ragione.
Il
punto è che non si può usare con disinvoltura il fascismo,
disprezzando la storia e le sue vittime, come se si trattasse di un
insulto qualsiasi. Il fascismo è stato una tragedia autentica, non
soltanto per l’Italia ma per l’intero continente (Hitler e Franco
si ispirarono a Mussolini), ha seminato morte e distruzione, ha
violato sistematicamente i diritti più elementari delle persone, ha
scatenato la guerra più grande della storia.
Si
può non rispettare Renzi e il suo governo, ma tutti dovremmo sentire
il dovere civile di rispettare le vittime reali di una dittatura
reale.
di
Fabrizio Rondolino per L' Unità.TV
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