“Il nuovo conflitto di interessi è un salto epocale”, parla Francesco Sanna
Primo
ok di Montecitorio alla nuova legge sul conflitto di interessi. Il
deputato del Pd e relatore Francesco Sanna parla del provvedimento
che regola il rapporto tra interesse pubblico e privato
“Il disegno di legge sul conflitto di interessi è un salto epocale, finalmente si ricuce uno strappo che la democrazia italiana aveva lasciato aperto nel passaggio dalla prima alla seconda Repubblica”. Così il deputato dem e relatore della legge Francesco Sanna, a Unità.tv, descrive il provvedimento che regola il rapporto tra interesse pubblico e privato.
Una
legge attesa da oltre vent’anni che riscrive una volta per tutte
“il rapporto tra l’organizzazione della democrazia e l’evoluzione
del capitalismo. Dopo la riforma costituzionale e la legge elettorale
– mette in evidenza il relatore del ddl – con il conflitto di
interessi viene confermata la volontà di riformare l’assetto
istituzionale del Paese”. E per chiudere il cerchio, fa presente il
deputato del Partito democratico, in Commissione Affari
Costituzionali “stiamo discutendo in queste ore anche l’articolo
49 della Costituzione, quello che prevede una riorganizzazione del
partiti”.
A
chi si applica il nuovo conflitto di interessi?
I
destinatari del provvedimento sono tutti i membri del governo – il
presidente del Consiglio, i ministri, i viceministri e i
sottosegretari – ma anche i presidenti di Regione e delle Province
autonome e componenti delle rispettive Giunte. Inoltre
saranno coinvolti tutti i membri delle autorità
indipendenti. A questi soggetti si applicherà la legge con tutti i
sistemi che abbiamo utilizzato per rendere effettivo il controllo sul
conflitto di interessi, dall’astensione all’obbligo di vendita
fino a una sorta di trust fiduciario all’italiana. Inoltre, per i
parlamentari e i consiglieri regionali abbiamo modificato il
conflitto di interessi qualificandolo meglio rispetto
all’ineleggibilità, ammodernando quindi la vecchia norma
del ’57. Quella che, in pratica, non ha funzionato con Berlusconi.
In
cosa consiste questo cambiamento?
Per
la prima volta nella nostra Repubblica verrà considerato anche chi
non si occupa direttamente dei propri affari facendolo fare ad altri.
In pratica, non potranno entrare in Parlamento coloro che hanno
un’attività economica legata allo Stato (tramite contratti di
notevole entità), oppure se saranno concessionari della
Pubblica amministrazione. A differenza di quanto avviene oggi,
quindi, non basterà più spogliarsi della carica di amministratore,
bisognerà eliminare il controllo reale dell’impresa. Insomma,
siamo passati dal controllo formale a quello reale.
Quali
sono i punti principali del provvedimento, qual è il cuore della
legge?
In
primo luogo abbiamo finalmente individuato chi controlla e come deve
farlo. Abbiamo investito l’Antitrust con poteri nuovi che prima
mancavano. Ci saranno finalmente obblighi di dichiarazione
patrimoniale per comprendere la dimensione dell’azienda legata al
presunto conflitto. E per farlo, diamo la possibilità all’autorità
di vigilanza di assumere notizie con tutti i mezzi a
disposizione, usando anche la guardia di finanza.
Un altro tratto importante è come risolvere l’eventuale conflitto di interesse individuato. Con la nuova legge, nel momento in cui si formerà il governo, si potrà valutare il patrimonio delle imprese per stabilire se c’è una potenziale commistione tra interesse pubblico e privato. In pratica un ministro della Sanità non potrà svolgere il proprio compito se ha delle partecipazioni in aziende sanitarie. Potrà farlo solo se si asterrà nelle decisioni che coinvolgeranno quelle aziende o, chiaramente, se le venderà. In caso contrario dovrà affidare i propri beni patrimoniali a una gestione fiduciaria, il cosiddetto blind trust. Se sono azioni si possono anche trasformare in titoli di stato o in un fondo di investimento. Insomma, la filosofia è quella di mettere il politico in condizione di non conoscere più il suo patrimonio, così da poter svolgere al meglio il proprio lavoro. C’è poi tutto un sistema di sanzioni, che prima non esisteva. Infine abbiamo previsto l’impossibilità per chi ha rivestito cariche di governo di essere assunto in aziende pubbliche e private. Per un anno non sarà possibile svolgere attività di impresa e assumere incarichi presso aziende pubbliche e private.
Cosa cambia allora rispetto alla normativa attualmente in vigore, la cosiddetta legge Frattini del 2004?
Un altro tratto importante è come risolvere l’eventuale conflitto di interesse individuato. Con la nuova legge, nel momento in cui si formerà il governo, si potrà valutare il patrimonio delle imprese per stabilire se c’è una potenziale commistione tra interesse pubblico e privato. In pratica un ministro della Sanità non potrà svolgere il proprio compito se ha delle partecipazioni in aziende sanitarie. Potrà farlo solo se si asterrà nelle decisioni che coinvolgeranno quelle aziende o, chiaramente, se le venderà. In caso contrario dovrà affidare i propri beni patrimoniali a una gestione fiduciaria, il cosiddetto blind trust. Se sono azioni si possono anche trasformare in titoli di stato o in un fondo di investimento. Insomma, la filosofia è quella di mettere il politico in condizione di non conoscere più il suo patrimonio, così da poter svolgere al meglio il proprio lavoro. C’è poi tutto un sistema di sanzioni, che prima non esisteva. Infine abbiamo previsto l’impossibilità per chi ha rivestito cariche di governo di essere assunto in aziende pubbliche e private. Per un anno non sarà possibile svolgere attività di impresa e assumere incarichi presso aziende pubbliche e private.
Cosa cambia allora rispetto alla normativa attualmente in vigore, la cosiddetta legge Frattini del 2004?
Oggi
posso fare il ministro della Sanità avendo la proprietà di
un’azienda farmaceutica fino a quando non incrocio un provvedimento
che riguarda quelle categorie di aziende. Con il nuovo testo, invece,
affermiamo chiaramente che c’è un conflitto di interesse ogni
volta che un funzionario di governo abbia un interesse economico
privato che condizioni l’esercizio delle proprie funzioni
pubbliche. Un’altra novità importante rispetto alla Frattini è il
nuovo sistema sanzionatorio. Prima l’autorità dava soprattutto
consigli ed era basata sulla moral suasion, oggi gli vengono dati
poteri capaci effettivamente di influire sui patrimoni soggetti a
conflitto.
Il
M5S vorrebbe estendere l’applicazione della legge.
Questa
legge si applica a tutto il governo e a tutte le autorità
indipendenti. Il Movimento 5 stelle non riesce a cogliere il salto
epocale di questa legge. Non tengono conto che ciascuna di queste
figure si porta dietro una valutazione del sistema parentale: i
genitori, i figli, i fratelli, il coniuge, i nonni non è una cosa
piccola; ci saranno centinaia di soggetti in più che saranno
valutati rispetto alla Frattini. Inoltre, con l’estensione alle
giunte regionali e ai presidenti di Regione, oltre al rafforzamento
dell’ineleggibilità per i consiglieri, si arriva di fatto a
considerare il conflitto di interessi per altre 7-800 persone.
Insomma, avremo per la prima volta un controllo serio da parte
dell’autorità Antitrust sugli organi di governo nazionali e
regionali.
Cosa
risponde a chi la giudica troppo morbida o troppo rigida?
Abbiamo
da una parte un partito, Forza Italia, eccitato dal fantasma della
battaglia a difesa del proprio leader di vent’anni fa e dall’altra
un confronto deludente con il M5s, anche se devo ammettere che i voti
a favore da parte dei grillini non sono stati
pochi.
L’atteggiamento di Sel, invece, è quello di chi dà un contributo, ma che alla fine non riesce a fare le mediazioni giuste per stare dentro il profilo riformatore
L’atteggiamento di Sel, invece, è quello di chi dà un contributo, ma che alla fine non riesce a fare le mediazioni giuste per stare dentro il profilo riformatore
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