Istat: la fiducia dei consumatori sale al massimo storico
Nella
rilevazione di novembre, che risente solo in parte degli attentati di
Parigi, si tocca il picco dall'inizio delle serie storiche del 1995.
Segnale positivo per la domanda interna. Più timide le imprese, il
cui indice è stabile su ottobre ma ai massimi dalla fine del 2007
MILANO -
Pieno di fiducia per i consumatori italiani a novembre: l'indice
tracciato dall'Istat tocca 118,4 punti, il livello più alto mai
registrato dall'inizio delle serie storiche oltre 20 anni fa (gennaio
1995). A ottobre si attestava a quota 117 punti. L'Istat sottolinea
che il dato risente "solo in minima parte" degli attentati
di Parigi perché la rilevazione è concentrata nei primi quindici
giorni del mese. Buone notizie, dunque, per puntare su una ripresa
trainata dai consumi interni, alla vigilia del periodo dello shopping
natalizio e in un momento di difficoltà per quanto riguarda le
variabili esterne: se l'azione della Bce continua infatti a spingere
in basso i rendimenti dei titoli di Stato, con riflessi positivi per
i conti pubblici, e il prezzo del petrolio ai minimi schiaccia
l'inflazione, la crisi dei mercati emergenti e il quadro
internazionale di tensione mettono
a repentaglio l'export tricolore,
una delle voci che tradizionalmente sostiene l'espansione
dell'economia italiana. Non è un caso, allora, che mentre la fiducia
dei privati sale, quella delle aziende traccia solo un leggero
miglioramento e la manifattura scende: già gli
ordinativi e il fatturato avevano registrato un andamento
negativo.
Analisi. Le zavorre alla "ripresina" di Renzi
I consumatori. Nella nota dell'Istat, tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori aumentano, con un incremento maggiore per quella economica (a 158,3 da 153,3), che si riferisce all'andamento del Paese nel suo complesso, e più contenuto per quella personale (a 105 da 103,9), per quella corrente (a 111,6 da 109,3) e per quella futura (a 128 da 127,2). Migliorano infatti le stime sia dei giudizi sia delle attese sull'attuale situazione economica del Paese (a -20 da -31 e a 31 da 28 i rispettivi saldi). I giudizi sui prezzi nei passati 12 mesi restano al livello di ottobre (a -19). Mentre le attese sui prezzi nei prossimi 12 mesi registrano un saldo che passa a -20 da -23. Diminuiscono anche le attese di disoccupazione (a -8 da -3), segnale positivo sulla fiducia verso la possibilità di recuperare posti di lavoro.
Le imprese. L'Istituto di statistica annota poi che la fiducia delle imprese mostra "una sostanziale stazionarietà" a novembre e resta ai livelli più alti dall'inizio della crisi, a ottobre 2007. L'indice Istat sale infatti a 107,1, da 107 di ottobre. Il clima migliora nelle costruzioni e nei servizi di mercato, mentre scende nella manifattura e nel commercio al dettaglio. Nelle imprese manifatturiere peggiorano dunque sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione, mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili. Invece nelle costruzioni migliorano i giudizi sugli ordini o piani di costruzione mentre peggiorano le attese sull'occupazione. Nei servizi di mercato crescono le attese sugli ordini, ma si contraggono i giudizi sugli ordini e restano stabili le attese sull'andamento generale dell'economia. Nel commercio al dettaglio, infine, migliorano i giudizi sulle vendite correnti e "peggiorano sensibilmente" le attese sulle vendite future. Le scorte di magazzino sono giudicate in ulteriore riduzione.
L'indice europeo. L'Italia spicca in una situazione piatta a livello continentale. L'indice Esi della Commissione europea resta fermo a quota 106,1 punti, mentre nella Ue scende di 0,1 punti a quota 107,6 (vuol dire che resta sostanzialmente stabile). Va detto però che la maggior parte dei sondaggi, anche in questo caso, sono stati realizzati prima
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I consumatori. Nella nota dell'Istat, tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori aumentano, con un incremento maggiore per quella economica (a 158,3 da 153,3), che si riferisce all'andamento del Paese nel suo complesso, e più contenuto per quella personale (a 105 da 103,9), per quella corrente (a 111,6 da 109,3) e per quella futura (a 128 da 127,2). Migliorano infatti le stime sia dei giudizi sia delle attese sull'attuale situazione economica del Paese (a -20 da -31 e a 31 da 28 i rispettivi saldi). I giudizi sui prezzi nei passati 12 mesi restano al livello di ottobre (a -19). Mentre le attese sui prezzi nei prossimi 12 mesi registrano un saldo che passa a -20 da -23. Diminuiscono anche le attese di disoccupazione (a -8 da -3), segnale positivo sulla fiducia verso la possibilità di recuperare posti di lavoro.
Le imprese. L'Istituto di statistica annota poi che la fiducia delle imprese mostra "una sostanziale stazionarietà" a novembre e resta ai livelli più alti dall'inizio della crisi, a ottobre 2007. L'indice Istat sale infatti a 107,1, da 107 di ottobre. Il clima migliora nelle costruzioni e nei servizi di mercato, mentre scende nella manifattura e nel commercio al dettaglio. Nelle imprese manifatturiere peggiorano dunque sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione, mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili. Invece nelle costruzioni migliorano i giudizi sugli ordini o piani di costruzione mentre peggiorano le attese sull'occupazione. Nei servizi di mercato crescono le attese sugli ordini, ma si contraggono i giudizi sugli ordini e restano stabili le attese sull'andamento generale dell'economia. Nel commercio al dettaglio, infine, migliorano i giudizi sulle vendite correnti e "peggiorano sensibilmente" le attese sulle vendite future. Le scorte di magazzino sono giudicate in ulteriore riduzione.
L'indice europeo. L'Italia spicca in una situazione piatta a livello continentale. L'indice Esi della Commissione europea resta fermo a quota 106,1 punti, mentre nella Ue scende di 0,1 punti a quota 107,6 (vuol dire che resta sostanzialmente stabile). Va detto però che la maggior parte dei sondaggi, anche in questo caso, sono stati realizzati prima
Da
RepubblicaEconomia.it

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