Le aziende italiane tornano in Iran. Obiettivo: scambi per 7 miliardi
TEODORO
CHIARELLI per LA STAMPA.IT
INVIATO
A TEHERAN
Dall’auto al petrolio fino al biomedicale, missione a Teheran per 370 imprenditori
L’obiettivo
è tornare ai sette miliardi di interscambio raggiunti prima che
scattassero le sanzioni. Con l’addio alle restrizioni economiche
imposte all’Iran, l’Italia si candida a tornare in forze
nell’importante Paese mediorientale, un mercato di grande
interesse, forte dei suoi quasi ottanta milioni di abitanti, la metà
dei quali sotto i trent’ anni, con alti livelli di istruzione, il
60 per cento dei laureati donne, una «fame» diffusa di beni di
consumo e di infrastrutture di ogni genere.
Ecco
perché la missione economica guidata dal viceministro Carlo Calenda
e dalla vicepresidente di Confindustria, Licia Mattioli, che questo
fine settimana porta a Teheran 370 imprenditori, ha obiettivi molto
ambiziosi. Come racconta il presidente dell’Ice, Riccardo Monti,
sono previsti almeno 700 incontri con potenziali partner iraniani.
«L’Iran
ha bisogno di costruire nuove infrastrutture, ponti, autostrade e
case - spiega Licia Mattioli -. Nei prossimi anni gli iraniani
avranno bisogno di 4 milioni di unità abitative. Il mercato
dell’auto passerà da 1,5 a 2 milioni di vetture l’anno. Ma non
mancano le opportunità per chi costruisce macchinari e per chi si
occupa di tecnologie “verdi” e di biomedicale».
Il
settore economicamente più rilevante è ovviamente quello del
petrolio, dove il soggetto coinvolto al massimo livello è l’Eni.
Il Cane a sei zampe sbarcò in Iran nel lontano 1957, ai tempi del
mitico Enrico Mattei, il cui ritratto campeggia ancora oggi negli
uffici di Teheran della Nioc, la compagnia petrolifera di Stato. Da
allora l’Eni ha messo a segno colpi importanti, ma le sanzioni
hanno di fatto bloccato ogni sviluppo.
L’ad
Claudio Descalzi aspetta la revisione del sistema contrattuale e
l’effettiva uscita del Paese dalle sanzioni, nonché una soluzione,
che appare ormai vicina, in merito agli 800 milioni di arretrati
dovuti dalla Nioc. Una bozza di memorandum di intesa per l’espansione
della cooperazione bilaterale nel campo delle perforazioni
petrolifere con la National Iranian Drilling Company sarebbe già
stato firmata.

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