3 dic 2015

La Russia attacca: La coalizione a guida Usa "non attacca le autocisterne" perchè ???

La Russia attacca: "Armi e mezzi militari in cambio del petrolio di Siria e Iraq". Il Pentagono: "Accuse assurde". E la coalizione a guida Usa "non attacca le autocisterne"
"In Occidente nessuno si pone domande sul fatto che il figlio del presidente turco è a capo della più grande compagnia energetica, o che il suo genero è stato nominato ministro dell'Energia - ha detto Antonov - . Che meravigliosa famiglia d'affari! Il cinismo della leadership turca non conosce limiti".

l briefing hanno partecipato anche gli addetti militari delle ambasciate di tutto il mondo presenti a Mosca, compresi rappresentanti italiani. Particolarmente impressionanti sono state considerate le riprese risalenti al 14 novembre scorso nella zona di Silopi, che mostrerebbero un enorme parcheggio di autocontainer (intorno ai 3.200) pronti a partire per partecipare al traffico di oro nero del sedicente Stato Islamico. In un altro filmato del 18 ottobre si vedono invece 1.722 autocontainer incolonnati: "I terroristi hanno costruito delle vere e proprie isole petrolifere", hanno spiegato.

In base a quanto spiegato le direzioni che il petrolio dell'Is prenderebbe oltre il confine turco-siriano sarebbero tre. Una verso Ovest che avrebbe uno sbocco sul mare attraverso i porti di Iskenderun e Reikhandly. "Un'altra quella settentrionale, termina a Batman, a cento chilometri dal confine siriano", hanno spiegato i militari russi. E poco distante anche dal confine con l'Iraq, altra cortina particolarmente permeabile. La terza sarebbe quella orientale.

Intanto, il pubblico ministero titolare dell'indagine relativa alla pubblicazione di immagini che mostrano il passaggio di tir carichi di armi al confine turco-siriano ha deciso di emettere 
ordine di arresto nei confronti di Can Dundar ed Erdem Gul, direttore e caporedattore del quotidiano Cumhiriyet, dopo aver posto ai due giornalisti sei domande, quattro a Dundar e due a Gul. Il portale Radikal riporta che a entrambi è stato domandato il numero di telefono personale. IL giornalista turco, Nadim Sener, incarcerato in passato, ha lasciato un editoriale con il quale si chiede "si possono incarcerare due giornalisti con sei domande?". 
Riassunto da Repubblica.it

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