L’Europa ci restituisce oltre 12 mila immigrati: “Sono vostri irregolari entrati da noi”
Le
riammissioni dal 1° gennaio sono aumentate. Francia, Svizzera e
Austria i Paesi più rigidi
GUIDO
RUOTOLO per LA STAMPA.it
ROMA
Incrociano
le dita. Si nascondono nelle toilette dei treni che varcano i confini
nazionali. Di notte, battono i sentieri dei valichi. Di giorno si
confondono tra i frontalieri. Svizzera, Francia, Slovenia: è una
scena che si ripete tutti i giorni. Ma, dall’altra parte della
«frontiera» che sempre Europa è, ci sono le forze di polizia che
cercano le «prede», i trofei: i migranti irregolari che devono
essere allontanati. A maggio, a giugno, la scogliera di Ventimiglia
sembrava la “Croisette” di Cannes con telecamere e fotoreporter
per immortalare i migranti che volevano proseguire la loro avventura
nel vecchio continente. E di questi viaggi di speranza sono
impressionanti i numeri dei migranti che dal primo gennaio al 31
luglio l’Italia ha dovuto riprendersi: 12.456. I Paesi confinanti
ce ne volevano restituire ben 16.305. Evidentemente, abbiamo
dimostrato che 4000 non erano arrivati dall’Italia. In ogni caso,
numeri fotografano il problema: la grande mobilità interna
all’Europa di decine di migliaia di migranti che passando
dall’Italia cercano di raggiungere mete precise.
Va
ricordato, viceversa, che migranti che dall’Italia sono stati
riconsegnati ai Paesi confinanti sono stati 591. Dunque, secondo
Parigi, 11.202 migranti identificati in Francia erano arrivati
dall’Italia. Noi abbiamo contestato questi numeri riconoscendone,
alla fine, solo 7758. Eritrei, etiopi, marocchini, afghani, tunisini,
sudanesi. Tutti ritornati in Italia. Quando si parla di migranti in
arrivo si scruta l’orizzonte. Si pensa alla Libia, al Canale di
Sicilia, a Lampedusa. E invece c’è un secondo fronte, quello dei
confini terrestri europei.
I
NUOVI ARRIVI
I
comunicati della sala operativa delle Capitanerie di porto in questi
giorni sembrano bollettini di guerra: «1552 migranti tratti in salvo
in 7 distinte operazioni di soccorso». Per Ferragosto, di questo
passo, supereremo i 110.000 migranti soccorsi. Il 10% in più
rispetto all’anno scorso. Nessuna invasione. Una parte di loro farà
domanda di protezione umanitaria. Molti proveranno a disperdersi in
Europa. Altri saranno rimpatriati, espulsi.
I
richiedenti asilo saranno accolti nelle strutture delle comunità
locali, nei Centri di accoglienza. La disponibilità di posti
raggiunge i 120.000 migranti. E dovranno sottoporsi all’iter
burocratico delle commissioni che esamineranno le loro posizioni. E
se l’esito fosse negativo, i richiedenti avranno sempre la
possibilità di appellarsi alla giustizia e ai suoi tempi (biblici).
Nel frattempo, in molti proveranno a raggiungere i loro cari e amici
nei Paesi dell’Europa del Centro-Nord.
GLI
IRREGOLARI
È
una Torre di Babele. Migranti che chiedono asilo politico. Migranti
trafficanti o pusher che finiscono in carcere. Disperati per motivi
economici che attraversano il Canale di Sicilia e vengono espulsi. E
poi quelli che trasformano il loro provvedimento di espulsione in
carta straccia. E quelli ancora che entrano in Italia dall’Europa e
vengono riaccompagnati in Francia o in Slovenia. E viceversa. Ma al
di là dei richiedenti asilo, si può capire la dimensione del popolo
dei migranti che non ha il diritto di rimanere in Italia solo
attraverso alcuni indicatori. Circa 18.000 sono stati fermati ed
espulsi dal primo gennaio agli inizi di agosto. I rimpatriati sono
stati 8497, rimpatriati anche con i voli charter. Quelli che non
hanno «ottemperato» al provvedimento del questore di lasciare
l’Italia sono stati invece 9571.
TEMPI
LUNGHI PER I RIMPATRI
Perché
i provvedimenti di espulsione non sono stati eseguiti? La
cancellazione del reato di clandestinità non c’entra, è il numero
esiguo dei Cie, i centri di identificazione ed espulsione, a
complicare le cose. In realtà è un non problema visto che il numero
di «irreperibili» non è così imponente. Però il tempo per
l’espulsione è lungo. Occorre essere certi dell’identità e
della nazionalità. La procedura di identificazione attraverso il
coinvolgimento delle rappresentanze diplomatiche e consolari dei
Paesi di provenienza ha bisogno di tempo. I migranti vengono
trattenuti nei Cie, che sono strutture protette, sorvegliate.
Dall’anno scorso, il tempo di permanenza nei Cie non può superare
i tre mesi. Ma non è tanto questo il problema. È che i posti
disponibili sono molto ridotti: oggi sono soltanto 539, nel 2012
arrivavano anche a 1813.
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